Mantovano attacca i giudici: “Sui migranti erodono sovranità popolare”. Anm: “Ricorra alla Consulta”

Un attacco alla magistratura nel suo insieme, non a una corrente particolare. Sono dichiarazioni che fanno rumore quelle di Alfredo Mantovano, anche perché il potente sottosegretario di Giorgia Meloni è a sua volta un magistrato con una lunghissima carriera alle spalle. “Il tema della giurisprudenza creativa non è nuovo” e oggi è “diffuso fra tutte […] L'articolo Mantovano attacca i giudici: “Sui migranti erodono sovranità popolare”. Anm: “Ricorra alla Consulta” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 7, 2025 - 16:09
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Mantovano attacca i giudici: “Sui migranti erodono sovranità popolare”. Anm: “Ricorra alla Consulta”

Un attacco alla magistratura nel suo insieme, non a una corrente particolare. Sono dichiarazioni che fanno rumore quelle di Alfredo Mantovano, anche perché il potente sottosegretario di Giorgia Meloni è a sua volta un magistrato con una lunghissima carriera alle spalle. “Il tema della giurisprudenza creativa non è nuovo” e oggi è “diffuso fra tutte le giurisdizioni, con riferimenti alle fonti internazionali ed europee, dando una lettura assai ‘estensiva’ delle norme costituzionali, attingendo al cosiddetto ‘multilivello’ che sembra una sorta di shopping fra le disposizioni di altri ordinamenti nazionali”, il tutto “per costruire discipline che il Parlamento non ha mai approvato“, ha detto Mantovano, intervenendo all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio nazionale forense.

Il riferimento del sottosegretario è al caso Albania e alle sentenze dei giudici italiani che hanno disapplicato i decreti del governo sulla gestione dei migranti e dei richiedenti asilo. Per Mantovano, infatti, c’è “la tendenza delle corti a negare spazi regolativi al legislatore“. In questo modo, secondo il sottosegretario, si erodono “gli spazi di diretta espressione della sovranità popolare“. “Pensiamo, per riportare un esempio di leggi sistematicamente disapplicate, a quelle in materia di immigrazione“, prosegue ancora, sottolineando che ormai “vengono disattese” magari “dopo averne annunciato e rivendicato la disapplicazione”.

Secondo Mantovano il rischio è che la magistratura potrebbe percepire se stessa “come parte di un establishment che ha la funzione di ‘arginare’ la deriva di coerenza tra la manifestazione del voto e l’azione di governo”. Ma il sottosegretario non attacca solo una parte della magistratura: “Non riduciamo questo scenario a un racconto di ‘toghe rosse‘ in azione, che forse aveva senso 30 anni fa e ora è macchiettistico. È qualcosa di più complesso e di più grave. È un ormai cronico sviamento della funzione giudiziaria, perché quest’ultima deraglia dai propri confini e decide, insieme alle norme, le politiche sui temi più sensibili, e chi quelle politiche deve applicare. Ed è uno sviluppo che attraversa tutte le giurisdizioni, a prescindere dalle appartenenze correntizie”.

L’intervento del sottosegretario alla Presidenza del consiglio provoca la reazione di Stefano Celli, vice segretario dell’Anm. “Vi sono delle valutazioni che spettano ad organi diversi da quelli eletti, previsti dalla legge e che fanno il loro dovere, i quali a volte possono andare in contrasto con le decisioni del governo. Se proprio il governo ritiene di essere limitato da questo esercizio di poteri e se fosse vero che qualcuno di noi ha esercitato un potere che non è suo, si può ricorrere alla Corte costituzionale per il conflitto di attribuzione”, dice il dirigente del sindacato dei magistrati.

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