One Health: la salute globale comincia dalla tavola
![CDATA[Un approccio integrato per proteggere persone, animali e ambiente L’approccio One Health promuove una visione integrata della salute, riconoscendo l’interconnessione tra esseri umani, animali e ambiente. Questo modello, sostenuto dall’Unione Europea e adottato anche in Italia, trova nella filiera agroalimentare un ambito strategico per prevenire rischi sanitari, ambientali e sociali. Attraverso pratiche sostenibili, sorveglianza integrata e collaborazione interdisciplinare, One Health rappresenta una chiave per costruire un futuro più sicuro, sano e resiliente per tutti. Cosa tratta In un mondo sempre più interconnesso, la salute dell’uomo non può più essere considerata un compartimento stagno. È da questa consapevolezza che nasce l’approccio One Health, un modello promosso a livello internazionale – e fortemente sostenuto dall’Unione Europea – che riconosce l’interdipendenza tra salute umana, animale e ambientale. Un concetto semplice, ma rivoluzionario, che trova nella filiera agroalimentare uno dei suoi campi di applicazione più concreti e strategici. Un equilibrio fragile Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 75% delle nuove malattie infettive ha origine animale. Le zoonosi, l’inquinamento ambientale, la resistenza agli antibiotici: sono tutte sfide che non possono essere affrontate da un’unica disciplina. Serve una visione integrata, capace di mettere in rete competenze mediche, veterinarie, ambientali e produttive. È proprio questo il cuore del paradigma One Health.Una recente pubblicazione dell’INAIL, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e il Dipartimento Innovazioni Tecnologiche, approfondisce come questo approccio possa essere applicato alla filiera agroalimentare, evidenziando i rischi biologici e chimici che si annidano lungo tutta la catena produttiva: dalla stalla al supermercato. Con oltre 40 milioni di lavoratori coinvolti in Europa e un impatto ambientale significativo, il settore agroalimentare è un osservatorio privilegiato per mettere in pratica i principi di One Health. Ogni fase – dalla coltivazione alla trasformazione, dalla distribuzione al consumo – può influenzare la salute pubblica e l’equilibrio degli ecosistemi. Lo studio INAIL analizza tre contesti chiave: la zootecnia, le coltivazioni e l’ambiente. In ciascuno di essi emergono criticità ma anche opportunità per migliorare la sicurezza alimentare, ridurre l’uso di sostanze chimiche pericolose e promuovere pratiche sostenibili.L’Europa scommette su un’agricoltura più sana e sostenibile Nel quadro del Green Deal europeo, il piano “Farm to Fork” (dal produttore al consumatore) incarna perfettamente la filosofia One Health. L’obiettivo è ambizioso: trasformare il sistema alimentare europeo rendendolo più equo, sano e rispettoso dell’ambiente. Tra le azioni previste: riduzione dell’uso di pesticidi e antibiotici, promozione di diete più equilibrate, lotta allo spreco alimentare e tutela della biodiversità. Queste misure non solo migliorano la qualità del cibo, ma contribuiscono anche a prevenire malattie, proteggere gli ecosistemi e garantire condizioni di lavoro più sicure per chi opera nel settore. Anche l’Italia ha fatto propria la visione One Health, inserendola nel Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025. Il documento promuove una collaborazione strutturata tra autorità sanitarie, ambientali, veterinarie e produttive, con l’obiettivo di costruire un sistema più resiliente e sostenibile : Sorveglianza delle zoonosi, Controllo delle contaminazioni, Promozione di pratiche agricole rigenerative sono solo alcune delle azioni messe in campo per tutelare la salute collettiva e l’ambiente. One Health non è solo una strategia scientifica, ma una vera e propria visione del futuro. Un invito a superare le barriere tra discipline, a pensare in modo sistemico e a riconoscere che la salute del pianeta è anche la nostra. E tutto parte da ciò che mettiamo nel piatto. In allegato il documento INAIL di recentissima pubblicazione]]

Un approccio integrato per proteggere persone, animali e ambiente
L’approccio One Health promuove una visione integrata della salute, riconoscendo l’interconnessione tra esseri umani, animali e ambiente. Questo modello, sostenuto dall’Unione Europea e adottato anche in Italia, trova nella filiera agroalimentare un ambito strategico per prevenire rischi sanitari, ambientali e sociali. Attraverso pratiche sostenibili, sorveglianza integrata e collaborazione interdisciplinare, One Health rappresenta una chiave per costruire un futuro più sicuro, sano e resiliente per tutti.
Cosa tratta
In un mondo sempre più interconnesso, la salute dell’uomo non può più essere considerata un compartimento stagno. È da questa consapevolezza che nasce l’approccio One Health, un modello promosso a livello internazionale – e fortemente sostenuto dall’Unione Europea – che riconosce l’interdipendenza tra salute umana, animale e ambientale. Un concetto semplice, ma rivoluzionario, che trova nella filiera agroalimentare uno dei suoi campi di applicazione più concreti e strategici.
Un equilibrio fragile
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 75% delle nuove malattie infettive ha origine animale. Le zoonosi, l’inquinamento ambientale, la resistenza agli antibiotici: sono tutte sfide che non possono essere affrontate da un’unica disciplina. Serve una visione integrata, capace di mettere in rete competenze mediche, veterinarie, ambientali e produttive. È proprio questo il cuore del paradigma One Health.Una recente pubblicazione dell’INAIL, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e il Dipartimento Innovazioni Tecnologiche, approfondisce come questo approccio possa essere applicato alla filiera agroalimentare, evidenziando i rischi biologici e chimici che si annidano lungo tutta la catena produttiva: dalla stalla al supermercato. Con oltre 40 milioni di lavoratori coinvolti in Europa e un impatto ambientale significativo, il settore agroalimentare è un osservatorio privilegiato per mettere in pratica i principi di One Health. Ogni fase – dalla coltivazione alla trasformazione, dalla distribuzione al consumo – può influenzare la salute pubblica e l’equilibrio degli ecosistemi.
Lo studio INAIL analizza tre contesti chiave: la zootecnia, le coltivazioni e l’ambiente. In ciascuno di essi emergono criticità ma anche opportunità per migliorare la sicurezza alimentare, ridurre l’uso di sostanze chimiche pericolose e promuovere pratiche sostenibili.
L’Europa scommette su un’agricoltura più sana e sostenibile
Nel quadro del Green Deal europeo, il piano “Farm to Fork” (dal produttore al consumatore) incarna perfettamente la filosofia One Health. L’obiettivo è ambizioso: trasformare il sistema alimentare europeo rendendolo più equo, sano e rispettoso dell’ambiente. Tra le azioni previste: riduzione dell’uso di pesticidi e antibiotici, promozione di diete più equilibrate, lotta allo spreco alimentare e tutela della biodiversità. Queste misure non solo migliorano la qualità del cibo, ma contribuiscono anche a prevenire malattie, proteggere gli ecosistemi e garantire condizioni di lavoro più sicure per chi opera nel settore.
Anche l’Italia ha fatto propria la visione One Health, inserendola nel Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025. Il documento promuove una collaborazione strutturata tra autorità sanitarie, ambientali, veterinarie e produttive, con l’obiettivo di costruire un sistema più resiliente e sostenibile :
- Sorveglianza delle zoonosi,
- Controllo delle contaminazioni,
- Promozione di pratiche agricole rigenerative
sono solo alcune delle azioni messe in campo per tutelare la salute collettiva e l’ambiente.
One Health non è solo una strategia scientifica, ma una vera e propria visione del futuro. Un invito a superare le barriere tra discipline, a pensare in modo sistemico e a riconoscere che la salute del pianeta è anche la nostra. E tutto parte da ciò che mettiamo nel piatto.
In allegato il documento INAIL di recentissima pubblicazione]]