Poste può crescere in Tim e apre al dialogo con Vivendi

Il ruolo che Poste Italiane potrebbe avere nel futuro di Tim accende l’attenzione degli investitori ma anche quella dei sindacati, che ieri hanno chiesto un incontro con le due aziende, a garanzia dell’occupazione della società di telecomunicazioni che in Italia dà lavoro a 17mila persone. Il gruppo guidato da Matteo Del Fante venerdì, insieme ai […] L'articolo Poste può crescere in Tim e apre al dialogo con Vivendi proviene da Iusletter.

Feb 19, 2025 - 09:54
 0
Poste può crescere in Tim e apre al dialogo con Vivendi

Il ruolo che Poste Italiane potrebbe avere nel futuro di Tim accende l’attenzione degli investitori ma anche quella dei sindacati, che ieri hanno chiesto un incontro con le due aziende, a garanzia dell’occupazione della società di telecomunicazioni che in Italia dà lavoro a 17mila persone.

Il gruppo guidato da Matteo Del Fante venerdì, insieme ai risultati, annuncerà i target per il 2025. Prima di allora difficilmente ci saranno novità sui piani di Poste per il 9,8% che ha appena rilevato di Tim, una quota che lo stesso gruppo ha definito «strategica». In molti sono convinti che quello di Poste nel gruppo tricolore di tlc sia solo un primo passo, a cui ne seguiranno altri, sia nella governance che a livello commerciale industriale, e, probabilmente, anche nell’azionariato. Al momento, però, non sarebbe stata presa ancora nessuna decisione al riguardo. Intanto Poste avrebbe già contattato Vivendi (socia al23,75% del capitale) per aprire un dialogo con il primo azionista di Tim. E non è escluso che in vista dell’assemblea possa anche chiedere di essere rappresentato in cda. Sia Vivendi che Poste, insieme hanno il 34% della società, non sono rappresentante in consiglio: il gruppo francese due anni fa ha infatti scelto di non partecipare alla governance, perché non condivideva la strategia del management e la vendita della rete. L’attuale consiglio di Tim consta infatti di 9 membri di cui 3 espressione del mercato e 6 indicati dalla lista del management tra cui il presidente Alberta Figari e l’ad Pietro Labriola.

In proposito nei prossimi giorni, finito il roadshow di Tim, è probabile che Labriola e Del Fante si incontrino per definire una ventaglio di possibili operazioni commerciali da realizzare insieme, e magari Poste potrebbe fare anche delle richieste sulla governance. Tim ha in agenda un consiglio per il 5 marzo per l’approvazione del bilancio, ma ancora all’ordine del giorno non ci sarebbe nessuna decisione in merito. Peraltro, essendo Poste una parte correlata del gruppo di telefonia,ogni opzione dovrebbe essere comunque vagliata dall’apposito comitato. Se Poste chiedesse un posto nel consiglio di Tim è probabile che lo faccia prima dell’assemblea del gruppo del 10 aprile, in modo che poi tutti i soci possano votare il futuro candidato.

Labriola e Del Fante si sono già incontrati settimane fa per discutere di Poste Mobile, in vista della scadenza del contratto da operatore virtuale del mercato mobile, attualmente in essere con Vodafone. Secondo fonti finanziarie, inoltre l’ingresso di Poste in Tim non precluderebbe neppure eventuali accordi con Cvc o Iliad, anche se potrebbero comunque esserci dei profili Antitrust da chiarire, perché insieme Poste, Tim e Iliad avrebbero una quota superiore al 40% della telefonia tricolore. Insomma la situazione resta fluida, ma nell’attesa di capire come Poste consoliderà il suo sodalizio con Tim, ieri le azioni hanno recuperato il 2,49% a 0,28 euro, mentre i titoli del gruppo di Del Fante sono saliti dello 0,34% a 14,88 euro.

L'articolo Poste può crescere in Tim e apre al dialogo con Vivendi proviene da Iusletter.