Roma, “mio figlio in un’aula speciale per gli alunni con disabilità”: l’Ufficio scolastico fa partire le verifiche

Dopo la denuncia-appello fatta dalla mamma al Corriere della Sera, la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale ha chiesto una relazione ai dirigenti coinvolti: "Su questo punto tutti i dirigenti devono sapere che la linea è una sola: quella dell’inclusione" L'articolo Roma, “mio figlio in un’aula speciale per gli alunni con disabilità”: l’Ufficio scolastico fa partire le verifiche proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 18, 2025 - 20:20
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Roma, “mio figlio in un’aula speciale per gli alunni con disabilità”: l’Ufficio scolastico fa partire le verifiche

“Mio figlio vuole stare in classe con i suoi compagni, non da solo in un’aula o con il bidello”. A parlare è la madre di un ragazzo di 16 anni affetto da una forma autistica che da qualche tempo non mette più piede a scuola perché quando ci andava non era trattato come gli altri.

Una denuncia-appello fatta attraverso il “Corriere della Sera” all’Ufficio scolastico regionale con la speranza che qualcosa si muova. Immediata la reazione della direttrice Paola Sabatini che ha chiesto una relazione ai dirigenti coinvolti e ha scelto nel suo staff persone ben preparate per effettuare un accertamento: “È presto – spiega Sabatini a ilfattoquotidiano.it – per tirare le conclusioni, ma il tema non è l’atteggiamento verso questo ragazzo, ma la modalità di gestione dei ragazzi con disabilità. Su questo punto tutti i dirigenti devono sapere che la linea è una sola: quella dell’inclusione”. A finire nell’occhio del ciclone due istituti superiori della capitale: il “Pascal” al Labaro, e poi lo “Stendhal” in zona Cassia. Il ragazzo, terminate le “medie” frequentate senza alcun problema è stato indirizzato verso un indirizzo matematico ed informatico. La prima scelta è stata il “Pascal”.

Un’esperienza deludente a detta della famiglia: all’alunno viene assegnato un insegnante di sostegno ma trascorre – secondo le parole della madre – parecchio tempo in un’aula “speciale” con altri ragazzi disabili. Passato l’anno scolastico, la famiglia, decide di fargli cambiare scuola così passa allo “Stendhal” dove la situazione, tuttavia, non sembra migliorare. Nella lettera di denuncia si dice che passa ore all’ingresso della scuola a guardare gli autobus o accanto al collaboratore scolastico. “Mio figlio ora – scrive la madre – è a casa e non frequenta più la scuola e, sentendosi sempre più isolato, è finito in cura da uno psichiatra perché è caduto in depressione”.

La disperazione ha portato la mamma a rivolgersi alle istituzioni, all’ufficio scolastico regionale che ha accolto la segnalazione con l’obiettivo di verificare con tutti gli accertamenti del caso su quanto è accaduto. Intanto, proprio oggi sono usciti i dati Istat sull’inclusione scolastica dei disabili e il segretario della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile è intervenuto precisando: “I numeri sono allarmanti e certificano una situazione inaccettabile. Più di 66mila insegnanti per il sostegno (il 27%) sono stati selezionati dalle liste curricolari, sono cioè docenti che non hanno una formazione specifica per supportare l’alunno con disabilità e che vengono utilizzati per far fronte alla carenza di figure specializzate. A un mese dall’inizio della scuola, l’11% degli insegnanti di sostegno non era ancora stato assegnato, lasciando scoperti migliaia di alunni con disabilità. È evidente che il sistema non garantisce un’istruzione adeguata a tutti. Continueremo a rivendicare ulteriori soluzioni, come quella di eliminare il numero chiuso delle università per l’accesso ai corsi di specializzazione e la necessità di mettere in stretta relazione il numero dei posti con il fabbisogno territoriale. Ciò eviterebbe che ad alunni con disabilità vengano assegnati docenti non specializzati”.

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