L’Europa allenta le regole ESG? La Cina è pronta a prendersi il vantaggio

La sostenibilità è ancora una priorità per l’Europa? La domanda sorge spontanea alla luce del Pacchetto Omnibus presentato dalla Commissione europea lo scorso 26 febbraio. Un pacchetto che riforma alcune delle più importanti normative ESG (ambientali, sociali e di governance), tra cui la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), la direttiva che impone alle aziende di...

Mar 19, 2025 - 13:19
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L’Europa allenta le regole ESG? La Cina è pronta a prendersi il vantaggio

La sostenibilità è ancora una priorità per l’Europa? La domanda sorge spontanea alla luce del Pacchetto Omnibus presentato dalla Commissione europea lo scorso 26 febbraio. Un pacchetto che riforma alcune delle più importanti normative ESG (ambientali, sociali e di governance), tra cui la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), la direttiva che impone alle aziende di rendicontare l’impatto della loro attività su clima, biodiversità e diritti umani. Il problema? Queste riforme sembrano ridimensionare le ambizioni europee in materia di trasparenza e sostenibilità. E nel frattempo, la Cina non sta a guardare.

Le pressioni commerciali americane e il dietrofront europeo

Le tensioni economiche globali stanno mettendo in difficoltà Bruxelles. L’amministrazione statunitense ha più volte minacciato una guerra commerciale se l’Europa continuerà a rafforzare le normative ESG, ritenute un ostacolo per le aziende americane. Di fronte a questo scenario, l’Ue sembra disposta ad ammorbidire le proprie regole per proteggere la competitività delle imprese europee. Ma questa scelta potrebbe rivelarsi un boomerang: allentando i requisiti di sostenibilità, l’Europa rischia di perdere la leadership in un settore che sta diventando sempre più strategico a livello globale.

La Cina accelera sulle rinnovabili e sulla sostenibilità

Mentre l’Europa vacilla, la Cina avanza. Certo, il gigante asiatico continua a fare largo uso del carbone, ma al tempo stesso ha investito massicciamente nelle energie rinnovabili. Secondo LowCarbonPower, il 35% dell’energia elettrica cinese proviene già da fonti rinnovabili, e nel 2024 Pechino ha installato una capacità di produzione quattro volte superiore a quella europea.

Ma non è solo una questione di energia. Le aziende cinesi stanno puntando a ottenere il massimo punteggio negli audit ESG, un elemento chiave per conquistare la fiducia degli investitori e delle aziende occidentali. Questo significa che in futuro i prodotti cinesi non saranno solo più economici, ma anche più sostenibili e trasparenti. Un cambio di paradigma che potrebbe rendere l’industria cinese ancora più competitiva.

Investimenti green e cooperazione internazionale

La Cina non si limita a sviluppare il mercato interno: sta anche rafforzando la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo. Durante il Forum sulla cooperazione sino-africana, il presidente Xi Jinping ha annunciato un piano d’azione che include 30 progetti di energia rinnovabile in Africa e 46 miliardi di euro di aiuti per sostenere lo sviluppo sostenibile. Una strategia che non solo migliora l’immagine della Cina a livello globale, ma che la posiziona come partner privilegiato per i paesi emergenti.

L’Europa rischia di restare indietro

Se Bruxelles continuerà a cedere alle pressioni commerciali, rischia di ritrovarsi fuori dai giochi. Il rallentamento delle normative ESG potrebbe spingere gli investitori a guardare altrove, privilegiando aziende che garantiscono standard elevati di sostenibilità. E con una Cina sempre più competitiva e attenta alle questioni ambientali, il divario rischia di diventare incolmabile.

La regolamentazione ambientale non è solo una questione di etica, ma anche di strategia economica. L’Europa deve decidere se vuole mantenere il proprio ruolo di leader nella transizione ecologica o se preferisce lasciare spazio ad altri.

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