Oscar, la vittoria del documentario «No Other Land» diventa (di nuovo) un caso. L’ira di Israele: «È sabotaggio»

Il commento al vetriolo del ministro della Cultura israeliano: «Non è arte, distorce l'immagine del nostro Paese» L'articolo Oscar, la vittoria del documentario «No Other Land» diventa (di nuovo) un caso. L’ira di Israele: «È sabotaggio» proviene da Open.

Mar 3, 2025 - 13:39
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Oscar, la vittoria del documentario «No Other Land» diventa (di nuovo) un caso. L’ira di Israele: «È sabotaggio»

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Il premio Oscar per il miglior documentario è andato a No Other Land diretto, prodotto, scritto e montato da un collettivo israelo-palestinese di Basel Adra, Rachel Szor, Hamdan Ballal e Yuval Abraham. La pellicola racconta la resistenza di un gruppo di attivisti palestinesi che tenta di opporsi alla distruzione del proprio villaggio natale di Masafer Yatta, in Cisgiordania. «È una grande vittoria per un documentario che negli Usa non ha trovato un distributore. Siamo intrecciati. Non saremo mai sicuri se gli altri non saranno sicuri», hanno commentato Basel Adra, Rachel Szor, Hamdan Ballal e Yuval Abraham dopo aver ricevuto il premio. «Fermiamo la pulizia etnica del popolo palestinese», hanno aggiunto. Già preceduto dalla bufera alla Berlinese di febbraio dell’anno scorso, anche questa vittoria ha scatenato le polemiche.

«È sabotaggio»

Il ministro della Cultura e dello Sport di Israele, Miki Zohar, ha scritto un tweet durissimo contro il documentario. «È un momento triste per il mondo del cinema. Invece di prestare la complessità della realtà israeliana, i registi hanno scelto di amplificare narrative che distorcono l’immagine di Israele di fronte al pubblico internazionale», ha commentato. «La libertà di espressione è un valore importante, ma trasformare la diffamazione di Israele in uno strumento di promozione internazionale non è arte. È un sabotaggio contro lo Stato di Israele», ha aggiunto Zohar.

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