Occhio agli URAGANI: il 2025 potrebbe far parlare di sé non solo negli USA

La stagione degli uragani atlantici del 2025 potrebbe essere più intensa del normale, secondo le proiezioni pubblicate dagli esperti della Colorado State University (CSU).   La previsione, definita “cauta ma preoccupata” dagli stessi ricercatori, suggerisce che l’attività ciclonica nell’Atlantico sarà sopra la media stagionale, sia in termini di numero di tempeste che di potenziale impatto. […] Occhio agli URAGANI: il 2025 potrebbe far parlare di sé non solo negli USA

Apr 5, 2025 - 04:26
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Occhio agli URAGANI: il 2025 potrebbe far parlare di sé non solo negli USA

La stagione degli uragani atlantici del 2025 potrebbe essere più intensa del normale, secondo le proiezioni pubblicate dagli esperti della Colorado State University (CSU).

 

La previsione, definita “cauta ma preoccupata” dagli stessi ricercatori, suggerisce che l’attività ciclonica nell’Atlantico sarà sopra la media stagionale, sia in termini di numero di tempeste che di potenziale impatto.

 

Presentato giovedì da Phil Klotzbach, uno dei principali esperti della CSU, il rapporto a lungo termine delinea uno scenario che richiede particolare attenzione, soprattutto da parte delle popolazioni che vivono lungo le coste atlantiche e caraibiche.

 

La stagione, che ufficialmente va dal 1° giugno al 30 novembre, potrebbe contare su un totale di 17 tempeste con nome, delle quali ben 9 potrebbero evolversi in uragani. Di questi, 4 avrebbero le caratteristiche per essere classificati come uragani maggiori, cioè con venti sostenuti pari o superiori a 180 chilometri all’ora.

 

Oltre al numero di eventi previsti, ciò che desta ulteriore attenzione sono le probabilità, ritenute superiori alla norma, che uragani di grande intensità possano colpire le aree costiere degli Stati Uniti o attraversare i Caraibi. Le probabilità stimate indicano un 51% di possibilità che almeno un uragano maggiore raggiunga la costa continentale statunitense, a fronte di una media storica del 43%.

 

Per la costa orientale, inclusa la Florida, il rischio è del 26% (contro un 21% medio), mentre per la costa del Golfo si parla di un 33% (a fronte del 27% storico). Ancora più elevata, al 56%, è la probabilità che una tempesta intensa attraversi i Caraibi, laddove il valore medio si attesta intorno al 47%.

 

A determinare queste previsioni non è solo l’analisi statistica degli anni passati, ma anche una valutazione delle attuali condizioni climatiche e oceaniche. I meteorologi osservano con particolare attenzione l’evoluzione del fenomeno ENSO (El Niño-Southern Oscillation), che attualmente si trova in fase La Niña ma potrebbe evolversi verso una condizione neutrale nei mesi a venire.

 

Questa incertezza non consente previsioni definitive sul comportamento dell’atmosfera durante l’estate e l’autunno, ma apre alla possibilità che le condizioni diventino particolarmente favorevoli allo sviluppo di cicloni tropicali.

 

Un ruolo importante è svolto anche dalle temperature superficiali dell’oceano Atlantico, in particolare nelle aree centrali ed orientali della regione tropicale. Attualmente, tali temperature si mantengono sopra la media stagionale, anche se in misura inferiore rispetto allo stesso periodo del 2024.

 

Un oceano più caldo del normale rappresenta un potente motore energetico per l’intensificazione delle tempeste, e se a questo si somma un contesto atmosferico privo di forti venti in quota (come avviene nelle fasi ENSO neutre o La Niña), il rischio di uragani violenti diventa concreto.

 

Nonostante si tratti di una previsione iniziale e soggetta a revisioni nei prossimi mesi, Klotzbach ha voluto ricordare che è sufficiente anche un solo uragano a impattare su aree densamente popolate per trasformare una stagione apparentemente tranquilla in un evento critico.

 

Per questo motivo, ha ribadito l’importanza di una preparazione tempestiva e completa, a prescindere dal numero totale di tempeste previsto.

Occhio agli URAGANI: il 2025 potrebbe far parlare di sé non solo negli USA