Robert Maudsley, la storia dell”Hannibal’ britannico
La terrificante storia di Robert Maudsley Seguiteci sempre su LaScimmiaPensa e sul nostro canale WhatsApp Considerato il detenuto più longevo e pericoloso della Gran Bretagna, Robert Maudsley è una figura che incarna l’orrore e il mistero del sistema carcerario britannico. La sua storia, segnata da una giovinezza travagliata e da una serie di omicidi brutali, ha attirato l’attenzione […] L'articolo Robert Maudsley, la storia dell”Hannibal’ britannico proviene da LaScimmiaPensa.com.

La terrificante storia di Robert Maudsley
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Considerato il detenuto più longevo e pericoloso della Gran Bretagna, Robert Maudsley è una figura che incarna l’orrore e il mistero del sistema carcerario britannico. La sua storia, segnata da una giovinezza travagliata e da una serie di omicidi brutali, ha attirato l’attenzione dei media e del pubblico per decenni.
Robert Maudsley, soprannominato dai media “il prigioniero più pericoloso della Gran Bretagna”, è detenuto in isolamento dal 1983. Attualmente ha 71 anni e ha trascorso ben 42 anni in totale segregazione nel carcere di massima sicurezza di Wakefield, dopo essere stato ritenuto responsabile dell’omicidio di quattro persone – tre delle quali erano suoi compagni di prigionia.
Il suo isolamento si è reso necessario in seguito a una valutazione che lo ha considerato troppo pericoloso per essere detenuto in un regime carcerario tradizionale. Dettagli sulla sua vita quotidiana dietro le sbarre sono emersi nel corso degli anni, ma è il suo passato a generare ancora grande interesse.
Nato a Liverpool nel 1953, Robert Maudsley trascorse i primi anni della sua vita in un orfanotrofio cattolico insieme ai suoi tre fratelli. I bambini vennero temporaneamente riaffidati ai genitori, ma furono presto allontanati nuovamente a causa dei maltrattamenti fisici inflitti dal padre. Maudsley, nel tempo, ha continuato a denunciare gli abusi subiti, che gli avrebbero lasciato cicatrici psicologiche profonde.
Robert Maudsley ha infatti affermato che suo padre lo sottoponeva sistematicamente ad abusi fisici e sessuali e, durante il suo ultimo processo per omicidio nel 1979, ha persino dichiarato di aver immaginato che le sue vittime fossero sua madre e suo padre.
Durante gli anni ’60 si trasferì a Londra, dove iniziò a lavorare come prostituto. Fu proprio in quel contesto che conobbe la sua prima vittima: un cliente, John Farrell, che venne strangolato dopo aver mostrato a Maudsley immagini di bambini abusati sessualmente.
Tre anni dopo, Robert Maudsley e un altro detenuto uccisero brutalmente David Francis, un molestatore di minori, all’interno del Broadmoor Hospital. L’episodio contribuì a far crescere la sua notorietà, al punto da ricevere il soprannome di “Hannibal the Cannibal”, dopo che fu accusato – erroneamente – di aver conficcato un cucchiaio nel cervello della vittima e di aver compiuto atti di cannibalismo. Queste ultime accuse, però, si sono rivelate infondate.
Dopo l’omicidio a Broadmoor, Robert Maudsley fu trasferito al carcere di Wakefield e condannato per omicidio colposo. Tuttavia, nel 1978 si rese responsabile di due ulteriori omicidi. Le vittime furono Salney Darwood e William Roberts, anch’essi detenuti, che Maudsley uccise all’interno del carcere. Fu lui stesso a informare una guardia che, al successivo appello, sarebbero mancati due prigionieri.
A seguito di questo duplice omicidio, fu condannato nuovamente e posto definitivamente in isolamento. Da allora, è rinchiuso nella famigerata prigione di Wakefield, nota come “Monster Mansion” per l’alto numero di criminali pericolosi, tra cui assassini e molestatori sessuali. Fra gli ex detenuti celebri si ricordano il serial killer Harold Shipman, Charles Bronson e il cantante dei Lostprophets, Ian Watkins.
Nel 1983, a causa della sua pericolosità, fu costruita una cella apposita per Maudsley nel seminterrato della prigione. La cella misura 2,4 x 4,3 metri e ricorda quella di Hannibal Lecter nel celebre film Il silenzio degli innocenti.
In una lettera alle autorità carcerarie, Robert Maudsley lo aveva descritto come una “bara di cemento”, sostenendo che volevano tenerlo “lontano dagli occhi e dalla mente”.
Dopo anni di suppliche per essere trasferito in una struttura migliore, l’assassino, è stato ora trasferito in un’altra struttura. Il mese scorso è stato rivelato che Maudsley era in sciopero della fame per protestare contro la confisca dei suoi beni, tra cui una Playstation, libri di saggistica e un impianto stereo.
Per questo motivo a marzo Robert Maudsley è stato trasferito a 125 miglia di distanza dal carcere del West Yorkshire al carcere di HMP Whitemoor, nel Cambridgeshire, un’altra struttura di categoria A.
Si dice che sia stato rinchiuso nell’ala F, un’unità terapeutica progettata appositamente per i prigionieri affetti da disturbi della personalità. Tuttavia, le persone vicine a Maudsley hanno affermato che è “perseguitato” da quando è stato trasferito fuori dall’isolamento e trasferito al carcere di Whitemoor.
Loveinia Grace MacKenney, 69 anni, scrive a Maudsley da circa cinque anni e ha dichiarato al Mirror che il pensionato è stato messo insieme ad altri ’70 prigionieri’ nell’ala F.
È un disastro incombente – ha detto. Non vuole stare con altri uomini a causa degli abusi subiti da bambino. Dalla lettera che mi ha scritto si capisce in che stato terribile si trovi, la sua calligrafia è tremolante. Non ha più la TV , non ha più la radio. Era un detenuto modello, ma credo che lo abbiano preso di mira. Lo stanno vittimizzando senza motivo
Incredibile.
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