Reti Wi-fi pubbliche, la Vpn non basta

I consigli degli esperti per difendersi dagli attacchi informatici ed evitare che ci vengano sotratti dati durante la navigazione

Apr 12, 2025 - 15:00
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Reti Wi-fi pubbliche, la Vpn non basta

Roma, 12 aprile 2025 – E’ ormai una consuetudine utilizzare le reti Wi-fi pubbliche, o chiedere in hotel la password di quella del nostro piano. Sono sempre di più, infatti, coloro i quali anche in vacanza restano tutto il tempo connessi, e lo fanno limitando il più possibile il consumo dei propri dati. Il rischio di subire attacchi informatici su una rete Wi-fi pubblica, però, è molto alto, e spesso gli italiani non sono preparati a difendersi. Vediamo dunque i consigli degli esperti per tutelarsi, specie durante le festività pasquali, quando si stima che ben 11 milioni di italiani saranno in viaggio, e si connetteranno alle reti pubbliche di aeroporti, stazioni e hotel.

Il 58,7% degli italiani conosce la Vpn

Secondo un sondaggio condotto da NordVpn, una rete privata virtuale, il 58,7% degli italiani sa che cos’è una Vpn o ne ha sentito parlare. Per gli altri, è utile sapere che si tratta di un acronimo che indica la Virtual Private Network, appunto una rete privata virtuale, con la quale l’utente può navigare in modo sicuro e anonimo. In Italia, il sondaggio rileva un utilizzo in linea con il dato europeo, cioè il 25,5% di quanti navigano. In Giappone, invece, solo l’8% utilizza una Vpn, mentre ad Hong Kong lo fa il 50,2% degli utenti della rete. Dunque, dati molto diversi, che rispecchiano forse anche la sicurezza delle varie reti pubbliche, e che ci danno un dato del 31% di utilizzo, fra i 5,37 miliardi di utenti quotidiani di Internet. Tornando al nostro Paese, i maggiori fruitori hanno un’età compresa tra i 25 e i 44 anni, cioè la fascia più alfabetizzata in assoluto a livello informatico. Il 40% degli utilizzatori si affida a Vpn gratuite, e i motivi principali sono la protezione della propria privacy (36,5%) e quella dei propri dispositivi e account (37,3%).

Cimino: “Il buon senso è il primo antivirus”

Ci sono alcuni falsi miti legati alle Vpn, e il modo migliore per sfatarli è chiedere ad un esperto informatico qual è Danilo Cimino, che ha lavorato sia all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che al Cern di Ginevra, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare. “Quando ci colleghiamo a reti pubbliche gestite da terzi, utilizzare una Vpn è molto importante, perché si tratta di un efficace strumento di protezione dei dati. Agendo come un intermediario tra noi e Internet, cifrando il traffico e rendendolo illeggibile a occhi indiscreti, ci protegge da molti attacchi informatici, ma non da tutto. Se ad esempio clicchiamo sul link di una finta mail della banca (quello che in gergo si chiama phishing), può poco o nulla. Può anche filtrare liste di siti fraudolenti noti, che però purtroppo aumentano di continuo e sono poco prevedibile. Allo stesso modo - prosegue Cimino - non è in grado di comunicarci in anticipo se stiamo per visitare un sito che contiene un malware. I consigli per la massima sicurezza in viaggio sono di usare una Vpn affidabile, mantenere aggiornate tutte le app, installare regolarmente gli aggiornamenti dei device (che contengono miglioramenti a livello di sicurezza), e non cliccare mai nulla di potenzialmente sospetto o inviato da mittenti sconosciuti. Anche in vacanza, il buon senso resta sempre il primo antivirus.”

Il futuro del mercato delle Vpn

Stando a un’indagine condotta da Research and Market, il mercato delle Vpn è cresciuto al ritmo del 17,2% annuo negli ultimi 6 anni, e le previsioni dicono che entro la fine del 2027 raggiungerà i 107,5 miliardi di dollari a livello globale. Negli ultimi anni, è l’Italia il Paese col maggiore incremento nell’utilizzo dei dati Vpn, pari al 175,2%, davanti agli Stati Uniti, +132,5% e alla Spagna, +62,1%. Il 34% degli utenti utilizza Vpn per i social, il 31% per navigare in incognito ed evitare che sui server vengano salvate cronologia, posizione e altri dati sensibili. Il 56% degli utenti accede a Netflix e lo usa per guardare contenuti con restrizioni geografiche, mentre il 12% accede al dark web e con la Vpn si sente più sicuro.