Prodotti senza glutine, prezzi in aumento del 166%

L’analisi nazionale mette a confronto i prezzi di GDO, di farmacie e di negozi specializzati per i prodotti senza glutine. Ecco qual è l'aumento medio e le differenze di prezzo

Mag 17, 2025 - 16:42
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Prodotti senza glutine, prezzi in aumento del 166%

In Italia la celiachia colpisce circa l’1% della popolazione. Nonostante si tratti di una percentuale contenuta, gli individui non possono e non dovrebbero rinunciare a pane, pasta e snack senza glutine per motivi economici. L’ultimo monitoraggio dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori conferma invece una vera “tassa celiachia”: dal 2016 a oggi i prezzi dei prodotti dietoterapeutici senza glutine nelle farmacie sono aumentati del 10%.

Gli aumenti peggiori si registrano nei negozi specializzati, dove per alcuni articoli si arriva anche al 166% in più rispetto ai supermercati, aggravando un onere già pesante per oltre 265mila persone diagnosticate e circa 600mila in attesa di conferma.

Paradosso dei prezzi: tra GDO e negozi

Nei supermercati, nel tempo, si è registrata una diminuzione media del 4% dei prezzi dei prodotti senza glutine. Al contrario nei negozi specializzati, rispetto al 2016, i listini riflettono costi logistici e di marginalità più elevate, con rincari anche fino al +160%.

Prezzi dei prodotti base senza glutine:

  • farina 1kg a 5,71 euro in farmacia, mentre in un negozio specializzato a 4,50 euro;
  • pasta 500g a 3,90 euro in farmacia, mentre in un negozio specializzato a 3,90 euro;
  • biscotti 220g a 3,50 euro in farmacia, mentre in un negozio specializzato a 3,50 euro;
  • crackers 380g a 3,36 euro in farmacia, mentre in un negozio specializzato a 5,70 euro;
  • merendine al cioccolato a 4,40 euro in farmacia, mentre in un negozio specializzato a 4,40 euro;
  • pane in cassetta 400g a 5,95 euro in farmacia, mentre in un negozio specializzato a 5,95 euro;
  • fecola di patate 250g a 1,36 euro in farmacia, mentre in un negozio specializzato a 1,36 euro;
  • pizza surgelata 390g a 5,95 euro in farmacia, mentre in un negozio specializzato a 5,95 euro;
  • birra 33cl a 2,95 euro in farmacia, mentre in un negozio specializzato a 3,50 euro.

Anche il canale di acquisto della farmacia, tradizionalmente percepito come un presidio sanitario più sicuro, registra invece un aumento medio del 10% sui prodotti senza glutine.

Buoni regionali e rimborso: dove usarli

Il contributo per l’acquisto dei prodotti senza glutine varia a seconda delle regioni, creando quindi incertezza e disuguaglianze di accesso. In alcune regioni i buoni elettronici sono spendibili in GDO, farmacie e negozi specializzati. In altre, invece, il rimborso è vincolato alle sole farmacie convenzionate o ai dispensari pubblici.

Chi si sposta per lavoro, studio o vacanza non può utilizzare il buono al di fuori della propria regione e si ritrova a dover trasportare scorte o sostenere nuove spese.

Mangiare fuori: conto salato del +18%

Infine nel report si cita l’aspetto più grave, ovvero quello che ha un impatto anche nella socialità del singolo individui: mangiare fuori casa. Con la celiachia, mangiare fuori si traduce in un costo ancora più pesante.

La spesa media dei pasti senza glutine segna un +18,3% rispetto ai menu tradizionali, con un aumento del 16,7% dai livelli del 2016. A pesare, percorsi di preparazione separati, materie prime dedicate e formazione del personale, ma anche molta disinformazione e disinteresse.

Nel dettaglio, il costo medio dei pasti fuori casa:

  • bruschette (1 porzione) a 6,50 euro senza glutine, mentre il tradizionale costa 5,00 euro;
  • piatto misto di fritti a 17,00 euro senza glutine, mentre il tradizionale costa 13,50 euro;
  • primo piatto a 13,00 euro senza glutine, mentre il tradizionale costa 11,00 euro;
  • pizza a 10,50 euro senza glutine, mentre il tradizionale costa 9,00 euro;
  • panino con hamburger e patatine a 10,00 euro senza glutine, mentre il tradizionale costa 8,00 euro;
  • dolce a 6,00 euro senza glutine, mentre il tradizionale costa 5,00 euro.