Prof che non accompagnano in gita: più che la paga (inesistente) spaventano i giudici (se qualcuno si fa male)
La paura è quella di trovarsi in situazioni complicate, senza un’adeguata tutela, con classi sempre più difficili da gestire. E poi ci sono i “bonus” stipendiali: bassi, a tratti irrisori se non inesistenti, e inadeguati rispetto all’onere da sostenere. Questi sono i principali motivi che spingono un numero crescente di docenti a rinunciare ad accompagnare le proprie classi nel viaggio d’istruzione, facendolo spesso saltare. Secondo il recente Osservatorio sulle Gite Scolastiche di Skuola.net, nel 40% dei casi, quando la scuola alza bandiera bianca, il motivo risiede proprio nell'assenza di insegnanti disponibili a partire: un dato in crescita del 10% rispetto all’anno precedente. Una tendenza, questa, che trova ulteriore conferma nei risultati di un sondaggio effettuato da La Tecnica della Scuola, che ha coinvolto 1.938 docenti sul tema. Perché i prof non vogliono partire? Il portale di riferimento per i professori ha posto una semplice domanda ai propri lettori: perché secondo voi gli insegnanti sono riluttanti ad andare in gita? Alla base c’è, prima di tutto, la paura legata a eventuali incidenti e, di riflesso, alle ripercussioni legali, che spaventano, specie in assenza di un’adeguata copertura assicurativa: una fattispecie temuta da quasi 1 docente su 2 (il 48,8%). Particolarmente forti - la indica come motivazione principale alla rinuncia il 27,7% degli intervistati - sono anche i timori legati alla consapevolezza, che molti prof hanno ben presente, di non riuscire a “governare” gli stessi studenti: se questo è difficile in classe, figurarsi al di fuori dell’istituto scolastico. Non da meno, tra le problematiche segnalate, è la questione compensi: bassi - per non dire simbolici - e non proporzionati all’incarico. Una motivazione più che sufficiente per dire “no” alla tradizionale gita di fine anno per il 21,7% dei partecipanti al sondaggio. Ma non finisce qui: c’è anche chi ne fa una questione di carriera. Sebbene, infatti, i docenti siano da sempre impegnati in attività extrascolastiche - quali sono i viaggi d’istruzione - queste non portano grandi riconoscimenti in termini di carriera: è il “freno” per l’1,8% degli intervistati, che si traduce in un ulteriore disincentivo a farsi carico dell’accompagnamento delle scolaresche in gita.

La paura è quella di trovarsi in situazioni complicate, senza un’adeguata tutela, con classi sempre più difficili da gestire. E poi ci sono i “bonus” stipendiali: bassi, a tratti irrisori se non inesistenti, e inadeguati rispetto all’onere da sostenere.
Questi sono i principali motivi che spingono un numero crescente di docenti a rinunciare ad accompagnare le proprie classi nel viaggio d’istruzione, facendolo spesso saltare.
Secondo il recente Osservatorio sulle Gite Scolastiche di Skuola.net, nel 40% dei casi, quando la scuola alza bandiera bianca, il motivo risiede proprio nell'assenza di insegnanti disponibili a partire: un dato in crescita del 10% rispetto all’anno precedente.
Una tendenza, questa, che trova ulteriore conferma nei risultati di un sondaggio effettuato da La Tecnica della Scuola, che ha coinvolto 1.938 docenti sul tema.
Perché i prof non vogliono partire?
Il portale di riferimento per i professori ha posto una semplice domanda ai propri lettori: perché secondo voi gli insegnanti sono riluttanti ad andare in gita?
Alla base c’è, prima di tutto, la paura legata a eventuali incidenti e, di riflesso, alle ripercussioni legali, che spaventano, specie in assenza di un’adeguata copertura assicurativa: una fattispecie temuta da quasi 1 docente su 2 (il 48,8%).
Particolarmente forti - la indica come motivazione principale alla rinuncia il 27,7% degli intervistati - sono anche i timori legati alla consapevolezza, che molti prof hanno ben presente, di non riuscire a “governare” gli stessi studenti: se questo è difficile in classe, figurarsi al di fuori dell’istituto scolastico.
Non da meno, tra le problematiche segnalate, è la questione compensi: bassi - per non dire simbolici - e non proporzionati all’incarico. Una motivazione più che sufficiente per dire “no” alla tradizionale gita di fine anno per il 21,7% dei partecipanti al sondaggio.
Ma non finisce qui: c’è anche chi ne fa una questione di carriera. Sebbene, infatti, i docenti siano da sempre impegnati in attività extrascolastiche - quali sono i viaggi d’istruzione - queste non portano grandi riconoscimenti in termini di carriera: è il “freno” per l’1,8% degli intervistati, che si traduce in un ulteriore disincentivo a farsi carico dell’accompagnamento delle scolaresche in gita.