Le bioenergie nel Clean Industrial Deal: un position paper di Bioenergy Europe
La presidente della Commissione Europea, Ursula Von De Leyen, ha annunciato che il 26 febbraio la Commissione presenterà il “Clean Industrial Deal”, piano pluriennale che punta a ridurre i costi dell’energia e a rafforzare l’uso delle rinnovabili, per garantire maggiore sicurezza e indipendenza energetica per l’Ue. In vista di questo passaggio, Bioenergy Europe Associazione europea […] The post Le bioenergie nel Clean Industrial Deal: un position paper di Bioenergy Europe first appeared on QualEnergia.it.

La presidente della Commissione Europea, Ursula Von De Leyen, ha annunciato che il 26 febbraio la Commissione presenterà il “Clean Industrial Deal”, piano pluriennale che punta a ridurre i costi dell’energia e a rafforzare l’uso delle rinnovabili, per garantire maggiore sicurezza e indipendenza energetica per l’Ue.
In vista di questo passaggio, Bioenergy Europe Associazione europea delle bioenergie, di cui fa parte anche AIEL (Associazione italiana energie agroforestali), ha pubblicato un position paper dal titolo “The Role of Bioenergy in the Clean Industrial Deal” (pdf).
Nel breve documento l’associazione europea chiede di integrare pienamente il settore delle bioenergie nel piano, dando priorità a investimenti e politiche di sostegno che favoriscano il passaggio dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili programmabili come le biomasse.
Bioenergy Europe sottolinea l’urgenza di promuovere le tecnologie bioenergetiche nella futura strategia industriale europea, affinché l’adozione di sistemi a biomassa e la riduzione dell’uso di combustibili fossili procedano di pari passo.
Il Clean Industrial Deal, in questa prospettiva, dovrebbe poggiare su misure legislative ed economiche che garantiscano la stabilità normativa e la prevedibilità per gli investimenti in ricerca e innovazione, riconoscendo l’impatto determinante di soluzioni come la Bioenergy with Carbon Capture and Storage (BECCS) e il biochar, fondamentali per compensare le emissioni residue e rendere più concreta la prospettiva di un’Europa “net-zero”.
AIEL condivide e sostiene la visione delineata da Bioenergy Europe.
In Italia, le imprese della filiera legno-energia sono circa 14.000 e generano un fatturato complessivo di oltre 4 miliardi di euro, rappresentando una componente importante dell’economia italiana.
Si stima che il settore dia lavoro a oltre 72mila persone, di cui 43mila direttamente impiegate e 29mila legate all’indotto.
L’Italia, inoltre, è leader in Europa nel campo delle tecnologie per il riscaldamento a biomassa, con il 70% delle stufe e dei generatori di calore domestici venduti in Europa prodotti nel nostro Paese.
Promuovere l’uso di tecnologie a biomassa innovative e a basso impatto ambientale, è quindi fondamentale per la sicurezza energetica nazionale, la riduzione del costo dell’energia in bolletta e il rilancio di una manifattura specializzata nelle soluzioni green ad alta efficienza energetica.
“Il position paper di Bioenergy Europe ribadisce quanto sia strategico collocare la bioenergia al centro del Clean Industrial Deal, sia per salvaguardare la competitività dell’industria europea, sia per accelerare la transizione verso un’Europa a emissioni zero”, ha commentato Annalisa Paniz, Direttrice generale di AIEL e membro del Board di Bioenergy Europe.
“Le tecnologie basate sulle biomasse offrono soluzioni concrete per la decarbonizzazione di settori ad alta intensità energetica, per la riduzione dei costi in ambito residenziale e per il mantenimento di una leadership tecnologica europea a livello globale. Ci auguriamo che le istituzioni comunitarie recepiscano queste proposte, garantendo un contesto stabile e incentivante, senza continui cambi legislativi che rallentano gli investimenti già in atto”.
La stabilità normativa è infatti il presupposto essenziale affinché la bioenergia possa esprimere il suo potenziale. È necessario evitare continui adeguamenti retroattivi dei criteri di sostenibilità e implementare con cura le novità introdotte dalla Direttiva RED III, come il principio a cascata e le limitazioni per il legno tondo di qualità industriale, scongiurando al contempo eccessivi vincoli burocratici.
C’è poi un altro punto che riguarda il settore e va evidenziato: quello di sviluppare una strategia di esportazione delle tecnologie bioenergetiche europee, puntando sul vantaggio competitivo che l’Ue ha maturato nel corso degli anni Duemila in termini di brevetti e know-how in questo ambito.
Secondo Bioenergy Europe, ciò non solo rafforzerebbe la leadership industriale dell’Unione, ma contribuirebbe anche alla decarbonizzazione di Paesi terzi con grandi disponibilità di biomassa.
In parallelo, l’Associazione europea rimarca l’importanza di avviare un programma di sostituzione degli impianti obsoleti a combustibili fossili o a biomassa di vecchia generazione, per favorire l’adozione di sistemi moderni e performanti in grado di abbattere le emissioni e il costo dell’energia per famiglie e imprese.
La riduzione dei consumi fossili nel riscaldamento, infatti, libererebbe risorse che potrebbero essere destinate a quei segmenti industriali più difficili da decarbonizzare, evitando allo stesso tempo di aumentare la pressione sugli ecosistemi per l’approvvigionamento di materia prima.
In conclusione, il prossimo mandato dell’Ue dovrà concentrare gli sforzi sull’applicazione del quadro legislativo esistente e garantire regole trasparenti e di lungo termine.The post Le bioenergie nel Clean Industrial Deal: un position paper di Bioenergy Europe first appeared on QualEnergia.it.