Referendum 8 e 9 giugno, la linea astensionista di Forza Italia
Il partito di Tajani si oppone ai quesiti su licenziamenti, contratti, appalti e cittadinanza e invita a disertare le urne per difendere l’impianto normativo attuale senza esitazioni

L’8 e 9 giugno 2025 i cittadini torneranno alle urne per pronunciarsi sui cinque quesiti del referendum abrogativo che riguardano lavoro e cittadinanza. Quattro i temi caldi sul fronte occupazionale: reintegro in caso di licenziamento illegittimo, indennità per i lavoratori delle piccole imprese, limiti ai contratti a termine, responsabilità negli appalti per gli infortuni. Il quinto quesito sposta l’attenzione sulla cittadinanza, proponendo di dimezzare da dieci a cinque anni la residenza richiesta agli extracomunitari.
Forza Italia, in linea col centrodestra, non ha dubbi: la strategia è quella dell’astensione. Disertare i seggi per evitare il quorum e lasciare tutto com’è. Una mossa che il partito definisce politica e non certo apatica.
Tajani l’ha ribadito con chiarezza, giudicando questi referendum un ritorno a vecchie battaglie ideologiche più che un passo verso soluzioni concrete. Il partito rivendica il diritto di difendere le norme esistenti anche scegliendo di non votare.
Forza Italia difende le regole sui licenziamenti: no al ritorno all’Articolo 18
Il primo quesito del referendum riguarda l’abrogazione del Decreto legislativo 4 marzo 2015 n.23 (Jobs Act) che disciplina il contratto a tutele crescenti, ovvero il regime per i licenziamenti dei nuovi assunti dal 2015. In caso di vittoria del “sì”, verrebbe ripristinata la piena possibilità di reintegro del lavoratore licenziato senza giusta causa.
Forza Italia si oppone a questo cambiamento e difende la normativa attuale sui licenziamenti. Il partito ritiene che abolire le regole del Jobs Act non sia la strada giusta per favorire occupazione stabile.
Esponenti di centrodestra avvertono, ad esempio, che il ritorno all’Articolo 18 scoraggerebbe le assunzioni. FI preferisce mantenere l’attuale sistema basato su indennizzi economici crescenti in base all’anzianità in caso di licenziamento illegittimo, e invita dunque a bocciare il referendum attraverso l’astensione.
Licenziamenti nelle piccole imprese: la posizione di Forza Italia sul referendum
Il secondo quesito mira ad eliminare il tetto massimo alle indennità risarcitorie dovute al lavoratore in caso di licenziamento illegittimo nelle imprese con meno di 15 dipendenti. Forza Italia esprime contrarietà anche su questo tema, sostenendo che l’assenza di un tetto creerebbe oneri imprevedibili per i piccoli imprenditori.
La prospettiva di dover far fronte a risarcimenti molto elevati, secondo FI, metterebbe in difficoltà le aziende più fragili e frenerebbe nuove assunzioni. Anche in questo caso, FI, come Fratelli d’Italia, intende difendere le norme vigenti e invita a non partecipare al voto referendario.
Contratti a termine e proroghe: Forza Italia dice no alla stretta proposta dal referendum
Il terzo quesito propone di abrogare alcune parti del D.Lgs. 15 giugno 2015 n.81 che regolano i contratti a tempo determinato. Un eventuale “sì” renderebbe più stringenti le condizioni per utilizzare contratti a termine, ad esempio reintroducendo l’obbligo di motivare la causale fin dal primo rinnovo.
Forza Italia è contraria a queste modifiche: la linea del partito è conservare l’attuale flessibilità normativa, ritenuta importante per non frenare l’occupazione, soprattutto giovanile. L’indicazione è nuovamente di non votare.
Appalti e infortuni sul lavoro: cosa pensa Forza Italia della responsabilità solidale
Il quarto quesito tocca il tema della sicurezza sul lavoro negli appalti. Si chiede l’abrogazione della norma che esclude la responsabilità solidale del committente per gli infortuni derivanti da rischi specifici dell’attività appaltata. Il referendum propone di eliminare questa esenzione, rendendo anche il committente corresponsabile.
Forza Italia, come la Lega, si schiera contro il “sì” anche su questo fronte, temendo che un ritorno alla piena responsabilità solidale finisca per gravare eccessivamente su chi affida i lavori, in particolare nel settore edile e negli appalti pubblici.
Cittadinanza italiana agli stranieri: Forza Italia contraria alla riduzione a 5 anni
L’ultimo quesito propone di dimezzare da dieci a cinque anni il periodo minimo di residenza in Italia richiesto agli extracomunitari per ottenere la cittadinanza.
Forza Italia, al contrario del PD, manifesta netta contrarietà a questo cambiamento, in coerenza con la posizione del centrodestra. Tajani ha detto in particolare che la riforma della cittadinanza non può essere oggetto di referendum, ma di dibattito parlamentare. Il partito ritiene che la legge vigente garantisca equilibrio tra integrazione e sicurezza, e si oppone all’ipotesi di una cittadinanza più facile. Anche su questo tema, l’invito è a non recarsi alle urne.