Pfas nell’acqua: dalle caraffe ai filtri per rubinetti, quali sono le soluzioni più efficaci per eliminarli?

I Pfas sono ormai ovunque, anche nell’acqua, come evidenziato da diverse indagini, tra cui quella del Forever Pollution Project che ha mappato migliaia di aree contaminate in Europa, rivelando il grave impatto di questi inquinanti “eterni” sull’ambiente. Anche parlando specificatamente del nostro Paese, la situazione non è certo rosea e Greenpeace ha recentemente creato la...

Feb 10, 2025 - 17:47
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Pfas nell’acqua: dalle caraffe ai filtri per rubinetti, quali sono le soluzioni più efficaci per eliminarli?

I Pfas sono ormai ovunque, anche nell’acqua, come evidenziato da diverse indagini, tra cui quella del Forever Pollution Project che ha mappato migliaia di aree contaminate in Europa, rivelando il grave impatto di questi inquinanti “eterni” sull’ambiente.

Anche parlando specificatamente del nostro Paese, la situazione non è certo rosea e Greenpeace ha recentemente creato la prima mappa della contaminazione da Pfas delle acque potabili italiane.

Leggi anche: In Italia il 54% delle acque supera i limiti di PFAS

Ricordiamo che l’esposizione prolungata a PFAS e pesticidi nell’acqua potabile può essere pericolosa per la nostra salute, aumentando il rischio di disturbi ormonali, problemi al sistema immunitario e malattie croniche.

Nonostante ciò, a livello europeo e nazionale non sono ancora state adottate misure politiche significative per limitare la contaminazione. In attesa di azioni concrete, come possiamo difenderci?

Gli esperti di Vert, un media indipendente francese specializzato in tematiche ambientali, hanno esaminato alcune soluzioni per ridurre la presenza di questi inquinanti nell’acqua potabile.

Soluzioni per filtrare l’acqua

Diverse tecnologie possono ridurre la presenza di inquinanti nell’acqua del rubinetto, a seguire i pro e i contro delle più diffuse.

Bastoncini di carbone (Binchotan)

Queste soluzioni vegetali, chiamate anche binchotan, vanno messe sul fondo di una caraffa classica per diverse ore. Si tratta di carbone vegetale prodotto dalla carbonizzazione di una varietà di quercia e tradizionalmente utilizzato in Giappone per filtrare l’acqua.

I bastoncini di carbone trattengono solo alcuni pesticidi, ma non eliminano i PFAS.

Perle di ceramica

Queste piccole palline, fatte di argilla, si devono mettere sul fondo di una brocca d’acqua. La rivista 60 millions de consommateurs sottolinea che le perle di ceramica vengono presentate come arricchite “con microrganismi che purificano l’acqua scomponendo le sostanze pericolose”, vengono quindi promosse come sistemi naturali per migliorare la qualità dell’acqua, ma non ci sono studi scientifici che confermino la loro efficacia.

Caraffe filtranti

Le caraffe filtranti, in plastica o vetro, utilizzano filtri a base di carbone attivo e resine a scambio ionico per catturare selettivamente i PFAS e altri inquinanti.

Alcuni modelli specifici, come quelli certificati NSF, possono rimuovere fino al 96% dei PFAS, mentre altri eliminano mediamente il 50%. Tuttavia, questi filtri rimuovono anche sali minerali utili all’organismo.

Il costo di una caraffa varia tra 60 e 70 euro, e i filtri devono essere sostituiti regolarmente per evitare che rilascino contaminanti. Inoltre, l’acqua filtrata va consumata entro 24 ore per prevenire contaminazioni batteriche.

Filtri per rubinetti

Alcuni sistemi di filtraggio collegano direttamente le cartucce di carbone attivo al rubinetto. Questi filtri sono efficaci nel trattenere PFAS a catena lunga, come il PFOA, ma non riescono a filtrare quelli a catena corta, come il TFA. Inoltre, rimuovono la maggior parte dei pesticidi.

L’efficacia dipende dal modello, e i prezzi variano tra 50 e oltre 150 euro. È importante verificare che siano certificati dalla NSF per l’eliminazione dei PFAS e sostituire regolarmente i filtri per mantenere l’efficacia.

Filtri ad osmosi inversa

Il sistema di osmosi inversa, utilizzato anche negli impianti di trattamento delle acque, può essere installato sotto il lavandino. L’acqua viene filtrata attraverso vari strati di filtri e poi, ad alta pressione, passa attraverso una membrana molto sottile.

Questo sistema elimina oltre il 90% dei PFAS e dei pesticidi, ma rimuove anche i sali minerali benefici, come il magnesio, che devono essere reintegrati.

Questi filtri costano diverse centinaia di euro e vanno sostituiti annualmente. Inoltre, l’acqua filtrata lascia una parte concentrata di liquido inquinato da smaltire, spostando così l’inquinamento invece di eliminarlo.

La soluzione più efficace è politica

La conclusione degli esperti francesi? Le soluzioni domestiche, anche le migliori, non sono sufficienti. La risposta deve arrivare da politiche ambientali mirate a ridurre la produzione e l’uso di PFAS. In Francia, un disegno di legge per limitare queste sostanze è in discussione ma anche a livello europeo se ne parla sempre di più.

Gli esperti suggeriscono di intervenire a livello industriale e di migliorare il trattamento dell’acqua su larga scala, per garantire così l’accesso a una risorsa che sia più sicura per tutti e in ogni parte del mondo.

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Fonte:  Vert

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