Marco Orsi: “Io e Dotto non venivamo capiti. Curtis talento smisurato, ma anche Deplano è una stella”

Nuova puntata di OA Focus al Fantini Club di Cervia per la Summer Edition, in onda sul canale Youtube di OA Sport. Un approfondimento dedicato a Marco Orsi, descrivendo l’interezza del proprio percorso: la carriera, il passato, il futuro del Bomber in questa intervista senza filtri, con Alice Liverani a condurre. GARE RIMASTE NEL CUORE – “Qualifica […]

Apr 21, 2025 - 09:41
 0
Marco Orsi: “Io e Dotto non venivamo capiti. Curtis talento smisurato, ma anche Deplano è una stella”

Nuova puntata di OA Focus al Fantini Club di Cervia per la Summer Edition, in onda sul canale Youtube di OA Sport. Un approfondimento dedicato a Marco Orsi, descrivendo l’interezza del proprio percorso: la carriera, il passato, il futuro del Bomber in questa intervista senza filtri, con Alice Liverani a condurre.

GARE RIMASTE NEL CUORE – “Qualifica olimpica nell’aprile del 2012, avevo 21 anni. Il sogno più grande, sapevo di poterlo realizzare. Ho festeggiato, gioia immensa con i miei genitori. L’altra è l’argento iridato nei 50 stile libero in vasca corta nel 2014, gara che più mi rappresenta. Una prova in cui realizzai il record italiano (20.69) e parliamo di 11 anni fa“.

LA DECISIONE DI SMETTERE  – “Quando smetto di nuotare, si farà una festa. Non è ancora il momento, ma manca poco. Il post su Facebook l’ho buttato giù in un momento di riflessione mia. Dal punto di vista agonistico ho dato tanto e ho avuto la fortuna di conoscere persone incredibili. Bisogna avere poi la lucidità per capire in che fase della propria vita uno sia. Ho quasi 35 anni e tra un po’ bisogna lasciare. Sarebbe bello poter andare avanti per sempre, ma è necessario mettere un punto di una carriera molto bella nel momento giusto, né troppo presto e né troppo tardi. Bisogna essere in grado anche di gestire quando non gira bene, ricordando nel mio caso la mononucleosi prima delle Olimpiadi di Rio 2016. Tuttavia, anche quelle situazioni servono per ripartire più forte“.

LA FORMAZIONE DA NUOTATORE – “Ho avuto la fortuna da bambino di essere allenato da un tecnico, ovvero Andrea Luppi, che mi ha insegnato tutti e quattro gli stili. Adesso invece si va ricercare subito lo stile migliore dell’atleta. Io sinceramente non sono d’accordo. Il nuotatore deve saper fare tutti e quattro gli stili, poi c’è tempo per specializzarsi. Fortunatamente, io ho avuto questa formazione. Quando lo stile libero mi è un po’ mancato e il panorama italiano era altamente qualificato, ho trovato nei 100 misti una mia nuova espressione, vincendo medaglie sia agli Europei che ai Mondiali. Ho fatto tanto, mi ha salvato perché avrei potuto smettere anche prima“.

ESSERE PIONIERI NELLA VELOCITA’ – “Prima il vero velocista non era concepito. Sì, c’erano Lorenzo Vismara o Cristina Chiuso, ma erano in pochi, perché c’era una maggior propensione tra 100-200 sl. Siamo poi arrivati io e Luca Dotto e tutto si è un po’ trasformato, ottenendo grandi risultati nei 50 sl. Si parla di un atleta particolare, che va messo a punto come fosse una F1. Abbiamo dato il via a questo percorso che, secondo me, molti non hanno capito e ha destato un po’ di perplessità. Credo in quel momento sia mancata la convinzione che questa nuova strada potesse funzionare. Ora invece abbiamo due stelle nei 50 sl perché, oltre a Sara Curtis, io credo che anche Leonardo Deplano sia un atleta incredibile. Poi Sara mi ricorda un po’ me per atteggiamento e nuotata. Tra l’altro ho saputo che ero anche il suo idolo, quando era più piccola, e ora direi che è il contrario cioè sono io un suo grande tifoso. Lei mi piace molto, spero che possa realizzare i suoi obiettivi, ha un talento smisurato. Poi ci sono i 50 per tutte le distanze alle Olimpiadi e sarà molto spettacolare“.

LE CONSEGUENZE DEI 50 ALLE OLIMPIADI PER TUTTI GLI STILI – “Si rischia certamente di snaturare un po’ il concetto di velocista puro, dal momento che non sarà più costretto ad allungare per forza ai 100 metri in ottica olimpica, ma potrà lavorare sull’unica vasca. Faccio l’esempio di Cerasuolo nella rana, lui ha il 50 nelle sue vene. Lo stesso discorso potrebbe valere anche per Benedetta Pilato. Potrebbe essere un vantaggio per le Federazioni perché aumentano le possibilità di andare a medaglia, ma anche la concorrenza ovviamente“.

ANALISI SULLA NUOVA GENERAZIONE – “Non credo sia giusto fare dei paragoni col passato. Non ci sarà mai una seconda Federica Pellegrini, ma un’atleta magari molto competitiva nelle sue diversità. I ragazzi giovani li vedo con una mentalità vincente perché secondo me il nuoto si è evoluto, hanno capito che l’atleta non può essere da solo. C’è bisogno di un team per mettere insieme le prestazioni. La Federazione si è accorta di questo e quindi si è attivata dare un supporto con l’affiancamento di certi professionisti. Poi c’è quella spensieratezza…“.

OLTRE IL NUOTO – “Col messaggio sui social, volevo rivolgermi soprattutto agli atleti che smettono e si sentono un po’ persi perché un paio di anni fa anche io mi sono trovato in questa situazione. Alla fine è un capitolo che finisce e un altro che comincia. Ho voglia di vivere al di fuori come nuotatore agonista e so che posso dare qualcosa ai giovani e far capire come raggiungere certi traguardi. C’è il pensiero di costruirmi una famiglia, non vedo l’ora di farlo. Alcuni sportivi non hanno avuto il coraggio di parlare, fatevi aiutare, siamo tutti umani, sfogarsi è anche giusto“.

VIDEO ULTIMA PUNTATA OA FOCUS