Le Nora, “Nuera”, l’EP della cantautrice e produttrice

NUERA è il primo EP ufficiale della cantautrice e produttrice LE NORA. Il titolo dell'Ep racconta già molto del progetto e della sua autrice L'articolo Le Nora, “Nuera”, l’EP della cantautrice e produttrice proviene da imusicfun.

Apr 10, 2025 - 16:59
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Le Nora, “Nuera”, l’EP della cantautrice e produttrice

“NUERA” è il primo EP ufficiale della cantautrice e produttrice LE NORA (https://orcd.co/nueraep).
Il titolo dell’Ep racconta già molto del progetto e della sua autrice. 

Quello che è al contempo un gioco di parole con il nome dell’artista Eleonora e il suo nome d’arte Le Nora, è anche una storpiatura del concetto di NEW ERA ovvero un nuovo corso del progetto che ha completato la sua transizione passando per i singoli che Le Nora ha pubblicato nel 2024 (“IL MIO MOSTRO” e “LILITH“) e il più recente “PARLAMI DI SOLDI”, un passaggio che ha portato l’artista verso brani più cupi ed introspettivi rispetto ai precedenti lavori con una vocazione più R’n’B.

 “NUERA” contiene 6 brani: “eco”, “non avessi più tempo”, “LNDN”, “forma”, “quando corri verso di me mi vedo sorridere”, “memoria”.

Questo ep nasce da un momento di connessione profondissima ed inaspettata
con la natura; ai piedi di una cascata di montagna ho aperto gli occhi come non avevo mai fatto
prima ed ho iniziato a filtrare tutto ciò che osservavo traducendolo in esperienza fisica, bellezza
ruvida e poesia spontanea. Ho pensato: cosa c’è di più bello ed impattante di ciò che non
abbiamo più il tempo di osservare? Il silenzio ci parla così tanto perché in fondo non esiste.

Da bambina appassionata di danza ricordo di aver letto un libro su Martha Grahm, una delle danzatrici che hanno aperto le porte alla danza moderna,
c’erano queste foto in bianco e nero e lei muoveva ilcorpo senza impostazione tra questi grandi abiti morbidi e scenografici, rompendo per prima tutti gli schemi classici.
Ricordo che mi ispirò e dissi “da grande voglio inventare una mia scuola ispirata alle forme della natura, i movimenti ricalcheranno le venature delle foglie e lo splendere dei raggi del sole. Da grande, oggi, ho tradotto questo pensiero di una nuova danza naturale nella musica, l’ho fatto ascoltando le reazioni del mio corpo durante il processo creativo.

Ho ascoltato la mia pancia, mi sono sentita libera dagli schemi, e lasciando scorrere questo flusso
ho scritto, composto ed elaborato di come tutto ciò che mi circonda mi resta addosso, dal sibilo
del vento, alla sofferenza di una persona amata, dall’amore romantico più puro ed impetuoso ai richiami nostalgici del passato.

LE NORA

Un aspetto fondamentale nel lavoro di LE NORA è quello della produzione, un aspetto che viaggia in maniera imprescindibile accanto al songwriting: “Grazie al mondo sintetico posso creare atmosfere con pochissimi elementi ben calibrati e questo lascia spazio ai miei semi testuali di generare melodie.NUERA nasce quasi interamente da questo approccio“. 

Parlando dei brani, LE NORA racconta la nascita di “Eco” proprio ai piedi di quella cascata (“seduta sulla roccia fredda, con l’acqua che scrosciava forte dall’alto bagnandomi le guance”) perché alla domanda che lei spesso pone alle persone che vuole conoscere (ossia in quale espressione della natura ti identifichi) lei risponderebbe che si sente una cascata (“perché ci ritrovo la mia forza, così come nell’acqua ritrovo la mia capacità di adattarmi al mondo, andare in profondità per dare poi nuova vita alle cose“).

Per quando riguarda l’utilizzo della voce “eco” è la più particolare perchè nasce da un canone vocale. “Essendo io in primis una cantante, amo utilizzare il mio primo strumento come elemento compositivo distorcendolo, modificandolo o mettendolo a servizio di altre parti dell’arrangiamento“.

Nel caso del canone in “eco” la melodia parte da una cellula semplice come una goccia d’acqua, per poi creare qualcosa di intricato, ipnotico e spiraleggiante come la cascata a cui è ispirato. “Questo brano è il mio modo per invitarti a saltare con me giù dal dirupo tenendoti sì per mano, ma senza farti perdere il gusto della sospensione e dell’adrenalina; anche per questo i centri tonali di “eco” sono a volte spostati in un alternarsi di incertezza e conforto”. 


Il successivo “non avessi più tempo” “è stato il secondo brano che ho scritto quando ho trovato il corso del mio fiume ed ho capito che potevo tuffarmici dentro e ballare finché ne avessi l’energia, infatti il brano è risultato in una danza liberatoria, quasi estatica, lenta ma incessante, inevitabile” racconta la sua autrice che aggiunge una riflessione profonda e condivisa “Che non si abbia più il tempo di raggiungere un certo obbiettivo nella nostra vita è la più grande bugia che raccontiamo a noi stessi, l’ansia sociale del tutto e subito ci resta incollata inevitabilmente. Nel mio caso, pure sapendo di aver sempre militato incessantemente per ottenere ciò in cui credo, mi sono accorta di aver sostenuto un passo di marcia dimenticando che potevo danzare per trovare la mia via. Questo brano mi ha fatta guardare dentro con una dolcezza mai rivolta a me stessa, mi ha portata a far pace con il senso di accettazione di ciò che è stato ed a coltivare più fiducia in quello che sarà. Credo anche che la musica sia un grande cerchio e l’uscita del disco EUSEXUA di FKA Twigs, è stato fondamentale in quella fase delicata di riscoperta del mio suono e delle mie capacità di producer“.

Dal punto di vista produttivo, questo brano parte da una chitarra piena di effetti sulla quale LE NORA ha cantato, come lei stessa racconta “degli appunti liberatori che avevo preso qualche settimana prima, non ho cambiato una virgola, ho cercato la melodia nella realtà, non mi sono curata di rima o schema e ho lasciato che il brano si sviluppasse approdando sul mantra della cassa dritta che ci restituisce ritmo dopo delle strofe in punta di piedi”.

Parlando in generale dell’EP, LE NORA racconta: “ho sentito la necessità di colorare l’elettronica con strumenti organici come il violoncello di Tommaso Losito in eco e il sax di Andrea Biviano in forma a cui ho chiesto di abbracciare questo dualismo tra dolcezza e follia, accompagnamento e libera espressione“.


Le produzioni di tutti questi brani volteggiano tra lail tocco degli strumenti suonati (voce, piano,
cello, sax, batteria) ed il grezzo e terreno vibrare della musica sintetica, una ricerca sonora sviluppata in modo indipendente fino a quando Le Nora non ha trovato in Claudio SupNasa un alleato
che già parlava la sua stessa lingua e con cui le produzioni si concludevano alla velocità della
luce, come per incanto.

Claudio ha capito in che direzione stavo guardando ed ha supportato con la sua creatività il mio linguaggio, suonando al bisogno vari strumenti dalla batteria, al piano, al glockenspiel“.

Parlando di “LNDN” e della batteria acustica inserita nel pezzo “volevo uscisse l’odore polveroso ed evocativo dei locali di Camden Town (di cui canto nel brano) in cui le migliori e le
peggiori rock band hanno sbattuto piatti e pelli senza ritegno né particolare tecnica. Questo dettaglio ha restituito al brano tutta la sua energia originaria e la sua atmosfera
.


La penultima traccia è “quando corri verso di me mi vedo sorridere“, una fotografia di un momento leggero e felice, “una corsa che ho fatto tra le braccia di un amore che avevo dato per persoquel tipo di amore ha qualcosa di spasmodico, stimola ogni segnale nervoso del cervello e il brano doveva raccontare proprio quel tipo euforia, i cambi di ritmo, i dettagli ricamati nell’elettronica sono tutte particelle di quell’entusiasmo ultraterreno”.

NUERA è un’onda e come tale si conclude rompendosi sulla riva. Il brano “memoria” è quella schiuma bianca che ti accarezza i piedi, una cartolina di infanzia e momenti preziosi che ti
accompagnano: “con l’incedere di una camminata questo mini brano è un saluto con la mano con lo sguardo rivolto indietro”.

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