Missili russi sulla città natale di Zelensky. La Nato avverte: “Russia non è l’unica minaccia”
Il presidente ucraino attacca Putin: "Altri raid sui siti dell'energia, non vuole la tregua”. Nell’accordo Isa del 25 marzo, Mosca si era impegnata a sospendere gli attacchi nel Mar Nero e alle infrastrutture energetiche di Kiev

Kiev, 2 aprile 2025 – Un missile russo lanciato sulla città natale di Zelensky: il bilancio dell’attacco su Kryvyi Rig è di quattro morti e tre feriti. A riferirlo sono le autorità locali, secondo cui il missile balistico ha danneggiato alcuni edifici residenziali.
Russia e Ucraina restano sulle proprie posizioni, per il momento non sembrano arrivare spiragli di apertura come sperato con i tentativi di mediazione Usa. Mosca continua a bombardare obiettivi in Ucraina, incluse infrastrutture dell'energia in operazioni che avrebbero dovuto essere sospese secondo l'accordo che sarebbe entrato in vigore lo scorso 25 marzo per una tregua di 30 giorni nel Mar Nero e l'esclusione dei raid contro le infrastrutture dell'energia di entrambi i Paesi, raggiunto con la mediazione degli Stati Uniti.
"Ci sono stati anche bombardamenti nelle regioni di Odessa e Sumy. Un'altra serie di raid contro siti dell'energia" ha affermato Zelensky, citando l'attacco di un drone contro una sottostazione nella regione di Sumy, altri attacchi di artiglieria nelle regioni di Nikopol e Dnipro, dove circa 4mila persone sono rimaste al buio.
Zelensky accusa Putin: “Non vuole il cessate il fuoco”
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accusa Vladimir Putin di “non aver interesse neanche in un cessate il fuoco parziale" e di liquidare in questo modo gli sforzi diplomatici dei Paesi. "Sono
necessarie pressioni nuove e concrete sulla Russia per instradare questa guerra a una conclusione", dice il capo di Kiev. E lancia un monito agli alleati: “Sono azione da prendere il prima possibile”.
Zelensky ha chiedesto ai partner internazionali e al cosiddetto ‘esercito dei volenterosi’ di non aspettare fino all'11 aprile, giorno in cui sarà passato un mese dal 'no' di Mosca alla proposta americana per una tregua totale.
Nato: "La Russia non è l’unica minaccia”
La Nato deve rendersi conto che la Russia non è l'unica minaccia. È il monito lanciato dal
segretario generale dell'Alleanza, Mark Rutte. "Noi 32 alleati dobbiamo anche essere consapevoli che le minacce non provengono solo dalla Russia. Vediamo la crescente influenza della Cina, la situazione in Iran, ciòche sta accadendo in Corea del Nord", ha detto in una conferenza stampa alla vigilia della riunione dei ministri della Difesa dell'Alleanza.
Rutte ha poi riconosciuto una logica nel possibile disimpegno degli Stati Uniti dall'Europa per concentrarsi sull'Indo-Pacifico. "È comprensibile che, nel tempo, gli Stati Uniti vogliano concentrarsi sempre di più anche su quella parte del mondo", ha sottolineato Rutte. E ha aggiunto: “Allo stesso modo, è logico che gli europei rafforzino ulteriormente il loro impegno".
Il futuro dell’Alleanza: “Non ci sono piano di ritiro Usa”
Quanto al futuro dell'alleanza, è tornato a ripetere: "Non ci sono piani di ritiro o altro. Sappiamo che gli Stati Uniti sono completamente impegnati nella Nato, ma credo che sia nel nostro interesse collettivo garantire la stabilità globale, permettendo alla Nato di concentrarsi in modo prioritario sulla nostra area euro-atlantica".