Qual è il significato della clausola “Cpfr” stampata sul buono postale?

Ecco in che cosa consiste la clausola “Cpfr” stampata sul buono fruttifero postale e come influisce sui diritti di rimborso degli intestatari nel caso di decesso di uno di essi

Mar 25, 2025 - 15:56
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Qual è il significato della clausola “Cpfr” stampata sul buono postale?

Da generazioni il buono fruttifero postale è uno degli strumenti più amati dagli italiani. Il motivo è che non ha nessun costo per l’apertura e per il rimborso. In più è garantito dallo Stato Italiano e offre un investimento sicuro con un rendimento che cresce nel tempo.

Fu introdotto nel 1925 per incoraggiare i cittadini a risparmiare come alternativa ai conti correnti bancari. Da allora tale prodotto è diventato molto popolare per chi desidera far crescere il proprio capitale in modo sicuro. Uno degli elementi che spesso si trova stampato sul buono postale è la clausola “Cpfr”. Questa sta a significare “con pari facoltà di rimborso”. Ma cosa significa esattamente tale termine e in quali casi si applica?

Che significato ha la clausola “Cpfr” sul buono postale

I buoni postali sono una forma semplice e sicura per risparmiare. Insieme al libretto di risparmio, infatti, sono garantiti dallo Stato e offrono la restituzione del capitale investito in ogni momento. Sono poi soggetti a una tassazione agevolata sugli interessi uguale al 12,50% e sono esenti dall’imposta di successione.

Quando si acquista un titolo cartaceo può comparire la clausola “Cpfr”, il cui significato è “con pari facoltà di rimborso”. Significa che se il buono postale ha più intestatari ciascuno di essi può riscuoterlo da solo senza richiedere il consenso degli altri.

I bfp possono essere intestati quindi a più persone ma fino a un massimo di quattro. Come detto, ogni intestatario può richiedere il rimborso senza consenso degli altri ma durante la sottoscrizione si può anche escludere questa possibilità così che serva l’accordo di tutti per la riscossione.

Per chiedere la cointestazione, però, ci sono delle regole obbligatorie da seguire:

  • i minorenni non possono avere buoni postali intestati insieme a un maggiorenne;
  • non è possibile cointestare bfp tra soli minorenni.

Morte di uno dei cointestatari

Nel caso in cui il buono postale sia cointestato con una persona deceduta, la clausola Cpfr risulterà ancora valida? Più sentenze del collegio di coordinamento dell’Abf hanno stabilito che se si ha un titolo cointestato con altre persone e una di queste muore, ogni cointestatario può comunque riscuotere il buono. Quest’ultimo è infatti trattato come i Titoli di Stato per quanto concerne l’imposta di successione per cui non viene considerato come una parte di bene da ereditare e non è soggetto a restrizioni come altri beni ereditari.

La situazione non cambia nemmeno nel caso in cui sia l’erede cointestatario del buono postale a chiedere il rimborso. Il collegio di coordinamento dell’Arbitro Bancario Finanziario si è espresso anche su tale questione affermando che “il singolo coerede è legittimato a far valere davanti all’ABF il credito del de cujus caduto in successione sia limitatamente alla propria quota, sia per l’intero, senza che l’intermediario resistente possa eccepire l’inammissibilità del ricorso deducendo la necessità del litisconsorzio né richiedere la chiamata in causa degli altri coeredi”.

Potrebbe però capitare che Poste Italiane si rifiuti di rimborsare il titolo. In quel caso:

  • si potrà inviare un reclamo formale a Poste specificando i motivi per i quali si sta chiedendo il pagamento del buono. Ci si dovrà però assicurare di allegare una copia del proprio documento di identità. Potrebbe anche essere utile menzionare le pronunce del collegio di coordinamento dell’Abf che supportano il diritto alla riscossione;
  • dopo 60 giorni dall’invio del reclamo nel caso non si riceva risposta o il problema dovesse sussistere, si potrà procedere con un ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario. Le decisioni di tale ente, però, non sono vincolanti come quelle di un giudice. Se però l’intermediario non le rispetta, la notizia di inadempimento è resa pubblica per cinque anni sul sito dell’Abf e posta in evidenza su quello dell’intermediario per sei mesi.