Marine Le Pen in piazza: “Non mollerò di un centimetro. La sentenza ha calpestato il mio onore”

Circa 4.000 persone hanno partecipato alla manifestazione in sostegno a Marine Le Pen, condannata lunedì 31 marzo. “La nostra linea non sarà mai quella della violenza, ma quella pacifica del pastore Martin Luther King", ha detto la leader storica del Rassemblement national. Oltre a lei hanno parlato Louis Aliot, Eric Ciotti e Jordan Bardella. Anche Matteo Salvini ha inviato un messaggio video

Apr 6, 2025 - 20:38
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Marine Le Pen in piazza: “Non mollerò di un centimetro. La sentenza ha calpestato il mio onore”

Parigi, 6 aprile 2025 – “Non chiediamo di essere sopra la legge, ma nemmeno al di sotto della legge!”. Le parole di Marine Le Pen fanno esultare la folla alle 16 e 30, l’apice dell’incontro organizzato dal Rassemblement national sei giorno dopo la sentenza storica in cui la storica leader del partito è stata condannata a quattro anni di prigione, 100.000 euro di multa e l’impossibilità di presentarsi a delle elezioni nei prossimi cinque anni.
Alla manifestazione erano presenti in 4.000 secondo Le Monde, 10.000 secondo Jordan Bardella. 1.500 secondo alcuni poliziotti interrogati sul posto dal Parisien.
Sullo sfondo, la cupola degli Invalides, un luogo scelto con cura dagli organizzatori, dove è sepolto Napoleone, “quel gigante il cui nome fa vibrare il marmo delle nazioni” ha ricordato Jordan Bardella. E nella stessa piazza dove il generale Charles De Gaulle arringava la folla contro “l’abbandono e la rassegnazione, ricordando che la Francia non si inginocchia mai e si rialza sempre”.
Sotto il sole domenicale di Parigi, cosa rara, partecipare a questa manifestazione è un atto di fede. La piazza riflette il quartiere, il 7° arrondissement della capitale, uno dei più benestanti della capitale. Ci sono famiglie che portano a spasso il proprio cane, molti giovani, soprattutto uomini, vestiti con cura e gruppi di pensionati. C’è anche chi ha percorso centinaia di chilometri dalla campagna francese per dimostrare il proprio sostegno e affetto alla loro leader.
Migliaia di bandierine francesi, distribuite dai volontari poco dopo i controlli di sicurezza, sventolano al ritmo delle canzoni popolari francesi e degli ABBA. Ogni tanto la musica è interrotta da degli spot, accompagnati da una colonna sonora cinematografica, che invita i presenti ad indignarsi per la sentenza e a sostenere Marine Le Pen.
E in molti hanno risposto all’appello. Quasi tutti i deputati del Rassemblement National hanno già preso posto: Louis Aliot, Sébastien Chenu, Marion Marechal Le Pen sono seduti in prima fila. Due posti sono rimasti vuoti dietro al microfono, riservati a Eric Ciotti e Jordan Bardella, che saliranno sul palco qualche minuto dopo.

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TOPSHOT - President of Rassemblement National parliamentary group Marine Le Pen reacts as she delivers a speech during a rally in her support, after she was convicted of a fake jobs scheme at the EU parliament, in Paris on April 6, 2025. Marine Le Pen was given a prison term and fine on March 31, 2025, a verdict that sparked an international echo. Le Pen said that she would use all possible legal avenues to stand in 2027 elections despite a ban on her running and hailed the promise of a speedy appeal of her criminal conviction. (Photo by JULIEN DE ROSA / AFP)


“Colpa della sinistra”

Louis Aliot, sindaco di Perpignan, vicepresidente del partito condannato alla seconda pena più pesante dopo quella a Marine Le Pen, si rivolge alla piazza poco dopo le 15. Per Aliot, la sentenza non è altro che “una trappola, un ostacolo a pochi metri dal nostro destino, quello di governare la Francia”. L’ex compagno di Marine Le Pen accusa Martin Schulz, l’ex presidente dei socialisti europei e Christiane Taubira, socialista e ex ministra della giustizia francese dal 2012 al 2016, di aver orchestrato tutto questo caso.
Segue una serie di videomessaggi dai leader dei partiti sovranisti europei, da Santiago Abascal di Vox in Spagna, all’olandese Geert Wilders, dal leader della FPO austriaca Herbert Kickl al segretario della Lega, Matteo Salvini. Quando appare il viso del ministro delle infrastrutture italiano, un boato si alza dalla folla: “Vi parlo sapendo bene cosa significa essere attaccati personalmente dalla giustizia: ci hanno provato anche con me. Mi hanno processato e hanno cercato di condannarmi a 6 anni di galera per aver difeso i confini. E anche nel mio caso è stata chiaramente un’azione politica”.
A chiudere la sequenza di video, un lungo messaggio della deputata del territorio d’oltremare di Mayotte, Anchya Bamana. “E poi dicono che siamo un partito razzista”, esclama un militante. Vicino a lui, un’altra manifestante gli risponde “a Mayotte sono francesi”, a cui un terzo presente ribatte “si,ma da poco”.
Discussioni da cui si percepisce l’eterogeneità degli elettori del Rassemblement national, uniti però oggi da un unico obiettivo: sostenere Marine Le Pen.
Molti vedono in tutta questa storia lo zampino occulto della sinistra: “riuscite ad immaginarvi Marine Le Pen che ruba dei soldi pubblici per arricchirsi? No, è la sinistra che vuole farci ingoiare questo discorso pieno d’odio”, sostiene un altro militante.


Onore e vittimismo

Tra il pubblico lo sdegno è palpabile: “Se Marine Le Pen non può presentarsi scoppia la rivoluzione, altro che Gilets Jaunes”, dice un sostenitore.
Nel frattempo ha preso la parola Eric Ciotti, l’ex segretario della destra repubblicana, ormai a capo di un gruppo parlamentare satellite del RN che parla di una “pena di morte politica” che pende sul destino di Marine Le Pen. Poco dopo è il turno di Jordan Bardella: il ventinovenne riprende la stessa retorica contro "quei giudici" che hanno deciso che “la candidatura di Marine Le Pen sarebbe stata una minaccia all’ordine pubblico democratico”. Quegli stessi giudici che "non applicano i rimpatri contro gli immigrati a cui spetta un obbligo di lasciare il territorio francese".
Alle 16 Jordan Bardella si interrompe, in mezzo alla folla compatta sotto al palco, una persona ha avuto un malore. Proprio nel momento in cui il “piano B” mette in guardia i manifestanti sul fatto che la decisione della giustizia rispecchia una volontà di “privare i cittadini francesi del diritto di scelta”.
Una “caccia all’uomo cominciata dalla sinistra” che “non è degna della democrazia francese”, prosegue il presidente del Rassemblement national. Secondo lui, la condanna ha “rovinato l’immagine della Francia in Europa e nel mondo”, e la Francia non può pretendere di “dare lezioni di diritti dell’uomo” se neon è capace di portarli e incarnarli. Applausi dalla folla e bandierine che sventolano più veloci.

La via di Martin Luther King

“Amici miei”, esordisce Marine Le Pen mentre la folla la acclama per nome, “non so come esprimere la mia gratitudine per questo soprassalto democratico che rappresentate”.

Emozionata, la leader indiscussa del partito si interrompe mentre i presenti gridano “siamo qui” e “Marine, presidente”. “Siete formidabili”, ringrazia Marine Le Pen, prima di cominciare un discorso di una ventina di minuti per difendere “il mio popolo, il mio paese e il mio onore” calpestati dalla sentenza. "Tutti devono saperlo: non mollerò di un centimetro", continua.
Al di là degli apprezzamenti dei difensori della giustizia e dei suoi detrattori, la sentenza ha servito su un piatto d’argento un nuovo argomento vittimista al Rassemblement national. Marine Le Pen parla per buona parte del suo discorso di quei “francesi discriminati nel proprio paese”.
A tutti quei francesi che si sentono “cittadini di serie B”, Marine Le Pen ricorda che “la nostra linea non sarà mai quella della violenza, cara ad altre formazioni politiche, ma quella pacifica del pastore Martin Luther King, che si è battuto per i diritti civili dei cittadini americani all’epoca oppressi e privati di diritti”.


Nel mirino di Marine Le Pen, “gli animi dispiaciuti e intolleranti” riunitisi dal lato opposto della città, in Place de la République. Una contromanifestazione a cui hanno partecipato 15.000 persone secondo Manuel Bompard, il coordinatore della sinistra radicale della France Insoumise, in piazza inseme agli ecologisti. Circa 3.000 secondo una fonte della questura citata dall’AFP. Nella stessa giornata a Saint-Denis, il partito della maggioranza presidenziale si riuniva per lanciare il proprio candidato alle prossime elezioni, Gabriel Attal.

L’incontro in Place Vauban si chiude sulle note dell’inno francese e la piazza si svuota rapidamente. Un flop? Sicuramente meno presenti rispetto alle aspettative, anche se a distanza quasi mezzo milione di francesi ha firmato la petizione lanciata da Jordan Bardella la sera della sentenza. La campagna per il 2027 è ufficialmente cominciata.