Medio Oriente, la diretta live della guerra tra Israele e Hamas a Gaza, le ultime notizie. Gaza: 830 morti dal 18 marzo, 39 nelle ultime 24 ore. Onu: “Oltre 142mila sfollati dalla fine della tregua”. Netanyahu minaccia di occupare nuovi territori se gli ostaggi non saranno liberati. Secondo giorno di proteste contro Hamas: Fatah chiede al gruppo di rinunciare al potere | DIRETTA

Non si fermano i raid israeliani sulla Striscia di Gaza, dove i morti hanno superato le 50mila vittime dal 7 ottobre 2023, data di inizio della guerra. Di seguito le ultime notizie di oggi, mercoledì 26 marzo 2025, sulla guerra tra Israele e Hamas a Gaza e con Hezbollah in Libano, con gli Houthi in […]

Mar 26, 2025 - 14:06
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Medio Oriente, la diretta live della guerra tra Israele e Hamas a Gaza, le ultime notizie. Gaza: 830 morti dal 18 marzo, 39 nelle ultime 24 ore. Onu: “Oltre 142mila sfollati dalla fine della tregua”. Netanyahu minaccia di occupare nuovi territori se gli ostaggi non saranno liberati. Secondo giorno di proteste contro Hamas: Fatah chiede al gruppo di rinunciare al potere | DIRETTA

Non si fermano i raid israeliani sulla Striscia di Gaza, dove i morti hanno superato le 50mila vittime dal 7 ottobre 2023, data di inizio della guerra. Di seguito le ultime notizie di oggi, mercoledì 26 marzo 2025, sulla guerra tra Israele e Hamas a Gaza e con Hezbollah in Libano, con gli Houthi in Yemen e la crisi in corso con l’Iran in Medio Oriente. [Seguici anche su Instagram]

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Ore 13:00 – Gaza: nuove proteste a Gaza City contro Hamas – Decine di residenti del quartiere Shejaiya di Gaza City hanno partecipato anche oggi a una protesta contro il governo di Hamas. Dai video in circolazione sui social si vedono persone gridare: “Fuori Hamas”. È il secondo giorno di proteste contro il gruppo per la fine della guerra dopo le manifestazioni di ieri a Beit Lahiya e nel campo profughi di Jabalia.

Ore 12:00 – Gaza: Netanyahu minaccia di occupare nuovi territori, se gli ostaggi non saranno liberati – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha minacciato di intensificare ulteriormente la pressione sulla Striscia di Gaza, dove l’esercito di Tel Aviv ha ripreso l’offensiva militare il 18 marzo scorso rompendo una tregua durata quasi due mesi, se Hamas persisterà “nel suo rifiuto di liberare gli ostaggi”. “Quanto più Hamas persisterà nel suo rifiuto di liberare i nostri ostaggi, tanto più forte sarà la pressione che eserciteremo”, ha dichiarato oggi Netanyahu alla Knesset, il Parlamento israeliano. “Dico ad Hamas: questo include la confisca di territori, così come altre misure che non descriverò qui”.

Ore 11:00 – Gaza: 830 morti dal 18 marzo, 39 soltanto nelle ultime 24 ore – Almeno 39 persone sono rimaste uccise e 124 sono state ferite nella Striscia di Gaza a causa degli attacchi condotti dalle forze armate di Israele nelle ultime 24 ore nel territorio costiero palestinese. L’ultimo bilancio delle vittime è stato diramato dal ministero della Salute di Gaza controllato da Hamas, secondo cui queste cifre portano a 50.183 i morti e a 113.828 i feriti registrati nella Striscia dal 7 ottobre 2023, di cui 830 morti e 1.787 feriti soltanto dal 18 marzo scorso.

Ore 10:00 – Libano: rinviata su richiesta di Damasco la visita del ministro della Difesa Menassa – La visita a Damasco del ministro della Difesa libanese Michel Menassa, prevista per oggi, è stata rinviata su richiesta delle autorità siriane, che non ne hanno ancora specificato i motivi. Lo ha confermato al quotidiano libanese L’Orient-Le Jour una fonte del Gran Serraglio di Beirut, secondo cui la delegazione composta anche dal direttore della Sicurezza generale Hassan Choucair e dal direttore dell’intelligence militare Tony Kahwagi avrebbe dovuto incontrare oggi il ministro della Difesa siriano Mourhaf Abu Qasra per discutere la situazione al confine tra i due Paesi, dove tra febbraio e marzo si sono verificati una diversi scontri tra clan vicini a Hezbollah e le forze di sicurezza fedeli al nuovo corso di Damasco.

Ore 9:30 – Gaza, Onu: “oltre 142mila nuovi sfollati dal 18 marzo” – Oltre 142mila persone sono state sfollate dalla Striscia di Gaza da quando Israele ha ripreso la guerra il 18 marzo scorso. Lo riferisce l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Unocha), secondo cui “molte persone fuggono con solo pochi effetti personali e poi restano per strada, in disperato bisogno di cibo, acqua potabile, beni essenziali e di un riparo”. Lo sfollamento, fa sapere l’agenzia dell’Onu, “è causato principalmente dagli ordini di evacuazione emessi da Israele e dalla distruzione di case e infrastrutture pubbliche”. Da quando Israele ha ripreso la guerra, le sue forze armate (Idf) hanno emesso sei avvisi di questo genere, ponendo circa il 15% della Striscia di Gaza sotto ordini di evacuazione. Secondo l’Unocha, circa 250mila sfollati si trovavano ora nelle aree destinate all’evacuazione a Rafah, Khan Younis e nel nord di Gaza, tra cui più di 50mila in 240 diversi siti.

Ore 9:00 – Proteste contro Hamas a Gaza: Fatah chiede al gruppo di rinunciare al potere nella Striscia – Il movimento Fatah del presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha invitato Hamas a rinunciare al potere nella Striscia di Gaza dopo le manifestazioni di protesta andate in scena ieri sera nel territorio costiero contro il gruppo terroristico. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa, secondo cui il portavoce di Fatah a Gaza, Munther al-Hayek, ha esortato Hamas a rinunciare al potere, affermando che il suo dominio nel territorio costiero minaccia la causa palestinese. Una serie di manifestazioni di protesta sono avvenute ieri sera, soprattutto nel nord della Striscia a Beit Lahiya, Beit Hanoun e Jabalia, con alcuni dimostranti che hanno intonato slogan contro Hamas. “Ci rifiutiamo di morire”, “Il sangue dei nostri figli non è a buon mercato” e “Fermiamo la guerra”, si leggeva su alcuni cartelli esposti dai manifestanti, secondo Wafa. Al-Hayek ha esortato Hamas “ad ascoltare le richieste della gente e a farsi da parte per il bene della collettività, affermando che porre fine allo spargimento di sangue dei bambini dovrebbe avere la priorità su ogni altra considerazione. Hamas ha già dichiarato di essere pronta a cedere il controllo di Gaza dopo la fine della guerra con Israele e ha accolto con favore la proposta egiziana per la ricostruzione della Striscia, che prevede l’istituzione di un comitato di tecnocrati per amministrare il territorio costiero durante la prima fase del piano.

Ore 8:30 – Israele: Idf annuncia i risultati dell’indagine sul massacro al Nova Festival del 7 ottobre 2023 – A partire dalla prossima settimana, le forze armate di Israele (Idf) inizieranno a presentare alle famiglie degli ostaggi assassinati e ai sopravvissuti all’attentato i risultati delle loro indagini sul massacro avvenuto al festival musicale Nova, vicino a Reim, il 7 ottobre 2023. Lo ha annunciato oggi l’Idf in una nota, secondo cui l’esito dell’inchiesta sarà illustrato dal generale di brigata in congedo Ido Mizrahi, che ha guidato le indagini, insieme ad altri ufficiali dell’esercito. “Tra il 30 marzo e il 4 aprile si terranno diverse presentazioni separate, poiché sono presenti numerose famiglie di coloro che sono stati assassinati e rapiti, e molti altri sopravvissuti”, si legge nel comunicato. “Le 344 famiglie di civili assassinate a Nova riceveranno oggi un messaggio per registrarsi per una delle due date di presentazione”.

Ore 8:00 – Gaza, al-Jazeera: “12 morti nei raid notturni di Israele” – Almeno 12 persone sono rimaste uccise in un’ondata di attacchi aerei condotti durante la notte dalle forze armate di Israele (Idf) nella Striscia di Gaza. L’ultimo bilancio delle vittime è stato confermato all’emittente qatariota al-Jazeera da fonti delle autorità sanitarie locali controllate da Hamas, secondo cui tra i morti figurano almeno 5 minori. Gli attacchi, stando all’emittente qatariota, hanno colpito la località di Beit Lahiya; il campo profughi di Bureij; e il quartiere di Tal as-Sultan a Rafah; situati rispettivamente nel nord, nel centro e nel sud di Gaza.

Ore 7:00 – Yemen: Houthi attaccano una portaerei Usa e lanciano droni contro Israele. Stati Uniti rispondono con 17 raid aerei – Gli Stati Uniti hanno compiuto nella notte 17 bombardamenti aerei contro obiettivi degli Houthi in Yemen, dopo un altro attacco missilistico condotto dal gruppo armato sciita filo-iraniano contro la portaerei USS Harry S. Truman nel Mar Rosso e contro Israele. Lo riferisce l’emittente qatariota al-Jazeera, secondo cui gli Usa hanno effettuato numerosi raid in Yemen a partire dal 15 marzo, provocando almeno 53 vittime decine di feriti. Alle prime ore di oggi, in un discorso televisivo ripreso dall’emittente locale al-Masirah, il portavoce militare degli Houthi generale Yahya Saree aveva annunciato “l’avvio di un’operazione militare contro le navi da guerra nemiche nel Mar Rosso, guidata dalla portaerei statunitense Truman, in risposta all’aggressione Usa contro lo Yemen e nel decimo anniversario della Giornata nazionale della fermezza (il 26 marzo, che commemora l’inizio delle operazioni saudite contro gli Houthi nel 2015; ndr)”, rivendicando una serie di attacchi con droni e missili contro la portaerei americana e la zona di Tel Aviv, in Israele, scatenando la risposta degli Stati Uniti. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale yemenita Saba, controllata dagli Houthi, i bombardamenti americani hanno colpito i distretti di al-Salem e Sahar e la zona orientale della città di Saada, nell’omonimo governatorato; e il distretto di Harf Sufyan della provincia di Amran; tutte località situate nel nord dello Yemen. Al momento gli Usa non hanno confermato i raid in Yemen, né è stato diramato un bilancio ufficiale delle vittime da parte degli Houthi, mentre Israele non ha registrato attacchi sul proprio territorio.

 

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