Rischio imbarazzi diplomatici al funerale del Papa, tanti leader poco ‘amici’ e tensioni geopolitiche

C’è chi ha deciso di non venire per evitare incontri imbarazzanti. Ma la gaffe è sempre dietro l’angolo, come accadde durante le esequie dei Giovanni Paolo II nel 2005

Apr 24, 2025 - 18:50
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Rischio imbarazzi diplomatici al funerale del Papa, tanti leader poco ‘amici’ e tensioni geopolitiche

Roma, 24 aprile 2025 – Sabato si terranno i funerali di Papa Francesco. L’addio riunirà decine di migliaia di fedeli, ma anche leader da tutto il mondo. Tra tensioni geopolitiche, conflitti e relazioni diplomatiche difficili, la commemorazione rappresenta anche un momento di incontro per i vertici internazionali. O anche di imbarazzi e incidenti diplomatici, come accadde nel caso del funerale di Papa Giovanni Paolo II.

Cosa aspettarsi dai funerali di sabato

Al funerale “ci saranno alcune dinamiche potenzialmente davvero interessanti”, secondo Francis Campbell, una tempo ambasciatore del Regno Unito presso la Santa Sede. Alle esequie, infatti, sono attesi leader da tutto il mondo. Molti anche in diretto conflitto tra loro, come Donald Trump e Volodymyr Zelensky, che alternano fasi di raffreddamento dei legami diplomatici e dialoghi riconciliatori. C’è chi, invece, ha preferito assentarsi proprio per non dover fare incontri scomodi: l’eventuale presenza di Vladimir Putin, ad esempio, sarebbe stato letta come un segnale di incoraggiamento verso la pace. D’altronde anche la partecipazione del presidente taiwanese Lai Ching-te ha convinto il governo di Pechino a non inviare nessun suo rappresentante. 

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EDITORS NOTE: Graphic content / TOPSHOT - This photograph shows a view of St Peter's Basilica of The Vatican where the late Pope lies in state, taken from Rome on April 24, 2025. The Vatican on April 24 said some 61,000 people had already paid their respects to Pope Francis, whose body is lying in state in St Peter's Basilica ahead of his funeral. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

Quel funerale del 2005 pieno di imbarazzi 

Inutile girarci intorno, il funerale di un Papa non è solo un momento di lutto, ma si tramuta in un incontro tra i vertici internazionali ed è legittimo aspettarsi sorprese, soprattutto dopo le ultime tensioni geopolitiche.

Le esequie di Papa Giovanni Paolo II, per esempio, furono emblematiche. Definito “l’evento diplomatico dell’anno” dal Center on Public Diplomacy dell’Università della California meridionale, riunì “numerosi leader mondiali che normalmente non si sarebbero incontrati neanche se si fossero trovati nello stesso Paese, figuriamoci nella stessa stanza”, citando le parole di Francis Campbell riportate dal Guardian. Era il 2005 e la guerra in Iraq spaccava il mondo in due. Al funerale del pontefice polacco, parteciparono il presidente americano George Bush, ma anche gli omonimi di Iran, Siria e Cuba (tra l’altro, seduto accanto a lui). Presente anche gli alleati degli Usa, Tony Blair e il principe Carlo, che commise un errore diplomatico e strinse la mano del presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, accusato di aver instaurato un regime dittatoriale e di violazione dei diritti umani. Successivamente, l’attuale re inglese ritrattò e disse di essere stato “colto di sorpresa”, ma che non supportava in alcun modo il leader africano.

Ma fu un’altra stretta di mano a fare ancora più scalpore: quella tra i presidenti degli arcinemici Israele e Iran. Anche se, in seguito, l’iraniano Mohammad Khatami negò che ci fosse mai stato contatto tra i due.

Papa Giovanni Paolo II con il nuovo cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo metropolita di Buenos Aires, Argentina.        (Vatican Pool / Ansa)       (Vatican Pool / Ansa)
20010221-CITTA' DEL VATICANO-CRO: CONCISTORO. Papa Giovanni Paolo II con il nuovo cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo metropolita di Buenos Aires (Argentina). VATICAN POOL / ANSA / PAL

Il Vaticano nelle questioni internazionali 

D’altronde, oltre che guida spirituale dei cattolici, il Papa svolge da sempre un ruolo diplomatico e politico. Il Vaticano è intervenuto più volte, dietro alle quinte, per aiutare ad acquietare i conflitti. Nel 2007, Papa Benedetto XVI ha contribuito a garantire il rilascio di 15 marinai britannici catturati dall’Iran. Più recentemente, la Santa Sede si è impegnata a promuovere la pace a Gaza, ma anche in Ucraina e nel Sud Sudan. Francesco si è spinto ancora più in là, arrivando anche a firmare una storica dichiarazione di fraternità con il grande imam di Al-Azhar in occasione della prima visita papale alla penisola arabica nel 2019.