Perché Patuano di Cellnex sega Starlink
La società spagnola che si occupa di infrastrutture di telecomunicazione Cellnex non teme la concorrenza di Starlink in Europa. Intanto un recente studio Analysys Mason (commissionato da Amazon) ha esaminato il potenziale impatto della banda larga satellitare Leo

La società spagnola che si occupa di infrastrutture di telecomunicazione Cellnex non teme la concorrenza di Starlink in Europa. Intanto un recente studio Analysys Mason (commissionato da Amazon) ha esaminato il potenziale impatto della banda larga satellitare Leo
Starlink non prenderà il posto delle reti terrestri nella connettività.
Ne è convinto Marco Patuano, ceo di Cellenex, società spagnola di infrastrutture tlc partecipata da Edizione della famiglia Benetton.
Da tempo si sta discutendo a fondo del servizio di Internet satellitare della società SpaceX di Elon Musk. A inizio anno è emerso che l’Italia sta puntando a Starlink per le comunicazioni governative sicure. Ma sul tema è necessario distinguere tra usi civili e militari della tecnologia di telecomunicazione satellitare. Perché Sarlink è già operativo in tutta Italia, e questo solleva interrogativi sull’effettiva necessità di ulteriori finanziamenti pubblici per portare questa tecnologia nelle aree bianche, ovvero quelle a “fallimento di mercato”, dove gli operatori non hanno in previsione di portare la banda ultralarga ad almeno 30 Mbps.
Intervista da Repubblica, Patuano ha evidenziato che “Le connessioni satellitari sono una tecnologia complementare, ma non sostitutiva alle reti terrestri”.
Dunque una tecnologia complementare per il numero uno di Cellnex. Eppure secondo una nuova ricerca commissionata da Amazon (che sta lanciando Project Kuiper, il programma ha l’autorizzazione di lanciare 3.236 satelliti da posizionare nella parte bassa dell’orbita terrestre) la tecnologia satellitare in orbita terrestre bassa (Leo) potrebbe aiutare a colmare il divario digitale, risparmiando al contempo ai paesi dell’Ue miliardi di euro in sussidi per la fibra.
Tutti i dettagli.
CELLNEX NON TEME LA CONCORRENZA DI STARLINK IN EUROPA
Alla domanda di Repubblica “Starlink sta costellando di satelliti l’Europa, teme la concorrenza dell’infrastruttura di Elon Musk?”, il numero uno di Cellnex ha replicato che “Le connessioni satellitari sono una tecnologia complementare, ma non sostitutiva alle reti terrestri”.
Secondo Patuano, “In un ragionevole lasso di tempo, i satelliti a bassa orbita potranno fornire una copertura alternativa nelle aree rurali, ma che non sarà mai efficace in quelle densamente abitate. Pur avendo conseguito una bassa latenza, i satelliti continuano ad avere una grande limitazione nella banda totale a disposizione e nella difficoltà di trasmettere un buon segnale indoor: per questo per le antenne mobili non vedo un problema, ma un’opportunità per sviluppare insieme nuovi servizi”.
I BENEFICI DELLA BANDA SATELLITARE LEO
Quindi la tecnologia satellitare non va considerata una sostituta dell’infrastruttura terrestre, quanto più come complemento.
Intanto, il rapporto di Analysys Mason, commissionato da Amazon, ha esaminato sette paesi in tutta l’Ue (tra cui l’Italia) e ha scoperto che fino a 4,2 milioni di persone potrebbero essere servite da costellazioni satellitari Leo entro il 2030, risparmiando fino a 26 miliardi di euro in sussidi rispetto al costo previsto per l’installazione della banda larga in fibra fino a casa (Ftth) in queste aree più difficili da raggiungere. Mentre le soluzioni tradizionali come Ftth hanno fatto passi da gigante nelle aree urbane, i costi aumentano esponenzialmente nelle regioni meno densamente popolate, spesso richiedendo ingenti sussidi governativi, sottolinea il rapporto.
Entro il 2030, le costellazioni satellitari Leo potrebbero servire tra 2,6 milioni e 4,2 milioni di clienti nei sette paesi studiati. L’integrazione della banda satellite Leo nelle strategie digitali potrebbe far risparmiare ai governi europei fino a 26 miliardi di euro in sussidi in questi paesi affidandosi alla banda larga satellite Leo offerto commercialmente in aree in cui può essere più conveniente dell’Ftth., secondo lo studio commissionato dal colosso tecnologico.
I NUMERI DI CELLNEX
Tornando alla società di infrastrutture tlc guidata da Patuano, Cellnex ha chiuso il 2024 con un risultato netto “vicino al break even”, ma ancora in rosso per 28 milioni di euro a fronte dei -297 milioni dell’anno precedenti, secondo i dati diffusi dalla societò lo scorso febbraio.
I ricavi sono aumentati del 7,7% a 3,941 miliardi di euro mentre l’ebitda rettificato è salito dell’8% a 3,25 miliardi. Il free cash flow è più che raddoppiato a 328 milioni. Le perdite nette annuali sono dovute, riporta una nota, alle svalutazioni sugli asset austriaci e ai maggiori ammortamenti e oneri finanziari dovuti a precedenti investimenti.
L’indebitamento del gruppo ammonta a 17,1 miliardi a fine 2024 ed è per l’80% costituito da prestiti a tasso fisso.
I TARGET 2025
Per il 2025 Cellnex stima di raggiungere ricavi tra 3,95 e 4,05 miliardi e un ebitda rettificato nel range di 3,275-3,375 miliardi. Il free cash flow è stimato tra 280 e 380 milioni.
I PIANI DI SVILUPPO
Infine, l’ad di Cellnex Marco Patuano ha illustrato a Repubblica i piani per il futuro: “Investiremo 4 miliardi in 10 anni, con un occhio di riguardo all’Italia dove abbiamo circa 23.00 torri e dove siamo già proprietari del 20% del suolo dove insiste l’antenna, che vogliamo portare al 50% perché nel Belpaese i costi di affitto di tetti e campi sono tra i più cari in Europa, solo la Svizzera al metro quadro costa di più. Già oggi il 40/45% degli investimenti di Celland è concentrato in Italia, che è il secondo Paese europeo dove operiamo, dopo la Francia e prima dell’Inghilterra”.