Mbangula-Kolo Muani, ovvero monetizzare per programmare la Juve di domani: Giuntoli è già all’opera
La Champions League e le ultime partite di campionato hanno già fatto aprire delle riflessioni sul futuro, a dimostrazione di come il progetto di Thiago Motta prosegua L'articolo Mbangula-Kolo Muani, ovvero monetizzare per programmare la Juve di domani: Giuntoli è già all’opera proviene da Il Fatto Quotidiano.

Da un lato si programma, dall’altro si monetizza. Che è poi un’altra lettura del concetto stesso di ‘programmazione’. La Champions League e le ultime partite di campionato in casa Juventus hanno già fatto aprire delle riflessioni sul futuro, a dimostrazione di come il progetto di Thiago Motta (finora drastico nel suo rinnovamento e molto oneroso) prosegua. Al netto dei risultati che ancora non convincono del tutto. Così, mentre l’allenatore si dovrà ingegnare per raggiungere l’obiettivo minimo della qualificazione alla prossima Champions (o le perdite economiche sarebbero veramente molto impattanti), Cristiano Giuntoli già pensa al prossimo calciomercato. Con due nomi da cui cominciare: Kolo Muani e Mbangula.
Il primo è una piacevolissima conferma. La Juve si aspettava questo rendimento, ma vedere le proprie aspettative soddisfatte è sempre una bella cosa. Anche perché difficilmente si sarebbe potuto chiedere di più all’attaccante di proprietà del Psg, capace di segnare 5 gol in 3 partite di campionato. È arrivato in prestito secco, perché i costi erano alti e perché conveniva a tutti: per i francesi era un esubero, per Motta invece l’opportunità di lavorare con un attaccante molto di movimento e dalle caratteristiche tanto diverse rispetto a quelle di Dusan Vlahovic. E in bianconero sta facendo così tanto bene da voler anticipare di nuovo i tempi e fare in modo che il giocatore possa restare anche il prossimo anno. Perché ‘di nuovo’? Lo spiega lo stesso Giuntoli, che ha parlato così prima della gara con il Psv: “I rapporti con il Psg sono ottimi, nel periodo prima del mercato di gennaio abbiamo lavorato con grande volontà per lui bruciando le concorrenti”. E fin qui, tutto bene. Ma la parte interessante viene subito dopo: “Siamo intenzionati a proseguire insieme e l’accordo che abbiamo fatto con il Psg fa sì che poi ci metteremo in estate a parlare per confermarlo”.
Prestito secco, sì, ma con una sorta di prelazione nel caso in cui tutti (per primo il giocatore) volessero fare in modo che il binomio Juve-Kolo Muani prosegua. Ma in che modo? La dirigenza bianconera in realtà si è già messa a valutare le opzioni: l’idea sarebbe quella di prolungare il prestito di un altro anno inserendo però anche un diritto di riscatto. Più delicato è il tema ingaggio: il francese a Parigi guadagna 8 milioni di euro netti, la Juve ne paga 4 da qui al termine della stagione. L’anno prossimo potrebbe anche valutare di pagare lo stipendio per intero, per quanto la politica sia quella di contenere i costi (solo Vlahovic guadagnerebbe di più: 12 milioni, ma il suo contratto è frutto di accordi di qualche anno fa).
Numeri alla mano, un’operazione che si può fare, anche se servirà incassare. E da questo punto di vista, qualche cartuccia da sparare c’è. Al di là della questione legata allo stesso Vlahovic (delicatissima, se ne è già parlato in altri articoli), i bianconeri potrebbero fare una bella plusvalenza con chi è stato protagonista proprio contro il Psv e si sta rivelando una bella sorpresa della stagione: Samuel Mbangula. Il classe 2004 con il gol in Champions (il primo) è arrivato a 4 reti stagionali in 25 partite, a cui si devono aggiungere 4 assist. Sta giocando molto e nonostante il contratto prolungato lo scorso autunno fino al 2028 già a gennaio erano arrivate offerte per lui che non hanno lasciato la Juve indifferente. Valutazione? Non meno di 10 milioni di euro: non male per il belga acquistato a poco più di 350mila euro dall’Anderlecht nel 2020, per giocare nella Next Gen.
Sacrificabile? Forse, soprattutto se dovessero servire soldi freschi non solo per Kolo Muani, ma anche per quel Francisco Conceiçao che i bianconeri vorrebbero trattenere dopo una buona prima parte di stagione (anche lui è arrivato in prestito secco, pagato però 7 milioni, dal Porto). Insomma, conferme ma anche addii: nulla di certo o probabile, ma solo ragionamenti che però già vengono portati avanti. E la ragione, oltre che tecnica, sembra di molto dettata dalle regole di bilancio, dove a essere predominante sembra il principio dei vasi comunicanti: se esce da una parte, entra dall’altra. Indipendentemente dalle prospettive presenti e future di un giocatore.
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