’No Boundaries design’. La rivoluzione del dubbio nel segno di Eileen Gray

Più di un fuorisalone, un laboratorio di idee e di creatività che pare non avere confini e quindi li esplora....

Apr 8, 2025 - 05:51
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’No Boundaries design’. La rivoluzione del dubbio nel segno di Eileen Gray

Più di un fuorisalone, un laboratorio di idee e di creatività che pare non avere confini e quindi li esplora. E il centro del progetto sarà un omaggio dell’artista Maurizio Cattelan all’indiscusso ’valore’ del dinamismo tutto milanese. Questo è il terreno esplorato dal distretto di Porta Venezia che ha lanciato la sua terza edizione del Fuorisalone con un titolo che già orienta la risposta, o almeno il metodo. ’No Boundaries Design. To Create, one must first question everything’. Ispirato all’eredità visionaria di Eileen Gray, pioniera del modernismo e figura irregolare nel panorama del design e dell’architettura, il concept propone nuove possibilità espressive.

Porta Venezia Design District punta sul creare, ma soprattutto sul mettere in discussione tutte le certezze. L’immagine simbolo che ’rivestirà’ la Porta è stata realizzata dal visionario studio creativo Toiletpaper, fondato da Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari: il loro intervento artistico reinterpreterà gli spazi urbani a partire dai Bastioni di Porta Venezia. I serpenti di Toiletpaper rappresentano il racconto di una realtà tipica milanese improntata sulla velocità e sul dinamismo. "Il design non può più essere confinato a una funzione, a un materiale, a una tipologia: è un linguaggio fluido, un processo speculativo che abbraccia l’incertezza: la progettazione si fa liquida, permeabile, dialogica.

No Boundaries Design è un invito a riscoprire il potere rivoluzionario del dubbio e a ripensare il perimetro stesso della creatività", spiega a Carlo Barbarossa co - founder e creative director del Porta Venezia Design District, che prosegue: "Superare i confini significa interrogarsi sulla materia e sulla sua capacità di mutare, sulle geografie del pensiero che plasmano gli spazi, sulle barriere invisibili – culturali, sociali, politiche – che il design può e deve infrangere. Il vero atto creativo non è costruire, ma osare pensare ciò che ancora non esiste".

Anna Giorgi