Repubblica di Elkann va alla guerra contro Cottarelli e Caracciolo?
Grandi manovre in Gedi di John Elkann? Dopo Riccardo Luna ripara al Corriere della Sera anche Cottarelli. In bilico pure Caracciolo? Cosa si sussurra nelle redazioni...

Grandi manovre in Gedi di John Elkann? Dopo Riccardo Luna, ripara al Corriere della Sera anche Cottarelli. In bilico pure Caracciolo? Cosa si sussurra nelle redazioni…
Non c’è stato solo l’inatteso sciopero della redazione di Repubblica, avvenuto in concomitanza con l’Italian Tech Week (vetrina nazionale su cui Exor, che possiede il gruppo Gedi, punta parecchio, come prova l’immancabile presenza sul palco, ogni anno, di John Elkann) a far emergere una convivenza sempre più difficile all’interno del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari tra i giornalisti e l’editore. Lotta carsica sempre più alla luce del sole se si considera che nel novembre del 2024 Riccardo Luna, direttore dei verticali Italian Tech e Green & Blue, ha fatto fagotto per riparare al Corriere della Sera. E non sarà il solo, pare. Vista la decisione della firma Carlo Cottarelli, economista di fama.
ELKANN HA SILURATO COTTARELLI?
Scrive infatti Marco Palombi sul Fatto Quotidiano: “Molti media europei, citando un report dell’Institute for Strategic Studies (Iiss), avevano scritto che la Russia spende in armamenti più di tutta l’Ue messa insieme. Carlo Cottarelli, che s’era occupato della cosa a livello scientifico e ne aveva parlato su Repubblica, ha scritto una piccola nota per sottolineare due grossolani errori del rapporto dell’Iiss e spiegare che usando quella metrica nella maniera corretta si scopre che l’Europa spende in realtà il 58% in più della Russia (non entreremo qui nei dettagli tecnici). Il corollario è che un aumento monstre delle spese militari come quello di cui si discute non è giustificato, mentre sarebbe benvenuto un maggiore coordinamento comunitario. “La cosa più incredibile (…) è che nessuno ha ancora corretto”, aveva detto Cottarelli al Fatto […] per poi aggiungere: “Repubblica mi ha detto che faranno una rettifica”.
QUELL’ACCORDO TRA IVECO E LEONARDO…
La rettifica – malignano dal quotidiano nato negli anni ruggenti dell’antiberlusconismo – “è il suo passaggio al Corsera, il cui editore peraltro non deve vendere il ramo difesa di Iveco a Leonardo, né ha interessi in Rolls Royce (che fa motori per aerei e navi militari)”. La graffiante penna del Fatto fa riferimento all‘accordo preliminare firmato lo scorso novembre tra Iveco industrial vehicles, la divisione dei veicoli militari del gruppo controllato da Exor, e Leonardo per partecipare come subfornitore alla commessa per i nuovi carri dell’esercito italiano per la neocostituita joint-venture tra la società ex Finmeccanica e Rheinmetall.
Sempre il Fatto in questi giorni ricorda che John Elkann “un anno fa aveva già provato a vendere” le attività militari di Iveco (gruppo Exor) “al gruppo italiano della difesa guidato da Roberto Cingolani, vedendosi rifiutare l’offerta perché fatta a cifre stellari, vicine al miliardo. L’operazione è invece auspicata dai vertici italiani della Difesa guidati dal ministro Guido Crosetto“. (qui l’approfondimento di Startmag su Iveco-Leonardo)
TRABALLA ANCHE CARACCIOLO?
Parallelamente, sussurra questa volta Dagospia, “a Torino, ma anche a Largo Fochetti, iniziano a serpeggiare forti malumori per le sbandate trumputiane di Lucio Caracciolo. Che il fondatore e direttore della rivista di geopolitica Limes non sia allineato (eufemismo) all’atlantismo senza limitismo, è cosa nota: basta leggere su Repubblica le sue puntute analisi che, dall’inizio della guerra, hanno posto l’accento più sulle colpe storiche dell’Occidente che sulla volontà belligerante dell’invasore Putin”, viene sottolineato.
“A far strabuzzare occhi, orecchi e gomiti ai vertici del Gruppo Gedi […] è stata ancora di più l’intervista rilasciata da Caracciolo il 2 marzo a Libero quotidiano diretto da Mario Sechi. Un colloquio che ribadisce posizioni già espresse dal direttore di Limes nei suoi editoriali su Repubblica, ma sovraccaricato di critiche e asperità verso l’Europa e Zelensky. Non tanto e non solo perché il pregiato direttore di un mensile del gruppo (l’editore di Limes è John Elkann, al pari di Repubblica e Stampa) parla con la concorrenza, ma soprattutto perché sposa le posizioni espresse al quotidiano degli Angelucci”.
In un mondo sempre più militaresco si registrano grandi manovre anche in Gedi?