Morte in culla, cosa sappiamo sulla Sids. Come ridurre i rischi (partendo dalla gravidanza)
Il dramma della bimba morta a Teramo riaccende i riflettori sulla sindrome. l'Istituto Superiore di Sanità: “Non è stata ancora definita con sicurezza una specifica causa medica, ma ci sono invece una serie di comportamenti e di fattori di rischio che possono incidere significativamente sulla probabilità che la Sids si verifichi”

Roma, 8 aprile 2025 – La drammatica morte di una bimba di soli sei mesi in provincia di Teramo, durante il riposino all'asilo nido, secondo i primi accertamenti potrebbe essere un caso di SIDS (sudden infant death syndrome), conosciuta anche come "sindrome della morte di culla". Di cosa si tratta, quali sono i rischi reali e, soprattutto, quali buone pratiche si possono mettere in campo per limitare i rischi.
Come chiarisce l'Istituto Superiore di Sanità: “Non è stata ancora definita con sicurezza una specifica causa medica in grado di spiegare la Sids ma ci sono invece una serie di comportamenti e di fattori di rischio che possono incidere significativamente sulla probabilità che la Sids si verifichi, come dimostrano numerosi studi e indagini”.
È indicativo il fatto che in Italia, in passato, l'incidenza della Sids è stata calcolata nell’ordine del 1-1,5‰ dei nati vivi, ma è attualmente in netto declino. Ora è stimabile attorno allo 0,5‰, ovvero 250 nuovi casi SIDS/anno. Ciò significa che una gestione consapevole, nonché mettere al bando i comportamenti che costituiscono dei fattori di rischio per il neonato, possa rappresentare un fattore protettivo.
La Sids colpisce i bambini tra un mese e un anno di età, la maggior incidenza si verifica fra i 2 e 4 mesi di vita, ed è più rara dopo i sei mesi. Si registrano più casi durante i mesi invernali a causa, secondo gli esperti, di un eccessivo surriscaldamento del piccolo, che non deve mai essere troppo coperto.
Sids, prevenzione: i comportamenti virtuosi
L'Organizzazione Mondiale della Sanità aggiorna sistematicamente le sue linee guida di prevenzione della sindrome della morte in culla. Al momento non disponiamo di strumenti di assoluta efficacia che ci permettano di prevenire la SIDS, vi sono però prove scientifiche che alcune misure – approvate dalla AAP (American Academy of Pediatrics) e dai CDC (Centers for Disease Control and Prevention) – siano in grado di diminuire in misura concreta i rischi. Ecco le inidcazioni degli esperti:
- Adagiare sempre il bambino a letto in posizione supina (sulla schiena) sia di giorno che di notte
- Utilizzare una base piatta e solida su cui far riposare il neonato, no a materassi e cuscini morbidi
- Il luogo in cui il neonato dorme deve essere totalmente sgombro, no a giocattoli e oggettistica di vario tipo
- Coprire il bambino con lenzuola che rimangano ben rimboccate e che non si spostino durante il sonno. Meglio se i piedini del piccolo toccano il fondo della culla
- Allattare al seno il bambino nei primi sei mesi di vita: è stato dimostrato che una immunizzazione corretta riduce il rischio di Sids
- Far dormire il bambino in un ambiente a temperatura adeguata, con sufficiente ricambio di ossigeno. Nelle stagioni fredde non bisogna riscaldare l’ambiente oltre i 21°C
- Offrire il ciuccio quando mettiamo a letto il piccolo per dormire riduce i rischi
- Non dormire nello stesso letto del bambino: il rischio è di schiacciarlo durante il sonno
- Utilizzare una culla contigua al letto dei genitori, tenendo il neonato a dormire vicino ai caregiver per i primi sei mesi di vita
- Non fumare in presenza del piccolo e assicurarsi che i locali in cui il bambino alloggia siano totalmente liberi dal fumo.
Vi sono inoltre, dei comportamenti salubri da mettere in atto già durante la gravidanza: non fumare, non consumare sostanze stupefacenti e alcolici. Si raccomanda particolare attenzione in caso di giovanissima età della madre in assenza di un percorso di assistenza adeguata nel periodo pre e post natale.