Non disturbate i Sentinellesi
La vicenda dello YouTuber arrestato per un tentativo di contatto con i Sentinellesi è l'ennesimo tentativo finito male di violare la pace della tribù.
Alle 10 del mattino del 29 marzo Mykhailo Viktorovych, youtuber americano di 24 anni, è sbarcato con il suo gommone sulla costa nord-orientale dell'Isola di North Sentinel, un fazzoletto di 60 km quadrati interamente ricoperto da foreste e contornato da una stretta spiaggia nell'arcipelago delle Andamane, nell'Oceano Indiano.
L'uomo si è guardato attorno con un binocolo, ha depositato sulla sabbia una Coca Diet e una noce di cocco, ha raccolto campioni di sabbia e filmato il tutto con una GoPro. Non ha incontrato anima viva, ma al suo ritorno a Port Blair, la capitale delle isole Andamane, il 31 marzo è stato arrestato dalla polizia indiana. Come mai?. Polyakov ha tentato un approccio con i Sentinellesi, la tribù incontattata dell'Isola di North Sentinel, una delle ultime popolazioni completamente isolate della Terra. Le leggi dell'India, che nel 1956 dichiarò l'isola riserva tribale, proibiscono ogni violazione di questo territorio, impediscono di avvicinarsi a meno di 5 km dalle sue coste, di fare foto o video ai suoi abitanti. Un tentativo di proteggere salute e tradizioni di questo popolo, che collasserebbe se investito dalle malattie o dalle influenze culturali di un mondo globalizzato.
Si ritiene che i Sentinellesi vivano sull'isola da circa 60.000 anni, a 1.200 km dalla più vicina costa continentale, con uno stile di vita vicino a quello delle popolazioni pre-neolitiche. Che cosa sappiamo, dei tentativi passati di avvicinarli? Come hanno fatto i Sentinellesi a mantenersi disconnessi da tutto così a lungo? E perché dovremmo lasciarli stare?. I Sentinellesi, visti da lontano. Le poche informazioni disponibili sui Sentinellesi sono state raccolte dalle barche che si sono avvicinate abbastanza da spiare questo popolo da lontano. Sono cacciatori-raccoglitori nella foresta di North Sentinel, e pescano lungo le coste usando canoe a bilanciere (le lunghe canoe polinesiane) per navigare. Conservano pesce e frutta essiccati vicino alle loro capanne. Si pensa che i loro antenati siano migrati fino all'isola dopo essere fuoriusciti dall'Africa decine di migliaia di anni fa.
Secondo Johnathan Mazower, portavoce di Survival International (un'organizzazione per i diritti umani che difende la sopravvivenza dei popoli indigeni), per essere sopravvissuti in modo autosufficiente sull'isola così a lungo devono aver sviluppato uno stile di vita sofisticato. Nelle rare foto da lontano appaiono infatti in forze, in salute e ben organizzati.. Vestono con perizomi, talvolta hanno il corpo dipinto di giallo e vivono in capanne semplici. Secondo alcune stime potrebbero essere 200, per altre 50-100, ma non c'è modo di verificarlo con certezza. Unico dato certo è che i Sentinellesi, non avendo mai avuto contatti con l'esterno, sono vulnerabili a qualunque tipo di agente infettivo: un semplice raffreddore potrebbe causare un'epidemia devastante, per non parlare di quello che potrebbe accadere se contraessero un'influenza o il morbillo.. Nel gennaio del 1880 una spedizione sull'isola di North Sentinel guidata da Maurice Vidal Portman, amministratore del governo britannico, osservò una rete di sentieri e numerosi piccoli villaggi abbandonati. Il gruppo venne via portando con sé sei Sentinellesi catturati, che condotti a Port Blair si ammalarono rapidamente. I due prigionieri anziani morirono: rimasero quattro bambini che furono riportati all'isola.. I passati tentativi di contatto. I Sentinellesi hanno alle spalle una fiera tradizione di respingimento dei tentativi di avvicinamento esterni, con metodi difensivi più volte letali. Hanno scagliato frecce e lance su barche, elicotteri e persone intenzionati a toccare le loro spiagge. Nel 2006, due pescatori furono uccisi dopo che la loro barca era finita accidentalmente troppo vicina all'isola. Nel 2018 fece scalpore la vicenda del missionario statunitense John Allen Chau, ucciso mentre tentava una conversione non autorizzata dei Sentinellesi dopo aver pagato alcuni pescatori per condurlo di notte nei pressi di North Sentinel.. A partire dagli anni '60 il governo indiano prese ad attuare brevi sbarchi sull'isola distanziati da pochi anni, nel tentativo di stabilire una continuità di rapporti, ma nessuno di questi andò realmente a buon fine. L'antropologo indiano T.N. Pandit, che visitò North Sentinel più volte dal 1967 al 1991, ha raccontato al New York Times che diverse volte i Sentinellesi avevano voltato le spalle agli antropologi e si erano messi in posizione accovacciata, come per defecare. La ragione, secondo Pandit, è semplice: «Non vogliono niente da noi. Siamo noi ad andare da loro. Sospettano che non abbiamo buone intenzioni. Ecco perché ci resistono».. Nel 1974 una troupe cinematografica che girava un documentario accompagnata da antropologi, poliziotti e da un fotografo del National Geographic fu accolta su North Sentinel da una pioggia di frecce. Il reporter ne rimediò una su una gamba.
Gli unici tentativi di contatto diretto stabiliti con successo e in modo pacifico furono quelli tra gli abitanti di North Sentinel e Madhumala Chattopadhyay, antropologa donna del gruppo di Pandit giò nota per aver stabilito rapporti di fiducia con altre remote popolazioni indigene dell'arcipelago, come gli Onge e i Jarawa, di cui aveva migliorato le condizioni sanitarie. La presenza della donna non fu letta come una minaccia, le fu permesso di avvicinarsi e di consegnare i regali direttamente nelle mani dei Sentinellesi.. Il rapporto con il governo Indiano. Nel 1996 le visite del governo indiano cessarono. Tra il 2004 e il 2005 furono condotte alcune spedizioni in elicottero per sondare le condizioni dell'isola, pesantemente devastata dallo tsunami nell'Oceano Indiano, ma furono accolte a frecciate. L'approccio mantenuto da allora dall'India è del tipo eyes-on and hands-off: il Paese si limita a sorvegliare North Sentinel e i suoi abitanti senza interagirvi e senza tentare su di essi un'imposizione delle leggi dello Stato Indiano.. Gli altri popoli incontattati. La Convenzione dei Popoli indigeni e tribali delle Nazioni Unite impone ai governi di garantire i diritti di queste popolazioni, e l'India è stata negli ultimi anni più volte criticata per aver permesso che la pace dei Sentinellesi fosse violata. Secondo Survival International «le autorità indiane hanno una responsabilità legale nell'assicurare che i Sentinellesi siano al sicuro da missionari, influencer, persone che pescano illegalmente nelle loro acque e chiunque altro voglia provare a contattarli».. Purtroppo, il caso dei Sentinellesi non è isolato: «I popoli indigeni incontattati in tutto il mondo stanno vivendo l'invasione delle loro terre su una scala sconvolgente. Innumerevoli popoli incontattati in Amazzonia sono invasi da taglialegna e cercatori d'oro», ricorda il sito dell'organizzazione. «Gli Shompen incontattati della Grande Isola di Nicobare (Gran Nicobar), non lontano da North Sentinel, saranno spazzati via se l'India andrà avanti con il suo piano di trasformare la loro isola nella "Hong Kong dell'India". Il fattore comune in tutti questi casi è il rifiuto dei governi di rispettare il diritto internazionale e di riconoscere e proteggere i territori dei popoli incontattati»..