L’export di cibo italiano per Unionfood supera 23 miliardi di euro

Unione Italiana Food certifica che l’Italia ha esportato food nel 2024 per più di 23 miliardi di euro ma pesa il timore dei dazi Nonostante l'ombra dei dazi americani offuschi l'orizzonte di questo 2025, l'industria alimentare italiana può dirsi soddisfatta per i risultati del suo export nel 2024: un giro d'affari che sorvola i 23 miliardi di euro, cresciuto dell'11% a valore sull'anno precedente. Lo certifica Unione Italiana Food. A trainare la crescita un piatto d'eccellenza della nostra tradizione culinaria come la pasta, ma anche prodotti da forno, caffè e cioccolato. Strategici i mercati di Francia e Germania, Spagna e Polonia, Regno Unito e proprio gli Stati Uniti, ora con preoccupazione attenzionati per le imposte volute dal presidente Donald Trump. L’export italiano per Unionfood A diffondere i dati, in occasione della seconda giornata nazionale del made in Italy voluta dal ministero delle Imprese e del made in Italy il 15 aprile, è Unione Italiana Food, una realtà che annovera tra i propri soci 530 aziende e oltre 900 marchi che producono cibo italiano destinato a tutto il mondo. “Immaginate -scrivono da UnionFood- 30 miliardi di piatti di pasta, 56 miliardi di tazzine di caffè, quasi 1 miliardo di kg tra biscotti, fette biscottate, crackers e dolci come pandori, panettoni e colombe. E 4 miliardi di tavolette di cioccolato. Nel made in Italy che piace al mondo volano le eccellenze dell’alimentare italiano”. Su un totale di 57 miliardi di euro per export alimentare italiano, oltre il 40% (ovvero attorno ai 23 milioni di euro) sono riconducibili alle aziende socie di Unione Italiana Food. I prodotti più rilevanti per l’export di Unionfood Ottimi, dicevamo, i risultati delle esportazioni per la pasta: a quota 4,02 miliardi di euro (+4,8% sul 2023). Seguono cacao e cioccolato (+17,2%, con un export da 2,88 miliardi di euro); i prodotti da forno (+ 13,3%, per un valore di 4,3 miliardi di euro) e il caffè (+ 8,9%, 2,66 miliardi di euro). Performance brillante per chip e snack (+44,6%), ma vanno per la maggiore anche: la confetteria (+20,5%); i cereali da prima colazione (+18,4%); brodi, minestre, salse e sughi (+13,4%); gli integratori (+12,4%) e i gelati (+10,8%). Il successo del turismo in Italia spinge le vendite di Unionfood “Il successo del made in Italy alimentare non si basa solo sulla qualità dei prodotti, ma anche sull'esperienza emotiva che genera.” Di questo è certa Unione Italiana Food, che ricorda che oltre 250 milioni di turisti stranieri hanno visitato l’Italia nel 2024 (dati Istat) e sottolinea come 7 ristoratori italiani su 10 (indagine del Touring Club Italia) riferiscano di una clientela internazionale particolarmente interessati a conoscere provenienza degli ingredienti (28%), storia (25%) e tecniche di preparazione dei piatti che consumano (14%). La visibilità delle aziende di 7 aziende di Unionfood È così anche quest'anno, come lo scorso, sette aziende associate a Unionfood hanno deciso di raccontare i propri prodotti, iconici per il made in Italy, attraverso le storie di alcuni creator, rese disponibili sui canali social di Unionfood. A farlo in questo 2025: Bauli per i lievitati da ricorrenza, Gruppo Casa Optima per i semilavorati per gelato, Menz & Gasser per le confetture, Orogel per i surgelati, Polli per le specialità sottolio e sottaceto, Sperlari per le caramelle e Zerbinati per le verdure di IV gamma. Unionfood: diplomazia contro i dazi Usa Mentre senza dubbio resta un peso non da poco l’incertezza data dalle misure restrittive stabilite dall’amministrazione americana. “Confidiamo -conclude Unionfood- non solo nell’azione diplomatica dell’Ue per una positiva composizione della vicenda, ma anche nel ruolo incisivo che sta svolgendo la nostra Premier per scongiurare contromisure Ue che potrebbero rivelarsi per le nostre imprese tanto dannose quanto le misure stesse. La preoccupazione maggiore è quella legata alle variazioni dei mercati finanziari mondiali che rischia di travasarsi sull’economia reale, imprese e consumatori, rallentando i consumi a livello globale, in un contesto in cui il nostro mercato interno ha iniziato a flettere da inizio anno.” L'articolo L’export di cibo italiano per Unionfood supera 23 miliardi di euro è un contenuto originale di Mark Up.

Apr 16, 2025 - 09:45
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L’export di cibo italiano per Unionfood supera 23 miliardi di euro
Unione Italiana Food certifica che l’Italia ha esportato food nel 2024 per più di 23 miliardi di euro ma pesa il timore dei dazi

Nonostante l'ombra dei dazi americani offuschi l'orizzonte di questo 2025, l'industria alimentare italiana può dirsi soddisfatta per i risultati del suo export nel 2024: un giro d'affari che sorvola i 23 miliardi di euro, cresciuto dell'11% a valore sull'anno precedente. Lo certifica Unione Italiana Food. A trainare la crescita un piatto d'eccellenza della nostra tradizione culinaria come la pasta, ma anche prodotti da forno, caffè e cioccolato. Strategici i mercati di Francia e Germania, Spagna e Polonia, Regno Unito e proprio gli Stati Uniti, ora con preoccupazione attenzionati per le imposte volute dal presidente Donald Trump.

L’export italiano per Unionfood

A diffondere i dati, in occasione della seconda giornata nazionale del made in Italy voluta dal ministero delle Imprese e del made in Italy il 15 aprile, è Unione Italiana Food, una realtà che annovera tra i propri soci 530 aziende e oltre 900 marchi che producono cibo italiano destinato a tutto il mondo. “Immaginate -scrivono da UnionFood- 30 miliardi di piatti di pasta, 56 miliardi di tazzine di caffè, quasi 1 miliardo di kg tra biscotti, fette biscottate, crackers e dolci come pandori, panettoni e colombe. E 4 miliardi di tavolette di cioccolato. Nel made in Italy che piace al mondo volano le eccellenze dell’alimentare italiano”. Su un totale di 57 miliardi di euro per export alimentare italiano, oltre il 40% (ovvero attorno ai 23 milioni di euro) sono riconducibili alle aziende socie di Unione Italiana Food.

I prodotti più rilevanti per l’export di Unionfood

Ottimi, dicevamo, i risultati delle esportazioni per la pasta: a quota 4,02 miliardi di euro (+4,8% sul 2023). Seguono cacao e cioccolato (+17,2%, con un export da 2,88 miliardi di euro); i prodotti da forno (+ 13,3%, per un valore di 4,3 miliardi di euro) e il caffè (+ 8,9%, 2,66 miliardi di euro). Performance brillante per chip e snack (+44,6%), ma vanno per la maggiore anche: la confetteria (+20,5%); i cereali da prima colazione (+18,4%); brodi, minestre, salse e sughi (+13,4%); gli integratori (+12,4%) e i gelati (+10,8%).

Il successo del turismo in Italia spinge le vendite di Unionfood

“Il successo del made in Italy alimentare non si basa solo sulla qualità dei prodotti, ma anche sull'esperienza emotiva che genera.” Di questo è certa Unione Italiana Food, che ricorda che oltre 250 milioni di turisti stranieri hanno visitato l’Italia nel 2024 (dati Istat) e sottolinea come 7 ristoratori italiani su 10 (indagine del Touring Club Italia) riferiscano di una clientela internazionale particolarmente interessati a conoscere provenienza degli ingredienti (28%), storia (25%) e tecniche di preparazione dei piatti che consumano (14%).

La visibilità delle aziende di 7 aziende di Unionfood

È così anche quest'anno, come lo scorso, sette aziende associate a Unionfood hanno deciso di raccontare i propri prodotti, iconici per il made in Italy, attraverso le storie di alcuni creator, rese disponibili sui canali social di Unionfood. A farlo in questo 2025: Bauli per i lievitati da ricorrenza, Gruppo Casa Optima per i semilavorati per gelato, Menz & Gasser per le confetture, Orogel per i surgelati, Polli per le specialità sottolio e sottaceto, Sperlari per le caramelle e Zerbinati per le verdure di IV gamma.

Unionfood: diplomazia contro i dazi Usa

Mentre senza dubbio resta un peso non da poco l’incertezza data dalle misure restrittive stabilite dall’amministrazione americana. “Confidiamo -conclude Unionfood- non solo nell’azione diplomatica dell’Ue per una positiva composizione della vicenda, ma anche nel ruolo incisivo che sta svolgendo la nostra Premier per scongiurare contromisure Ue che potrebbero rivelarsi per le nostre imprese tanto dannose quanto le misure stesse. La preoccupazione maggiore è quella legata alle variazioni dei mercati finanziari mondiali che rischia di travasarsi sull’economia reale, imprese e consumatori, rallentando i consumi a livello globale, in un contesto in cui il nostro mercato interno ha iniziato a flettere da inizio anno.”

L'articolo L’export di cibo italiano per Unionfood supera 23 miliardi di euro è un contenuto originale di Mark Up.