Qualcuno spieghi a Carrozza del Cnr che non è Trump

Come Carrozza scorrazza sulla carrozza del Cnr. La lettera di Claudio Trezzano

Feb 21, 2025 - 10:06
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Qualcuno spieghi a Carrozza del Cnr che non è Trump

Come Carrozza scorrazza sulla carrozza del Cnr. La lettera di Claudio Trezzano

Caro direttore,

c’è qualcuno che, con le dovute proporzioni, sembra voler far rivivere i fasti della prima Repubblica. Si tratta niente di meno che di Maria Chiara Carrozza, presidente ormai in scadenza del Cnr, che già da molto tempo poco o nulla si è fatta vedere nella sede dell’ente a piazzale Aldo Moro a Roma (la sua assenza o, per meglio dire, latitanza, ha suscitato da parte del personale del Cnr molte critiche, alle quali Start Magazine ha voluto dare voce già nei mesi scorsi).

Fittissima l’agenda di viaggi della Carrozza, caro direttore, viaggi che, secondo i bene informati, sarebbero stati finalizzati ad assicurare all’ex deputata pd, ex ministro e quasi ex presidente del maggiore ente di ricerca italiano, un qualche incarico a livello internazionale, frutto dei contatti intessuti e coltivati a beneficio personale nei gangli delle istituzioni europee e delle agenzie che governano le attività di ricerca.

Un’agenda che, curiosamente, ricalca le nuove direttrici che la politica internazionale ha intrapreso nelle ultime settimane, soprattutto a seguito del cambio della guardia nell’amministrazione Usa e delle prime esternazioni di Trump.

Trump dichiara nel suo discorso d’investitura che gli Stati Uniti devono controllare la Groenlandia? Niente paura, ecco subito, a fine gennaio, la Carrozza recarsi a Tromso in Norvegia per partecipare all’”Arctic Frontiers 2025: Beyond Borders”. Una conferenza dedicata ai temi scientifici e tecnologici e agli ultimi sviluppi nella ricerca artica, ma che cade appunto nel bel mezzo delle polemiche e delle guerre diplomatiche scatenate dal presidente americano con il Canada e la Danimarca, agganciate alle mire di controllo delle rotte e delle risorse minerarie artiche: poteva forse mancare il fondamentale contributo della presidente del Cnr?

Altra missione di alta diplomazia a carico del contribuente quella organizzata in quattro e quattr’otto dalla presidente Cnr ai primi di febbraio nell’ordine a Panama, Costa Rica e Messico “con l’obiettivo – recita il comunicato stampa ufficiale sul portale dell’ente – di promuovere e incentivare la collaborazione bilaterale con istituzioni, studiosi e studiose di tali paesi”: in agenda la firma di un accordo quadro con la principale istituzione scientifica panamense nonché incontri e tavoli tecnici con centri di ricerca e università costaricane e messicane.

Ma, guarda caso, caro direttore, anche questa volta la missione si svolge nel momento di massima attenzione mediatica su quella regione, con le reiterate dichiarazioni del presidente statunitense a proposito della pretesa di sovranità sul canale di Panama, con il primo viaggio del nuovo Segretario di Stato Rubio in Costa Rica per affermare l’egemonia statunitense nella regione, con l’inizio della guerra dei dazi e contro l’immigrazione nei confronti del Messico.

Oltre al presenzialismo e alla smania di essere sotto i riflettori rispetto all’evoluzione degli scenari internazionali, sono da sottolineare le inopportune modalità con cui la Carrozza ha organizzato queste missioni. Una folta delegazione, a spese dei contribuenti, ha attraversato i paesi caraibici con finalità e programmi del tutto inconsistenti, che un semplice funzionario avrebbe potuto risolvere in maniera più efficace, mi assicurano più fonti interne del Consiglio.

Ma lungi dal darle visibilità, questo scenario sembra solo preannunciare l’uscita di scena della Carrozza, sebbene abbia tentato in tutti i modi di ottenere dal governo (diametralmente distante dalle sue originarie posizioni politiche, anche se si bisbiglia di un rapporto non conflittuale con il ministro azzurro Anna Maria Bernini) una riconferma alla guida del Cnr. Altri segnali sembrano chiaramente alludere a un prossimo addio dei vertici del Cnr: concorsi ad personam per assicurare progressioni di carriera ai fedelissimi, conferme di dirigenti improbabili, nomine di direttori di istituti di ricerca incomprensibili, accordi con istituzioni e università amiche per distribuire residui di bilancio, infine un’accelerazione nelle attività in collaborazione con i vertici e le aziende militari, che potrebbero sempre tradursi in futuri lucrosi incarichi di consulenza o altro…

Il tutto, caro direttore, mentre schiere di precari dal futuro molto incerto da mesi presidiano l’ente di ricerca attendendo inutilmente di essere ricevuti dalla presidente, come pure sarebbe un loro diritto. E mentre il tanto sbandierato piano di rilancio della ricerca della Carrozza e i progetti del Pnrr sembrano languire in una palude fatta di burocrazia e di ossessivo controllo da parte dell’amministrazione plasmata dalla stessa presidente e dal suo direttore generale …

Caro direttore, queste le ultime novità dal CNR, mentre resta compatta la speranza del mondo della ricerca nazionale che questi viaggi in carrozza siano finalmente giunti al capolinea…