Perché solo Verstappen sa guidare la Red Bull? La spiegazione tecnica

Red Bull è Verstappen-dipendente in F1? La domanda sorge spontanea, alla vigilia dell’ennesima cacciata di un pilota. Parliamo di Liam Lawson che, in attesa dell’ufficialità, dovrebbe fare marcia indietro e tornare in Racing Bulls. Al suo posto dovrebbe arrivare il nipponico Yuki Tsunoda, che la squadra austriaca non aveva ritenuto idoneo la passata campagna agonistica per […]

Mar 27, 2025 - 10:10
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Perché solo Verstappen sa guidare la Red Bull? La spiegazione tecnica

Red Bull è Verstappen-dipendente in F1? La domanda sorge spontanea, alla vigilia dell’ennesima cacciata di un pilota. Parliamo di Liam Lawson che, in attesa dell’ufficialità, dovrebbe fare marcia indietro e tornare in Racing Bulls. Al suo posto dovrebbe arrivare il nipponico Yuki Tsunoda, che la squadra austriaca non aveva ritenuto idoneo la passata campagna agonistica per fare il salto di qualità, preferendogli proprio il neozelandese

La difficile interpretazione delle vetture austriache

Nelle ultime stagioni di F1, da quando Max stringe il volante delle vetture di Milton Keynes, abbiamo visto un susseguirsi di piloti che, messi al fianco del talento olandese, non riescono a stare al suo passo. Nel recente passato possiamo parlare di Perez. Il messicano ha pure battuto Max, in rarissime circostanze. Ma se utilizziamo uno sguardo d’insieme più ampio, ci rendiamo conto che l’asso di Hasselt lo ha stracciato.

Nelle prime due corse del mondiale 2025 è successo lo stesso con Lawson, quasi depresso nel paddock, incapace di estrapolare performance dalla RB21. I suoi commenti in radio lo testimoniano, parlando di una vettura che non “gira in curva, fatica in frenata e non sa gestire le gomme”. Senza dubbio le possibilità offerte per imparare sono troppo poche. Serve sempre una curva di apprendimento più ampia per mostrare il proprio valore.

Red Bull Verstappen F1
lo sguardo rassegnato di Max Verstappen (Red Bull) nelle qualifiche del Gp della Cina 2025

A questo punto, considerando lo storico della Red Bull e tutti i piloti “usati” e in parte distrutti psicologicamente dalla squadra ex campione del mondo, ai quali un sussidio post traumatico avrebbe fatto senz’altro comodo, un quesito sulle vetture di ultima generazione (wing car) si fa spazio: perché non c’è nessuno che riesca a interpretare le diverse auto come ci riesce Verstappen?

La sensibilità innata di Max

Le ragioni sono da ricercare essenzialmente nel feeling. Le Red Bull nate sotto l’ultimo corpo normativo non sono state sempre sviluppate solamente sull’impronta dettata da Max. I feedback arrivano da entrambi i piloti, sebbene, come è logico che sia, il parere del quattro volte campione del mondo di F1 sia molto ascoltato. Ma il reale motivo per cui solo lui riesce a estrarne il massimo non è questo.

Il vero vantaggio risiede nella sensibilità del pilota. Per fare un esempio: Albon o Perez erano concordi nel richiedere maggiore precisione dell’anteriore, al pari del volere di Max. Il problema è poi la gestione di questa sensibilità. Alexander, ora alla Williams, aveva realizzato un paragone con il mouse di un computer. Un parallelismo parecchio interessante per far capire il suo ragionamento relativo alle monoposto.

Red Bull Verstappen F1
Max Versstappen (Red Bull) a bordo della RB21 nel fine settimana della Cina

Se prendete il vostro mouse del PC di casa e “settate” la sensibilità a 100, sarà molto difficile controllare il puntatore. Ed è proprio in questo che Max fa la differenza. Richiede sempre più precisione, riuscendo poi a gestirla, a differenza degli altri piloti che proprio non ci riescono. Questo è il grattacapo di fondo, che deriva da una precisione chirurgica innata dell’olandese. Per di più, ogni pilota ha i suoi problemi secondari e differenti.

Il tempo necessario che il team austriaco non ha

Lawson ha sofferto diversi guai nel trovare consistenza sulle temperature delle gomme durante il giro di qualifica, tanto da trovarsi squalificato in Q1. La discriminante è proprio la sensibilità. Va precisato che Liam o Checo ne hanno, ma purtroppo non abbastanza se paragonata al livello superiore di Max, che riesce a gestire auto super solide all’anteriore. “Un vero campione si adatta alla monoposto, e non il contrario“: Verstappen docet.

Un pilota di F1 deve necessariamente adattare il proprio stile di guida e trovare come estrarre il massimo dalla vettura. Lawson non è affatto lento e Perez forniva feedback molto utili. A tal proposito ricorderemo che, in anticipo sulla tabella di marcia, il messicano aveva preventivato i problemi che Red Bull poteva patire nel 2024, specie a livello sospensivo. Non fu ascoltato abbastanza perché la vettura continuava a vincere, ma aveva ragione.

Red Bull Verstappen F1
Liam Lawson, il probabile ex pilota Red Bull considerando la sostituzione con Yuki Tsunoda

Lawson è l’ultima vittima della RB21, che lavora bene all’interno di una finestra operativa molto piccola. È possibile risolvere tutto questo? Un po’ come per la Ferrari, che alla stregua delle auto austriache soffre problemi similari, la risposta è assolutamente sì. Nel mentre, però, la bravura di chi guida nel portare l’auto al limite è decisiva. Verstappen sa farlo, sebbene dalla scorsa annata spenda parecchio tempo per lamentarsi in radio.

In Red Bull ci sono diverse figure che possono realizzare “driver coaching”, proprio quello che serviva a Lawson per migliorare. Tanto simulatore, studio per trovare le giuste traiettorie, uso particolare del freno in staccata e dell’acceleratore in uscita. La precisione della sequenza sui pedali nelle curve è fondamentale. Un lavoro per cui serve tempo che Red Bull non ha, preferendo cambiare guida per tenere botta nel mondiale costruttori.

Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich  

Immagini:Scuderia Ferrari – F1