Nepitelle: i dolci “occhi” di Pasqua della tradizione calabrese

Sono tanti i dolci tipici della Pasqua in giro per il mondo (e per l’Italia): vi abbiamo già parlato del semi-sconosciuto tansy, l’antico dolce pasquale inglese dal sapore amarognolo, della Pupa e del Cavallo abruzzesi, della pastiera napoletana e molti altri. Ma ancora non avevamo preso in considerazione le nepitelle, dolce calabrese a base di...

Apr 6, 2025 - 12:55
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Nepitelle: i dolci “occhi” di Pasqua della tradizione calabrese

Sono tanti i dolci tipici della Pasqua in giro per il mondo (e per l’Italia): vi abbiamo già parlato del semi-sconosciuto tansy, l’antico dolce pasquale inglese dal sapore amarognolo, della Pupa e del Cavallo abruzzesi, della pastiera napoletana e molti altri. Ma ancora non avevamo preso in considerazione le nepitelle, dolce calabrese a base di pasta frolla tipico di questo periodo festivo, soprattutto nelle province di Catanzaro, di Crotone e di Reggio Calabria.

La forma è a mezza luna e la farciture variano a seconda delle tradizioni locali, pur preservando alcuni ingredienti principali come la frutta secca, il cioccolato, le spezie e il vino cotto o mosto. Per quanto riguarda la frutta secca, possiamo trovarci uvetta sultanina, mandorle, noci, mentre il cioccolato può essere fondente oppure cacao in polvere. Tra le spezie utilizzate troviamo cannella e noce moscata. C’è poi chi aggiunge miele o liquori, tra cui lo Strega, e chi aromatizza il dolce con bucce di arance o limoni grattugiati.

 

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Le nepitelle hanno molto probabilmente origini arabe, ma la prima citazione scritta risale al 1895, quando vennero menzionate nel Vocabolario calabro-italiano. Una curiosità: il nome, che varia in base alle località, deriva dal latino “nepitedum”, che significa palpebra, per via della sua somiglianza con l’occhio chiuso.

Sulla pagina FB di “Calabria meravigliosa” trovate la ricetta completa di questo delizioso dolce tradizionale, che vi spiega passo passo come preparare il ripieno, la pasta frolla e i petrali, senza dimenticare la guarnizione.

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FONTI: Calabria meravigliosa/Viviamo la Calabria

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