Lyft entra in Europa: FreeNow acquisita da BMW e Mercedes-Benz per 200 milioni di dollari

La statunitense rivale di Uber ha acquisito per 175 milioni di euro (198,40 milioni di dollari) la piattaforma di mobilità dei colossi automobilistici tedeschi. In questo modo il mercato potenziale annuale di corse in veicoli privati dovrebbe passare da 161 a oltre 300 miliardi L'articolo Lyft entra in Europa: FreeNow acquisita da BMW e Mercedes-Benz per 200 milioni di dollari proviene da Economyup.

Apr 16, 2025 - 15:30
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Lyft entra in Europa: FreeNow acquisita da BMW e Mercedes-Benz per 200 milioni di dollari

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Lyft entra in Europa: FreeNow acquisita da BMW e Mercedes-Benz per 200 milioni di dollari



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La statunitense rivale di Uber ha acquisito per 175 milioni di euro (198,40 milioni di dollari) la piattaforma di mobilità dei colossi automobilistici tedeschi. In questo modo il mercato potenziale annuale di corse in veicoli privati dovrebbe passare da 161 a oltre 300 miliardi

Pubblicato il 16 apr 2025



Lyft
Lyft compra FreeNow


La società statunitense Lyft, rivale di Uber e simbolo della sharing mobility, ha annunciato il 16 aprile 2025 l’acquisizione della piattaforma di mobilità FreeNow, di proprietà dei colossi automobilistici tedeschi BMW e Mercedes-Benz, per un valore di 175 milioni di euro (198,40 milioni di dollari). L’operazione punta a rafforzare la presenza di Lyft nel mercato europeo del ride-hailing.

Pressata dalla concorrenza del colosso Uber sul mercato nordamericano, Lyft è alla ricerca di nuove opportunità di crescita. L’acquisizione di FreeNow, dunque, quasi raddoppierà il suo mercato potenziale, consentendole di fare il suo ingresso in importanti città europee come Londra, Francoforte, Parigi e Milano. In queste metropoli, FreeNow offre una gamma di servizi che vanno dai taxi tradizionali al noleggio di monopattini elettrici, fino al car sharing.

FreeNow, si legge in un comunicato aziendale, continuerà ad operare abitualmente, mantenendo gli stessi dipendenti, per promuovere la crescita in 9 Paesi e oltre 150 città tra cui Irlanda, Regno Unito, Germania, Grecia, Spagna, Italia, Polonia, Francia e Austria. L’operazione “sarà completata nella seconda metà del 2025, subordinatamente al soddisfacimento delle condizioni sospensive”.

“Lyft sta entrando nel mercato europeo a un ‘buon prezzo’ e, soprattutto, in un momento eccezionale’”, ha dichiarato l’amministratore delegato David Risher a Reuters, aggiungendo che l’azienda è in una posizione finanziaria solida per espandersi.

Lyft, pioniera della gig economy

L’azienda “rosa” (è il colore del suo logo) nasce a San Francisco nel giugno 2012, da un’idea di Logan Green e John Zimmer. L’antagonista di Uber e pioniera della gig economy (economia dei lavoretti) progetta, mette in commercio e rende operabile un’applicazione da mobile che mette in contatto gli autisti con i passeggeri che hanno bisogno di una corsa, consentendo anche il pagamento attraverso l’app. Permette inoltre agli utenti di programmare corse fino a 7 giorni prima. Negli Usa è accessibile al 95% della popolazione e i suoi servizi sono concentrati principalmente su college, università e comunità aziendali. Con gli anni l’azienda ha esteso la propria attività alla condivisione di biciclette e scooter, e ha anche fatto una prima incursione nel mondo delle self driving car, le auto a guida autonoma, con una flotta attiva a Las Vegas. A marzo del 2019 si è quotata in Borsa.

FreeNow, le potenzialità della Mobility as a Service

FreeNow è uno degli operatori europei di spicco nel mercato MaaS (Mobility as a Service) e ha una storia interessante. Si tratta infatti del rebranding della nota app mytaxi, lanciata nel 2009 con base in Germania, nonché il primo marchio a nascere dalla fusione dei servizi di mobilità di BMW e Daimler siglata a inizio 2019.

Free Now è un’app mobile, attiva in svariate città italiane ed europee, che aggrega diverse opzioni di mobilità in funzione delle esigenze degli utenti. Impostando un luogo di partenza e una destinazione, l’app fornisce tutte le opzioni attive per raggiungerla, dai taxi al car sharing fino ai monopattini, permettendone la prenotazione (e relativo pagamento) direttamente in app.

L’azienda definisce il suo prodotto una Super App per la mobilità.

Ad oggi FreeNow è attiva in oltre 150 città di nove paesi europei. A settembre, l’azienda ha annunciato di aver raggiunto il pareggio di bilancio, grazie a un aumento del 13% dei ricavi nel 2024 e al focus sul segmento taxi.

Lyft: le ragioni dell’acquisizione di FreeNow

Lyft ha trovato in FreeNow il partner ideale per accelerare la propria strategia di crescita, sbloccare potenziale per i partner e migliorare l’esperienza di tassisti e passeggeri, si legge in un comunicato divulgato dall’azienda. L’operazione segna la più significativa espansione di Lyft fuori dal Nord America, consentendo all’azienda, da un lato, di raddoppiare il proprio mercato potenziale raggiungendo oltre 300 miliardi di viaggi all’anno e, dall’altro, di aumentare le Prenotazioni Lorde Annue di circa 1 miliardo di euro, diversificando così le fonti di reddito e sostenendo gli obiettivi pluriennali dell’azienda.

Lyft ha dichiarato che, grazie a questa acquisizione, il mercato potenziale annuale di corse in veicoli privati passerà da circa 161 miliardi a oltre 300 miliardi.

Quasi la metà del settore taxi in Europa è ancora offline. È da lì che può arrivare gran parte del potenziale di crescita,” ha affermato Thomas Zimmermann, CEO di FreeNow, in un’intervista.

Il mercato dei taxi in Europa

In Europa, il mercato aggregato dei taxi è infatti solido e in crescita. Circa il 50% delle prenotazioni taxi avviene ancora offline, ma i clienti sono sempre più orientati verso le prenotazioni digitali. I taxi hanno rappresentato circa il 90% delle Prenotazioni Lorde di FREENOW nel 2024 e continueranno ad essere il pilastro portante del business aziendale, dice l’azienda.

I prossimi passi

Se da un lato non ci saranno cambiamenti immediati nella customer experience, nuovi benefici saranno presto resi disponibili sia per i tassisti che per i passeggeri. Per i tassisti, in molti mercati ciò potrebbe tradursi in una maggiore trasparenza sui guadagni, con informazioni in tempo reale sugli incentivi e sui momenti migliori in cui mettersi alla guida. Per i passeggeri, questo potrebbe significare tariffe più uniformi, contatti più rapidi con i tassisti e nuove funzionalità e modalità di trasporto. Le due aziende lavoreranno anche all’integrazione che permetterà ai passeggeri di utilizzare indistintamente entrambe le app, sia in Nord America che in Europa.

Opportunità e criticità

Tuttavia, l’espansione europea di Lyft per intercettare la domanda ancora offline dovrà confrontarsi con la concorrenza di Uber e dell’estone Bolt Technology, entrambe già ben radicate nel mercato europeo.

Le normative europee stanno inoltre imponendo alle piattaforme di ride-hailing di migliorare i diritti dei conducenti, ad esempio introducendo salari minimi garantiti e ferie retribuite, aumentando al contempo la pressione sui modelli di prezzo per assicurare compensi equi.

In risposta a tali normative, Bolt ha recentemente introdotto in Regno Unito benefici per i conducenti, come ferie retribuite e garanzie di salario minimo.

Perché l’arrivo di Lyft è la fine del “sogno europeo” di car2go

L’ingresso di Lyft nel mercato europeo attraverso l’acquisizione di FreeNow rappresenta simbolicamente la chiusura di un ciclo per i grandi progetti di mobilità condivisa nati in Europa, come car2go. Nata dal connubio tra Daimler e poi Daimler-BMW, car2go incarnava l’idea che l’industria automobilistica europea potesse governare in prima persona l’evoluzione della mobilità urbana, senza dipendere da big tech o operatori esterni. Ma la vendita di FreeNow – ultimo tassello di quella visione – segna il ritiro definitivo dei costruttori tedeschi da questo fronte.

Dopo anni di investimenti, fusioni e rebranding, il sogno di una “mobilità europea” integrata, sostenibile e autonoma dalla Silicon Valley si infrange davanti alla forza delle piattaforme americane. Lyft, come prima Uber, si inserisce in un ecosistema consolidato ma ancora largamente frammentato, portando capitali, tecnologia e una strategia aggressiva, là dove il modello car2go ha faticato a scalare.

Non è solo la fine di un brand, ma di un approccio: quello in cui i produttori d’auto tradizionali potevano giocare alla pari con le startup tech sul loro stesso terreno. Ora, il terreno è cambiato, e anche i giocatori.

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