Le obbligazioni tornano protagoniste contro la volatilità
Dopo un inizio d’anno segnato da ottimismo, i mercati finanziari globali stanno vivendo un’inversione di tendenza. A dispetto di dati economici retrospettivi ancora solidi – tra cui una disoccupazione contenuta e fondamentali aziendali robusti – gli investitori stanno adottando un atteggiamento più cauto. Come spiega Gene Tannuzzo, responsabile reddito fisso globale di Columbia Threadneedle Investments,... Leggi tutto

Dopo un inizio d’anno segnato da ottimismo, i mercati finanziari globali stanno vivendo un’inversione di tendenza. A dispetto di dati economici retrospettivi ancora solidi – tra cui una disoccupazione contenuta e fondamentali aziendali robusti – gli investitori stanno adottando un atteggiamento più cauto. Come spiega Gene Tannuzzo, responsabile reddito fisso globale di Columbia Threadneedle Investments, “l’ottimismo che aveva raggiunto l’apice dopo le elezioni statunitensi ha lasciato il passo ai timori legati ai rischi al ribasso per la crescita”.
Questo cambiamento di umore ha avuto un impatto visibile: calo dei listini azionari, allargamento degli spread creditizi e riduzione dei rendimenti dei Treasury.
Reddito fisso: il ritorno di un “cuscinetto” contro la volatilità
In questo contesto turbolento, il reddito fisso ha ripreso il suo ruolo tradizionale come elemento stabilizzante nei portafogli. “Il reddito fisso di alta qualità ha riconquistato il suo ruolo di cuscinetto contro la volatilità”, afferma Tannuzzo. Una dinamica che sembrava perduta negli anni precedenti, ma che oggi, complici i cambi di scenario macroeconomico e geopolitico, torna prepotentemente in primo piano.
La chiave è la qualità degli strumenti: obbligazioni investment grade, in particolare, stanno mostrando una maggiore tenuta rispetto a titoli high yield e strumenti a tasso variabile.
Le cause della pressione sul mercato obbligazionario
Il 2025 ha visto emergere una combinazione di fattori che influenzano i rendimenti obbligazionari. Tannuzzo segnala in particolare tre elementi:
- Crescita Usa in rallentamento: se il 2024 è stato un anno solido, il 2025 è iniziato con preoccupazioni crescenti su un possibile rallentamento, aggravato da rischi geopolitici e politiche incerte.
- Dubbi sull’inflazione: l’attenuazione dell’ondata inflazionistica del 2022 non ha dissipato i timori. “Gli investitori temono uno scenario in cui l’inflazione riaccelera”, sottolinea l’esperto, complicando le mosse future della Fed.
- Influenze globali: sviluppi fiscali espansivi in Germania e Giappone stanno influenzando anche i rendimenti USA, segno di una nuova interconnessione tra mercati.
Fed sotto osservazione
La Fed ha mantenuto invariati i tassi nell’ultima riunione, ma ha segnalato un rallentamento nell’inasprimento quantitativo. Secondo Tannuzzo, “la Fed si trova in un complesso gioco di equilibri”, tra inflazione potenzialmente in crescita e rallentamento della domanda. L’ipotesi di due tagli dei tassi nel 2025 resta sul tavolo, ma sarà subordinata a segnali più chiari sull’evoluzione macroeconomica.
Opportunità e selezione nei portafogli
Nonostante l’allargamento degli spread, si aprono spazi interessanti nei comparti meno esposti a dazi e debolezza della crescita. “La selezione dei titoli sarà importante”, ribadisce Tannuzzo, evidenziando come settori come le industrie chimiche e alcuni comparti del consumo offrano maggiore resilienza, a differenza di settori più vulnerabili come auto e materiali da costruzione.
In particolare, il debito dei mercati emergenti si è rivelato una sorpresa positiva. Gli investitori avevano già scontato nei prezzi il rischio di nuove tariffe, mostrando una reazione più solida del previsto.
Guardare avanti con equilibrio
La volatilità e l’incertezza continueranno a essere i tratti distintivi dei mercati nei prossimi mesi. Per Tannuzzo, la strategia migliore resta quella di un “approccio attentamente calibrato e diversificato alla costruzione del portafoglio”, capace di adattarsi al rapido mutare delle condizioni economiche e politiche globali.