Prime Target è azione, intrigo e numeri – La Recensione della Serie Tv Apple TV+
ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Prime Target, la serie tv thriller di Apple TV+!! Una delle ultime proposte di genere thriller rilasciate da Apple TV+ è Prime Target, che dovremmo tradurre in italiano con “numeri primi”. Si tratta di un prodotto che vuole dare brio al dramma impostando la trama sulla falsariga di una spy-story.… Leggi di più »Prime Target è azione, intrigo e numeri – La Recensione della Serie Tv Apple TV+ The post Prime Target è azione, intrigo e numeri – La Recensione della Serie Tv Apple TV+ appeared first on Hall of Series.

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Prime Target, la serie tv thriller di Apple TV+!!
Una delle ultime proposte di genere thriller rilasciate da Apple TV+ è Prime Target, che dovremmo tradurre in italiano con “numeri primi”. Si tratta di un prodotto che vuole dare brio al dramma impostando la trama sulla falsariga di una spy-story. È una serie che si serve molto dell’azione per creare pathos e ritmo. Ed è uno show che vorrebbe spingere a riflessioni sul mondo moderno e sulle logiche che sono alla base del suo funzionamento. Nella recensione ai primi due episodi, abbiamo visto come Prime Target avesse preparato il terreno per una storia che si mostrava sin dal principio ricca di plot twist, adrenalina e azione. Ed è stato così.
Prime Target è una serie tv dal ritmo incalzante, che spinge lo spettatore ad andare fino in fondo per capire come si scioglieranno tutti i nodi e se davvero il protagonista riuscirà a risolvere l’enigma più articolato di tutti.
La serie di Apple TV+ è incentrata sulle conseguenze del lavoro di Edward Brooks, un giovane studente di matematica della Cambridge University. Brillante, intellettualmente vivace e assai schivo, come solo alcuni matematici sanno esserlo, Edward sta lavorando ad una ricerca sui numeri primi. Il ragazzo è ossessionato dai numeri primi. Secondo la sua teoria, il mondo stesso poggia le basi sui numeri primi. Dietro il volo di uno stormo di uccelli si nasconde uno schema di numeri primi. Le forme geometriche delle cose derivano da numeri primi. I computer, la moderna tecnologia, i database e i sistemi di sicurezza vengono progettati a partire dai numeri primi.
È abbastanza chiaro dunque l’importanza che può avere qualsiasi tipo di ricerca sull’argomento. I matematici potrebbero avere le chiavi del mondo. E non è un modo di dire. Gli esperti di matematica, attraverso lo studio degli schemi numerici, potrebbero decrittare codici, accedere a sistemi impenetrabili, violare sistemi di sicurezza. Edward Brooks, insomma, ha sulle spalle una grossa responsabilità, anche se nei primi episodi di Prime Target neppure sembra rendersene conto. Edward diventa una sorta di attenzionato speciale. Ha alle calcagna agenzie governative, professori e studiosi. Gli esperti di cybersicurezza sanno che chi riesce a entrare in possesso delle chiavi giuste, diviene detentore di un potere quasi sconfinato. Il teorema di Edward – Prime Finder – se confermato, darebbe il potere di mettere in ginocchio un intero Paese, di orientare le grandi decisioni mondiali e sconvolgere praticamente gli equilibri del pianeta.
E naturalmente le agenzie private e i loro misteriosi finanziatori sono i primi interessati a entrare in possesso del lavoro di Brooks.
Una bella rogna per Edward, che invece pone in secondo piano le implicazioni politiche della sua ricerca ed è ossessionato unicamente dalla voglia di apporre la propria firma sulla ricerca. Già nei primi episodi, abbiamo visto come i primi a puntare gli occhi sul lavoro del ragazzo siano stati gli agenti della NSA, per ragioni che man mano che si va avanti nella visione degli episodi risultano sempre più comprensibili. L’agente Taylah, fino a quel momento relegata a compiti di sorveglianza, viene trascinata suo malgrado nel turbine degli eventi.
Dopo aver conosciuto Edward e aver indagato con lui sulle ragioni dietro la morte del professor Robert Mallinder (e sull’attenzione morbosa dell’agenzia per i numeri primi), Taylah ed Edward partono per Baghdad, sperando di trovare negli scavi di Andrea una prima risposta alle loro domande. Entrambi si sono infilati in un gioco troppo grande. Un gioco con tante pedine pronte ad accaparrarsi il bottino. Prime Target non si sofferma più di tanto sulle spiegazioni scientifiche alla base delle “illuminazioni“ di Edward (anche perché probabilmente nessuno ci capirebbe niente). La parte più squisitamente teorica esiste, ma aleggia come qualcosa di incomprensibile sulle teste degli spettatori.
Ciò che sappiamo è che esiste una funzione matematica che, se risolta, è in grado di consegnare le chiavi di tutti i sistemi informatici a chi la possiede.
Un’arma potentissima, come lo erano Enigma nelle mani di Alan Turing durante la Seconda Guerra mondiale o gli studi di Oppenheimer (guardate il film se non lo avete ancora fatto). Si tratta di un’arma così potente da aver già lasciato delle vittime sacrificali sul percorso. Chi ha lavorato su Prime Finder è morto suicida o per mano di entità sconosciute, per cui la posta in palio si alza man mano che ci si avvicina all’inevitabile. Prime Target ripropone un dilemma già affrontato in decine e decine di film, anche piuttosto recenti: uno scienziato è responsabile dell’uso che viene fatto delle proprie scoperte? Edward Brooks crede di essere libero da qualsiasi pregiudiziale etica, ma così non è.
Prime Target ci sospinge quindi verso la domanda ineluttabile: alla fine, Edward Brooks risolverà il rebus pur sapendo di stare creando un’arma di distruzione
Possiamo dire che gli spettatori, per tutto il tempo della visione. conoscano già la risposta. Non dubitiamo neanche per un momento, infatti, delle reali intenzioni di Edward, per quanto il suo personaggio possa apparire titubante e combattuto. Non sorprende dunque che, alla fine, il ragazzo risolva l’enigma: il suo ego e la voglia di rivalsa sono talmente dirompenti da impedirgli di mettere la parola fine alla propria ricerca senza completare il lavoro. Ed ha basato tutta la propria vita sui numeri primi. Fare marcia indietro, seppure per una causa “superiore”, sarebbe un fallimento totale.
Allo stesso modo, è prevedibile anche il plot twist con cui si chiude la serie, con i giovani (Ed e Taylah) che si ribellano alle istituzioni vetuste e conservatrici (Jane e la NSA, il professor Alderman) e scelgono di fare buon uso del proprio patrimonio di conoscenze. Era tutto già scritto sin da principio, anche se un colpo di scena ben assestato nel finale effettivamente esiste. Prime Target è una buona serie tv. Apple TV+ ha partorito esemplari molto più interessanti (basti pensare a Slow Horses, tanto per citarne una), ma questo rimane un prodotto che funziona comunque.
Il ritmo è buono, la trama abbastanza articolata, la narrazione è fluida. I colpi di scena si alternano a sequenze d’azione e a momenti più riflessivi, che mettono in luce la psicologia dei vari personaggi e provano a raccontarci qualcosa in più sulle loro relazioni.
Ma, arrivati in fondo agli 8 episodi della prima (e unica?) stagione, Prime Target non ci lascia addosso granché. Magari lo show funzionerà lo stesso, soprattutto perché il volto del personaggio principale (Leo Woodall, One Day, che dovete guardare per forza) ha un certo appeal presso il pubblico (specie quello femminile). Ma a livello di emozioni che ti restano addosso, non c’è niente di così rilevante da spingerci a creare un legame forte con lo show. La formula per mettere in piedi una storia di buon intrattenimento è senz’altro azzeccata. Non si tratta però della formula perfetta, né delle basi su cui costruire qualcosa di veramente solido e indimenticabile.
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