Monaco: “Solo un cieco poteva non vedere la crescita di Musetti. La palla di Vasamì scoppia…”

Guido Monaco si è soffermato sulla partita tra Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti al Masters 1000 di Montecarlo durante l’ultima puntata di Tennismania, trasmissione del canale YouTube di OA Sport: “Per quanto riguarda Musetti solo un cieco o qualcuno in cattiva fede non poteva vederne la crescita, non prorompente ma costante, da Parigi 2024 nel suo […]

Apr 11, 2025 - 12:29
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Monaco: “Solo un cieco poteva non vedere la crescita di Musetti. La palla di Vasamì scoppia…”

Guido Monaco si è soffermato sulla partita tra Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti al Masters 1000 di Montecarlo durante l’ultima puntata di Tennismania, trasmissione del canale YouTube di OA Sport: “Per quanto riguarda Musetti solo un cieco o qualcuno in cattiva fede non poteva vederne la crescita, non prorompente ma costante, da Parigi 2024 nel suo modo di stare in campo e nell’atteggiamento. Solo un cieco poteva non vedere il salto di qualità nell’essere positivo e nell’accettare di giocare male, nello sporcarsi le mani. Ha iniziato a farlo da un bel po’ e i risultati sono arrivati, al netto della parentesi in Coppa Davis“.

Il telecronista di Eurosport ha proseguito sul rendimento del toscano: “Poteva perdere con Bu e con Lehecka, ma la sua parabola c’era e chi capisce di tennis la vede. Ieri ha giocato una partita perfetta per quello che era il contesto, Berrettini il giorno prima non ha preso la racchetta in mano e questo è un indice di quanto fosse uscito spossato dalla partita con Zverev. Dico che, vedendo come non ha recuperato in 48 ore, sia un bene che la partita sia durata poco e che non si sia fatto male e che possa arrivare carico ai prossimi appuntamenti. Arriviamo ai quarti con il giocatore che può dare più garanzie dal punto di vista fisico e mentale, sono d’accordo con Ambesi quando dice che la partita con Tsitsipas è un crocevia della carriera, ma ho paura dell’altro“.

Spesso si parla dei super coach e l’esperto di tennis ha espresso chiaramente il proprio dissenso: “La storia dei super coach mi ha rotto un po’ le scatole, non ne vedo la necessità: è diventata un po’ la moda, i più grandi allenatori della storia non sono quelli che hanno vinto lo Slam o scritto la storia del tennis. Ci sono tanti tipi di super coach: quello che va realmente in campo, come Ljubicic che è intervenuto tecnicamente sul rovescio di Federer; Ivanisevic con Djokovic non credo sia intervenuto tecnicamente, ma gli dava un supporto nei momenti caldi dei tornei, anche se fa un po’ ridere vista la sua carriera; Lendl è praticamente diventato l’allenatore di Murray. Tsitsipas ha trovato un buon equilibrio, sta giocando bene e non capisco perché mettersi nel team un’altra persona. Per me è una moda: “Se ci sono passato ti posso aiutare” è un’affermazione vera, ma devo avere delle caratteristiche per incastrarmi con il giocatore. Ogni caso è diverso, il super coach è diventata una figura quasi mitologica che andrebbe messa nel giusto contesto“.

Guido Monaco si è poi soffermato anche su Matteo Berrettini:Berrettini sta avendo la non bella abitudine di partire sempre sotto di un break. Magari non partendo sotto 0-3 la partita avrebbe avuto un altro sviluppo. A quei livelli è sempre importante essere sempre sul pezzo. Quando entri campo contro lui cerchi di spingere sul rovescio e se Matteo perde il servizio gli dà fastidio. Aveva un male al piede, probabilmente ha qualcosa al “durone” sotto l’alluce, che spesso è doloroso nel tennista. Spero che non vada a Monaco (settimana prossima, n.d.r.)“.

Un lungo passaggio sulle dichiarazioni rilasciate da Federica Pellegrini riguardo a Jannik Sinner:Pellegrini è la protetta di Giovanni Malagò, Malagò e Binaghi si odiano totalmente… Rifuggo la dietrologia, ma mi sembra piuttosto evidente. Avete mai sentito Malagò parlare di Sinner in questi mesi? Sta pensando al fatto che non c’è modo di prolungare il suo mandato che a breve scadrà e credo sia discretamente in lutto. Al di là della battuta, c’è inimicizia tra i due ambienti. Credo che, sbagliando nell’essere una pedina nel gioco tra due dirigenti che si odiano, vai a dire delle cose di cui non sei pienamente cosciente e che non ti fanno onore. Buttaci dentro anche una spolverata di invidia e abbiamo il quadro“.

Jacopo Vasamì è balzato agli onori delle cronache per avere battuto lo spagnolo Landaluce a Monza, ad appena 17 anni: “Landaluce è un po’ sopravvalutato, ha perso contro uno che fino a un mese fa conoscevano soltanto gli addetti ai lavori. Vasamì è un dicembre 2007 con una velocità di braccio impressionante. Sentivo degli scoppi della palla pazzesca: ha un tennis mancino, ha preso il break di vantaggio, non ha fatto una piega, è il terzo torneo internazionale che fa. Questo ragazzo non sta saltando i passaggi, ma è entrato nel circuito in maniera dirompente. Questo pronti via… A me ha impressionato tanto, va rivisto, ma velocità di braccio e servizio… Mi sembra che la palla sia già da giocatore importante. Lui a 12 anni è partito da Roma e si è trasferito all’Accademia di Nadal, io l’ho incontrato qualche mese dopo e aveva una lingua, mi aveva chiesto un’intervista, aveva una personalità pazzesca. Ha poi avuto un momento non facile, ma poi a livello juniores ha fatto ottimi risultati, è tornato con Fabrizio Zeppieri e sta facendo cose veramente importanti”.

Un passaggio sulle partite odierne a Montecarlo:Voglio vedere se Alcaraz riesce a stabilizzarsi, se batte Fils torna a essere il favorito per tutti i tornei da qui a Parigi: per lui è un bel test perché l’altro arriva fresco. Cauto ottimismo che ci possa vedere una partita equilibrata tra Musetti e Tsitsipas, ma c’è un favorito e non è l’azzurro. Musetti serve bene ma i suoi turni non sono blindati, rovescio contro rovescio Musetti ha una qualità diversa, ma il diritto e il servizio di Tsitsipas sono superiori. Le partite di oggi le trovo incerte e appassionanti: io dico Musetti, Dimitrov, Popyrin e Fils“.

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