Migranti in Albania, Meloni: “Il 25% presto rimpatriato”. Sarebbero 14 persone, ma il Pd: “Ad ora solo 4”

Durante il question time al Senato, la premier Giorgia Meloni ha difeso la linea del governo e l’utilizzo dei centri per migranti in Albania, ora utilizzati anche come centro di permanenza per il rimpatrio per stranieri irregolari già sul territorio italiano. Ha annunciato che “entro la fine della settimana il 25% dei migranti trattenuti in […] L'articolo Migranti in Albania, Meloni: “Il 25% presto rimpatriato”. Sarebbero 14 persone, ma il Pd: “Ad ora solo 4” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 7, 2025 - 21:18
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Migranti in Albania, Meloni: “Il 25% presto rimpatriato”. Sarebbero 14 persone, ma il Pd: “Ad ora solo 4”

Durante il question time al Senato, la premier Giorgia Meloni ha difeso la linea del governo e l’utilizzo dei centri per migranti in Albania, ora utilizzati anche come centro di permanenza per il rimpatrio per stranieri irregolari già sul territorio italiano. Ha annunciato che “entro la fine della settimana il 25% dei migranti trattenuti in Albania sarà rimpatriato”, aggiungendo che “quasi tutti i trasferiti in Albania si sono macchiate di reati molto gravi”, elencando una serie di accuse quali furti, rapine, violenze sessuali e pedopornografia. Ha inoltre menzionato la proposta della Commissione UE di anticipare l’entrata in vigore di alcune componenti del Patto Ue su migrazione e asilo e la bozza di lista Ue dei Paesi d’origine sicuri che include anche Bangladesh ed Egitto: “A dimostrazione che non avevamo torto”.

Immediate e ferme le contestazioni delle opposizioni. La deputata del Pd Rachele Scarpa ha definito “assurda” la risposta della premier, mettendo in dubbio il dato sul 25% dei rimpatri. A quanto riferisce Scarpa, al 27 aprile “4 persone erano state rimpatriate, a fronte delle 56 che sappiamo essere transitate per il centro (41 inizialmente più le 15 recentemente trasferite)”. Dunque, “le percentuali non tornano“. Scarpa ha anche criticato l’insistenza della premier nel definire “quasi tutti” i trattenuti come pericolosi criminali, affermando che si tratta di un dato “impossibile da confermare” data la mancanza di accesso ai fascicoli giudiziari o a una semplice lista dei nomi. La deputata ha riferito di aver parlato, recandosi fisicamente nel Cpr di Gjader, con “diverse persone che riportavano di non avere alcun precedente penale”. Ha poi sottolineato che chi è stato condannato per reati ha già scontato la propria pena in carcere e che non è accettabile una “retorica strumentale” che insinui una “seconda pena aggiuntiva” nei Cpr per il solo fatto di essere stranieri. Scarpa ha ribadito che la detenzione in un Cpr è amministrativa, non penale.

Riccardo Magi, segretario di Più Europa, l’ha definita “una abile mossa da trecartara” e un “immenso, sadico e inumano flop”. Magi ha ricordato che i rimpatri sarebbero potuti avvenire direttamente dall’Italia “con una spesa nettamente inferiore”, senza creare intralcio e un aggravio organizzativo e finanziario come invece accade. L’ex ministro dem Andrea Orlando lo ha chiesto esplicitamente al governo: “Perché per rimpatriare i migranti bisogna mandarli in Albania?”. Sollevando poi il tema del rispetto dei diritti fondamentali, ricordando che l’Italia rifiuta di far eseguire pene in Paesi che non offrono garanzie, un principio noto al governo, citando il caso Forti. Matteo Mauri, responsabile Sicurezza del Pd, ha definito i Cpr in Albania “inutili, costosi e fuori da ogni trasparenza”. Anche Mauri ha letto nell’annuncio sul 25% una “clamorosa ammissione”: che i rimpatri erano possibili dall’Italia “senza spese inutili, senza nuove strutture fuori dai nostri confini e soprattutto senza esporre le persone a ulteriori stress e compressione dei diritti”. Ha inoltre ricordato la donazione di due motovedette della Guardia Costiera all’Albania oltre alla già regalata nave Libra, quella dei primi trasferimenti di richiedenti asilo, aumentando così il costo stimato dell’operazione. Infine, evidenziando la mancata trasparenza, nel merito dei precedenti penali citati da Meloni ha parlato di un “uso disinvolto e gravissimo di informazioni sensibili, pubblicizzate solo quando servono a scopi politici”.

La stessa deputata dem Rachele Scarpa ha ricordato in giornata gli esiti delle tante ispezioni a Gjader. “Dopo le denunce dei giorni scorsi, dove, tramite una segnalazione al Comitato europeo per la prevenzione della tortura, abbiamo fatto emergere la frequenza estrema di eventi critici (2,7 al giorno, perlopiú atti di autolesionismo e tentativi di suicidio) che sono spia del grande malessere delle persone trattenute, constatiamo anche un’altra prassi estremamente problematica: quella per cui le persone richiedenti protezione internazionale per le quali la Corte di Appello di Roma non convalida il trattenimento sono ricondotte in Italia e nuovamente trattenute nei Cpr italiani senza avere contatti con gli avvocati di fiducia e i familiari”, ha scritto in una nota insieme all’europarlamentare Cecilia Strada. “L’ultimo caso – scrivono – riguarda un cittadino algerino che ha avuto la non convalida del trattenimento comunicata nella tarda mattinata di ieri. Ciò nonostante ieri pomeriggio si è prolungato il trattenimento in Albania ed è stata svolta l’audizione per il riconoscimento della protezione internazionale. Tale audizione si è svolta illegittimamente su territorio albanese e non ha consentito all’avvocato di fiducia di poter presenziare all’audizione. Dalle notizie in nostro possesso il signore è stato condotto in Italia con un traghetto partito alle 18 di ieri, per arrivare al Cpr di Bari. Solo alle 19 di oggi l’uomo ha potuto mettersi in contatto con il suo legale, chiamandolo dal telefono di un altro trattenuto. Nessuna comunicazione ufficiale è stata data all’avvocato dell’uomo sul suo trasferimento in Italia, né tantomeno sullo svolgimento dell’audizione per la valutazione della richiesta di protezione internazionale in Albania”.

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