Respinti i domiciliari per Boeri e Zucchi: “Ma divieto di giudicare concorsi pubblici. Da loro approccio ‘proprietario’ rispetto alle regole”
La decisione del gip nell’inchiesta per turbativa d’asta e falso sul concorso per la progettazione della Beic a Milano: "Boeri colluso, cancellò messaggi sospetti". Stop di un anno anche per Pier Paolo Tamburelli L'articolo Respinti i domiciliari per Boeri e Zucchi: “Ma divieto di giudicare concorsi pubblici. Da loro approccio ‘proprietario’ rispetto alle regole” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Niente arresti per Stefano Boeri e Cino Zucchi, come chiedeva la procura di Milano, ma le due archistar non potranno far parte delle commissioni giudicatrici nei concorsi pubblici. Il primo per un anno, il secondo per otto mesi. Dodici mesi di stop anche per Pier Paolo Tamburelli, ritenuto il “collettore” tra i due e gli studi Onsitestudio e Baukuh, vincitori del bando. È questa la decisione presa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, Luigi Iannelli, dopo gli interrogatori disposti in seguito alla richiesta di domiciliari dei pubblici ministeri che accusano i due architetti di turbativa d’asta e falso sul concorso per la progettazione della Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic) che dovrebbe sorgere nella zona centrale di Porta Vittoria.
Si tratta di un’opera da oltre cento milioni che sarà realizzata con i soldi del Pnrr. Ma le contestazioni nei confronti dei due architetti riguardano il loro comportamento come membri della giuria nella gara da 9 milioni per aggiudicare il progetto dell’opera. Nel dettaglio, Boeri non potrà fare parte di “commissioni giudicatrici” e gli sarà vietato “concludere contratti” con la pubblica amministrazione come architetto per un anno.
A Zucchi è invece stata applicata la “sospensione parziale dall’esercizio del pubblico ufficio di docente universitario” e l’interdizione dalle “commissioni giudicatrici” di contratti pubblici per 8 mesi. Per Tamburelli, infine, è stato disposto il “divieto parziale temporaneo di esercitare l’attività professionale di architetto” e quello di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno. Sono invece state respinte le richieste di misura cautelare dei pubblici ministeri Paolo Filippini, Mauro Clerici, Giancarla Serafini con l’aggiunta Tiziana Siciliano nei confronti degli architetti Angelo Raffaele Lunati e Giancarlo Floridi, della cordata di studi professionali Baukuh-Onsitestudio-Sce Project, primi classificati del concorso internazionale di progettazione.
In sostanza, secondo il gip, non c’è un rischio di inquinamento probatorio che giustifichi gli arresti domiciliari ma “vista la personalità dei tre indagati – sia pure con le differenze del caso – e viste le caratteristiche del loro ordinario settore di operatività, è concreto e attuale, il pericolo che gli stessi commettano nuovamente delitti contro la pubblica amministrazione o contro la pubblica fede”. Il comportamento di Boeri, come quello di Zucchi, “lascia trasparire un approccio altamente disinvolto – per certi versi ‘proprietario’ – rispetto alle regole che presidiano l’imparzialità dell’attività amministrativa”, scrive il gip Iannelli.
Zucchi ha ammesso di aver violato la regola dell’anonimato e di essere rimasto in commissione pur dopo aver saputo che al concorso avrebbero partecipato anche i professionisti di Onsitestudio ritenendo di essere capace di restare imparziale alla luce della propria autorevolezza. Una visione a dire del giudice “fallace” perché “sono solo le procedure a poter assicurare la salvaguardia dell’imparzialità e del buon andamento della pubblica amministrazione” e “non già l’affidamento collettivo sulla capacità di giudizio e sullo spessore professionale dei valutatori, per quanto riconosciuti dalla comunità scientifica o dal mercato di riferimento”.
A vincere, sottolinea il giudice, potrebbe essere stato davvero il miglior progetto – la capacità valutativa di Zucchi non è messa in discussione – ma se “il commissario in questione avesse detto la verità, l’impresa sarebbe stata esclusa dal concorso”. A differenza di Zucchi, Boeri “aveva raccolto senza particolari indugi l’invito di Tamburelli a colludere, e con questi aveva proficuamente colluso, modificando il proprio voto in commissione con modalità per certi aspetti davvero smaccate”, scrive il giudice. Il tutto “dopo aver già violato la regola dell’anonimato”. E ancora: Boeri “aveva colluso anche con un altro concorrente, facendosi addirittura inviare note ‘individualizzanti’ e verosimilmente contribuendo a quest’ultimo, attraverso la propria influente preferenza espressa in commissione, di classificarsi terzo, incamerando un premio di partecipazione di più di 45.000 euro”. Inoltre, “aveva confezionato false dichiarazioni, dissimulando le proprie incompatibilità e consentendo cosi il consolidamento delle posizioni dei vincitori da lui favoriti”, aggiunge il gip. Contro l’archistar anche l’aver cancellato messaggi sospetti.
Per la procura di Milano, i due architetti – docenti al Politecnico di Milano – non dichiararono di avere legami con alcuni dei partecipanti, poi scelti come vincitori. E invece secondo le norme avrebbero dovuto far sapere di essere colleghi e impegnati negli stessi “settori d’interesse scientifico e didattico” di Lunati e Floridi, ricercatori nello stesso Dipartimento del Politecnico, ma anche componenti della cordata vincitrice. Boeri è anche accusato di non aver dichiarato la “frequente collaborazione professionale” fra il suo studio e la Sce project, guidata da Manuela Fantini (che faceva pure parte della cordata vincitrice), documentata da 9 fatture per 117.728 euro emesse dalla Sce nei confronti di Stefano Boeri Architetti. Informazioni che avrebbero dovuto essere “tempestivamente comunicate” e le cui omissioni hanno rappresentato, secondo gli inquirenti che coordinano l’indagine del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, le “modalità fraudolente” con cui truccare il “regolare svolgimento della gara”.
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