Molestie e servilismo: il libro dell’ex dirigente di Facebook che Zuckerberg vuol bloccare

Mark Zuckerberg è al centro di un libro memoir in cui l’ex dirigente di Facebook, Sarah Wynn-Williams, racconta di molestie, abusi e di un ambiente aziendale tossico, dominato da, servilismo, yes man e disinteresse per le persone. Non sorprende che Meta, proprietaria di Facebook, stia cercando di fermarne la diffusione con ogni mezzo legale possibile […] L'articolo Molestie e servilismo: il libro dell’ex dirigente di Facebook che Zuckerberg vuol bloccare proviene da Economy Magazine.

Mar 24, 2025 - 09:40
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Molestie e servilismo: il libro dell’ex dirigente di Facebook che Zuckerberg vuol bloccare

Mark Zuckerberg è al centro di un libro memoir in cui l’ex dirigente di Facebook, Sarah Wynn-Williams, racconta di molestie, abusi e di un ambiente aziendale tossico, dominato da, servilismo, yes man e disinteresse per le persone. Non sorprende che Meta, proprietaria di Facebook, stia cercando di fermarne la diffusione con ogni mezzo legale possibile di Careless People, questo il titolo del memoir in cui ex dirigente di Facebook racconta le molestie e gli abusi subiti alla corte di Zuckerberg.

Non solo Facebook: le accuse di molestie che stanno danneggiando il gruppo di Zuckerberg

Il memoir Careless People di Wynn-Williams smonta l’immagine di Meta come azienda innovativa e progressista, rivelando invece un ambiente governato da abusi di potere, manipolazione e una totale indifferenza per le persone. E mentre Meta tenta di censurare il libro, il pubblico continua a leggerlo: forse proprio per scoprire le verità che l’azienda preferirebbe seppellire.

Un’accusa che Meta non può ignorare

Il libro, che ha scalato rapidamente le classifiche globali e ha persino raggiunto il secondo posto tra i più venduti in Italia, è stato definito da Meta un’opera di “attivismo interessato”. L’azienda ha tentato di screditare l’autrice e ha intrapreso azioni legali per bloccare la promozione del volume, sostenendo che violi clausole di riservatezza. Tuttavia, le vendite non si fermano: pubblico sembra sempre più interessato a conoscere la verità dietro le quinte del gigante tecnologico.

 

Zuckerberg tra ambizioni politiche e culto della personalità

Secondo Wynn-Williams, Zuckerberg non è solo un imprenditore visionario, ma un leader ossessionato dal controllo e circondato da una schiera di “yes men” pronti a compiacerlo. Nessuno osa contraddirlo: quando partecipa ai giochi aziendali, i dipendenti si assicurano che vinca. La sua ambizione, racconta l’ex dirigente, si è spinta fino a sognare la presidenza degli Stati Uniti, con discorsi pubblici che sembravano copiati da un manuale per candidati alle elezioni.

Non sono mancate anche le sue manovre per ingraziarsi i potenti della politica internazionale. Dal tentativo fallito di entrare nel mercato cinese — arrivando persino a chiedere a Xi Jinping di scegliere il nome per suo figlio — agli incontri con leader come Dmitry Medvedev e Fidel Castro, Zuckerberg ha cercato per anni di consolidare la sua influenza globale.

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Molestie, disumanità e il lato oscuro di Zuckerberg sui dipendenti di Facebook e oltre

Le pagine più scioccanti di Careless People raccontano episodi inquietanti della cultura aziendale di Meta, capogruppo da cui dipende anche Facebook. Una scena simbolica vede una dirigente colpita da una crisi epilettica in un corridoio, mentre i suoi superiori, tutti uomini, la ignorano perché devono correre a una riunione. Wynn-Williams stessa descrive la pressione a cui era sottoposta: persino in sala parto, con le prime contrazioni in corso, si sentì obbligata a inviare un’ultima email ai suoi superiori.

Anche Sheryl Sandberg, l’ex coo di Meta e direttrice operativa di Facebook, spesso descritta come icona del femminismo aziendale, ne esce con un ritratto impietoso. L’autrice accusa la top manager di essere una leader spietata, pronta a ostacolare le madri lavoratrici. In un episodio, mentre Wynn-Williams era in coma per complicazioni post-parto, Sandberg continuava a inviarle email lamentandosi della sua mancata risposta. E quando le dipendenti osavano rispondere al telefono mentre allattavano, venivano redarguite per i “rumori di sottofondo”. La soluzione suggerita? Assumere una tata filippina.

 

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