Protesta sotto la Curia. Il Comitato residenti: "Via don Biancalani. Oppure il vescovo"

Megafono e striscioni per chiedere la fine di una convivenza impossibile. Monsignore riceve una delegazione. Cerdini: "Abbiamo la sua parola". .

Mar 9, 2025 - 09:04
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Protesta sotto la Curia. Il Comitato residenti: "Via don Biancalani. Oppure il vescovo"

"Se don Biancalani non sarà rimosso dal suo incarico, la prossima tappa della nostra protesta sarà a Bologna, davanti alle porte del cardinal Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, e suo superiore, signor vescovo, per chiedere che anche lei sia rimosso". È stato questo il momento più duro della protesta che ieri mattina il Comitato dei residenti di Vicofaro ha portato davanti alla Curia vescovile, prima che una sua delegazione fosse ricevuta dallo stesso vescovo, monsignor Fausto Tardelli, la persona a cui in questo momento politica e cittadinanza chiedono la soluzione al problema dell’accoglienza nel centro per migranti gestito da don Massimo Biancalani. Una sessantina i residenti che hanno srotolato striscioni chiedendo l’allontanamento del ’don’, e spiegando, megafoni alla mano, le loro ragioni. A niente sembra essere valso il piano di decongestionamento avviato dopo il vertice a cui ha partecipato lo stesso sindaco Alessandro Tomasi da Roma, insieme al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Una quarantina gli ospiti che sono già stati trasferiti nei Cas di varie Prefetture della Toscana, e altri dieci nei centri gestiti dai comuni nel Nord Italia. Il timore dei residenti è che il parroco non si fermerà e che i numeri di un’accoglienza incontrollata possano ritornare quelli di sempre. L’unico a poter dare un limite a questo punto sembra essere solo il vescovo, che ieri mattina ha incontrato due dei residenti del quartiere, il portavoce del Comitato, Gabriele Rafanelli e Marisa Tagliaferri, accompagnati dal capogruppo della Lega in consiglio comunale, Cinzia Cerdini, e dal presidente di Azione Studentesca di Pistoia Matteo Pomposi. Un incontro dai toni distesi, come è stato definito dalla stessa Diocesi, ma che non sembra aver messo fine a un confronto che appare ancora irrisolto, come hanno commentato i rappresentanti del Comitato. "Il vescovo ha ascoltato le nostre ragioni e in parte le condivide – ha spiegato Rafanelli – ci ha detto di portare pazienza, la pazienza di un cristiano, ma le cose ora non si risolveranno". "Il vescovo vuole onorare la parola che ha dato al tavolo istituzionale che si è svolto a Roma – ha spiegato Cerdini della Lega – La sua parola è la garanzia della soluzione del problema che passa dagli spostamenti di molti degli ospiti. Vicofaro deve essere alleggerito, lo sa benissimo anche lui". Una linea confermata anche dalla nota diffusa poi dalla Diocesi: "Il vescovo ha sottolineato l’importanza di interagire con il Ministero dell’Interno, , in collaborazione con la Caritas nazionale".

Quanto alla richiesta dei residenti di rimuovere don Biancalani dall’incarico di parroco di Vicofaro, Cerdini (Lega) spiega che questa non è materia su cui la politica ha competenza. Ma i residenti ieri mattina sono stati chiari, puntando il dito su una serie di inadempienze che loro imputano al parroco e sulla questione della perdita della fruibilità della chiesa di Santa Maria Maggiore. "Don Biancalani ha smesso di fare benedizioni nelle case – hanno gridato a gran voce i residenti – Non c’è più un’attività pastorale vera. Non c’è catechismo per i bambini, non ci sono comunioni né matrimoni. Ci è rimasta la messa della domenica che il parroco celebra in una chiesa vuota. D’altronde chi vorrebbe entrare in un luogo dove di notte dormono persone tra le quali circolano malattie come la tubercolosi o la meningite? A questo punto, tanto vale sconsacrare la chiesa. Anche se questo noi residenti non lo permetteremo mai. Ed è perciò che chiediamo che sia mandato via don Biancalani".

Nello stesso momento, mentre in via Puccini, i residenti chiedevano il suo allontanamento, don Biancalani a Vicofaro celebrava un ’concerto per l’accoglienza’, un’iniziativa multietnica promossa come atto di gentilezza, quella "gentilezza che sconfigge l’odio e il pregiudizio", le sue parole. Tante le testimonianze dei ragazzi che negli anni sono stati accolti nel centro e guidati fino a raggiungere anche un’indipendenza economica. Ma per ora la parola pace è ancora lontana dal poter essere realizzata a Vicofaro.

Martina Vacca