Mai prima d’ora il Csm aveva dovuto difendere le Sezioni unite della Cassazione

Non era mai accaduto che il Csm, o almeno la sua parte “buona” (i venti togati assieme ai tre laici di M5S, Pd e Iv), dovesse essere costretto a presentare una pratica per tutelare i colleghi delle Sezioni unite civili della Cassazione. Mai successo dalla nascita del Csm nel 1959. Stiamo parlando delle toghe che […] L'articolo Mai prima d’ora il Csm aveva dovuto difendere le Sezioni unite della Cassazione proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 12, 2025 - 16:07
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Mai prima d’ora il Csm aveva dovuto difendere le Sezioni unite della Cassazione

Non era mai accaduto che il Csm, o almeno la sua parte “buona” (i venti togati assieme ai tre laici di M5S, Pd e Iv), dovesse essere costretto a presentare una pratica per tutelare i colleghi delle Sezioni unite civili della Cassazione. Mai successo dalla nascita del Csm nel 1959. Stiamo parlando delle toghe che siedono al vertice della piramide della giustizia. Per giunta di quella civile. Magistrati riservatissimi, nessuno che abbia mai rilasciato un’intervista o che si sia tuffato nell’agone politico.

Tant’è che, pur nella reazione distruttiva contro l’ordinanza sul caso Diciotti, neppure dal furibondo centrodestra, che come sempre non misura le parole quando si tratta dei giudici, è giunto un attacco nominativo. Nessuno ha osato citare il presidente delle Sezioni unite che firma le 37 complicatissime pagine. Il nome di Ettore Cirillo resta riservato, al pari di quelli degli otto colleghi che hanno fatto parte del collegio. E tuttavia questi magistrati sono ugualmente colpevoli di aver assunto una decisione “politica”.

Il Guardasigilli Carlo Nordio la definisce addirittura “potenzialmente devastante”. Meloni aizza gli italiani che vedranno finire i loro soldi nelle tasche dei migranti. Tale è la furia aggressiva che la presidente della Cassazione Margherita Cassano è costretta a un immediato altolà contro insulti “inaccettabili”. Come quelli che via via hanno colpito Iolanda Apostolico, Silvia Albano, Marco Gattuso, toccando alla fine il vertice giuridico della Suprema Corte.

Un attacco che costringe anche Gabriella Luccioli, la giudice della Cassazione che nel 2007 ha firmato la storica sentenza su Eluana Englaro, a consigliare a Nordio di ricordarsi di essere stato un magistrato. Nella lettera che gli scrive risuona tutta la delusione verso l’ex collega: “La speranza era che ella avrebbe portato all’interno della compagine di governo la voce del diritto e la sensibilità verso i diritti fondamentali della persona scolpiti nella Costituzione. Purtroppo queste speranze sono andate deluse, e ancor più forte è la delusione dopo il suo intervento sull’ordinanza delle Sezioni Unite”. Un messaggio “falso nell’impostazione e terribilmente fuorviante per la pubblica opinione”. Già, come quello di cercare a tutti i costi i voti per far passare il futuro referendum sulla separazione delle carriere sfregiando ogni giorno il volto dei magistrati e dipingendo li come altrettanti mister Hyde.

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