Quanto vale la sicurezza informatica? Un occhio della testa per Altman. Ma il Garante Privacy non ci sta

Sam Altman fa debuttare il suo sistema di scansione dell'occhio e non mancano le polemiche. In Italia sobbalza il membro dell'Autorità per la protezione dei dati personali Agostino Ghiglia. Ma come mai nessuno ha detto nulla per i device - spesso cinesissimi - che quotidianamente ci scansionano i polpastrelli?

Mag 6, 2025 - 12:25
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Quanto vale la sicurezza informatica? Un occhio della testa per Altman. Ma il Garante Privacy non ci sta

Sam Altman fa debuttare il suo sistema di scansione dell’occhio e non mancano le polemiche. In Italia sobbalza il membro dell’Autorità per la protezione dei dati personali, Agostino Ghiglia. Ma come mai nessuno ha detto nulla per i device – spesso cinesissimi – che quotidianamente ci scansionano i polpastrelli?

Legare la propria identità all’iride, così da verificarla in ogni momento con una scansione della retina e avere la certezza che nessun altro – si spera – possa contraffarla con la tranquillità di non dover più ricordare password e Pin. E’ l’idea alla base della startup Tools for Humanity co-fondata da Alex Blania assieme a Sam Altman, che i più conoscono per OpenAi e ChatGpt. Adesso il babbo dell’Intelligenza artificiale più chiacchierata al mondo ha lanciato negli Stati Uniti il suo sistema di verifica dell’identità basato sulla lettura dell’occhio umano. Un sistema che ha già suscitato parecchie polemiche e altrettante preoccupazioni.

COME FUNZIONA LA LETTURA DELL’OCCHIO MESSA A PUNTO DA ALTMAN

Il sistema si basa su di un’app, World e su di un accessorio sferico chiamato Orb che legge l’iride degli utenti per autenticarli su varie piattaforme supportate. Spicca nell’elenco la presenza del fortunatissimo videogame Minecraft. Per spingere le persone a provare il misterioso dispositivo chi si loggherà tramite scansione dell’occhio riceverà in cambio la criptovaluta proprietaria, Worldcoin. In Kenya, dettagliava un articolo di Repubblica del settembre 2024, gli utenti hanno ricevuto 50 dollari. Piuttosto poco, ma non in quella parte del mondo. Le autorità sono comunque intervenute e hanno chiuso l’accesso all’app.

LA DISCUSSA PRESENZA DELLA CRIPTO WORLDCOIN

Altman sembrava aver lasciato da parte il progetto di una propria cripto per via dell’ostilità per le monete virtuali manifestata dall’amministrazione Biden. Ma a quanto pare con l’arrivo di Trump Worldcoin è stato tirato fuori dai cassetti e continuerà l’integrazione con il sistema di scan degli occhi. Due anni e mezzo fa, ricordava lo scorso autunno Wired, il progetto Worldcoin era stato oggetto di critiche per pratiche ritenute ingannevoli e sfruttatrici nel reclutamento di persone per la scansione dell’iride. All’epoca, Blania attribuì questi comportamenti caotici al fatto che l’organizzazione fosse ancora nella fase iniziale di “startup”.

La natura mercantilistica dell’operazione di marketing non è delle più esaltanti, dato che sembra alludere a uno scambio sinallagmatico tra dati e monete virtuali. Non è nemmeno possibile sapere se l’offerta di pagare gli utenti in cripto sia solo uno sprone per aiutarli a superare le diffidenze iniziali oppure se la macchina abbia bisogno di essere nutrita con tantissimi dati, come accade per gli algoritmi di intelligenza artificiale, a iniziare da ChatGpt per restare in casa Altman.

Sempre Wired in un articolo di diversi mesi fa ricordava che nel 2023 il servizio era stato oggetto di indagini da parte di governi in Germania, Brasile, India, Corea del Sud e Kenya, “preoccupati per il modo in cui venivano archiviati e utilizzati i dati biometrici. Worldcoin ha sospeso i propri servizi in India, Brasile e Francia”.

“PRIVACY FIRST”

“Algoritmi di prevenzione delle frodi basati su sensori multispettrali eseguiti localmente sul dispositivo garantiscono la massima privacy”, fanno sapere dalla startup prevedendo e tentando di prevenire le numerose obiezioni proprio sulla sensibilità dei dati trattati. Anche per questo Orb è stato reso open source e sul sito ufficiale appare ‘messo a nudo’, ovvero smontato e con ogni sua componente ben in vista.

Un desiderio di trasparenza che si rintraccia in ogni dichiarazione: “A ciascun dispositivo viene assegnata una chiave privata, conservata in un hardware sicuro, che autentica l’Orb e firma i messaggi importanti”. Il motto di Tools for Humanity è infatti Privacy First, e non è dato sapere se sia un caso che ricordi l’America First di trumpiana memoria.

CHI HA INVESTITO NELLA STARTUP E CHI LA FINANZIA

La startup statunitense, anche grazie alla presenza di Altman, ha raccolto circa 200 milioni di dollari da Andreessen Horowitz e Khosla Ventures, dal co-fondatore di LinkedIn Reid Hoffman e soprattutto non è passata inosservata la presenza del founder di Ftx, società per lo scambio di criptovalute, Sam Bankman-Fried, che nel nel 2024 è stato condannato a 25 anni di carcere per frode.

I DUBBI E I TIMORI DOVUTI ALLO SCAN DELL’OCCHIO

Quel che è certo è che proprio la natura dei dati ceduti per l’autenticazione ha già fatto alzare più di un sopracciglio da parte di chi vuole sapere anzitutto come saranno stoccati, dove, per quanto tempo, con quali misure di sicurezza. Perché se è vero che lo scan dell’occhio garantisce virtualmente la massima sicurezza tra le chiavi d’accesso oggi esistenti è altrettanto vero che una volta che la nostra iride viene digitalizzata potrebbe essere poi sottratta da malintenzionati con le conseguenze immaginabili.

CHI SALTA SULLA SEDIA NEL COLLEGIO DEL GARANTE

Ripropone oggi il tema nel nostro Paese Agostino Ghiglia, membro del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali presso l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali (l’authority aveva già espresso dubbi a inizio aprile), che sul suo profilo LinkedIn retoricamente chiede: “Davvero siamo disposti a vendere l’iride dei nostri occhi, in cambio di criptovaluta, per ottenere un “passaporto universale”? Lo chiamiamo davvero “identità digitale”?”

Quindi il componente del collegio in quota centrodestra aggiunge:  “Serve a “proteggere l’umanità” dall’AI… o a schedarla meglio? Il fatto che la proposta venga da un Master dell’IA generativa ci solleva qualche dubbio in più ? Stiamo passando dalla fantascienza alla realtà cliccando un semplice “Accetta”…non stiamo forse cedendo, giorno dopo giorno, troppi pezzi di noi ? Il progetto World di Sam Altman promette autenticazione biometrica e criptovaluta in cambio. Ma possiamo davvero affidarci a un sistema globale che trasforma l’iride in password universale? Non rischiamo di barattare identità e libertà per una manciata di token digitali?” Quindi chiosa: “Questo ulteriore salto nel futuro non meriterebbe forse una riflessione più ampia, pubblica e trasparente, prima che diventi la nuova normalità?”

E ALLORA LO SCAN DELL’IMPRONTA DIGITALE?

Interrogativi di peso che certo meritano singolarmente lunghe riflessioni. Resta però da chiedersi perché i medesimi quesiti non siano stati posti quando sono comparsi, anche in Italia, i primi device (cellulari, tablet, laptop, ecc…) dotati di lettore del polpastrello. Milioni di concittadini ogni giorno entrano nel proprio cellulare (o nei coworking, o in altri spazi con misure di sicurezza particolare) cedendo in cambio impronte biometriche univoche senza ben sapere dove finiscano (nel caso dei device molti produttori sono peraltro cinesi). Tutto questo senza suscitare particolare clamore. Come mai questo doppiopesismo tra dita e occhi? Le Big Tech cinesi possono avere le nostre impronte ma quelle statunitensi non possono rubarci gli occhi? E’ forse venuto il momento di ammettere che anche questa volta noi europei ci siamo svegliati tardi?