Lavorare nell’agrivoltaico: competenze e formazione necessarie
Di fronte all’urgenza della transizione ecologica e alla crescente pressione sull’uso sostenibile del suolo, l’agrivoltaico si sta affermando come una delle soluzioni più efficaci per integrare energia rinnovabile e produttività agricola. Secondo i dati di Global Market Insight, il settore cresce a un ritmo del 5,6% annuo a livello globale, confermandosi un comparto in piena […] The post Lavorare nell’agrivoltaico: competenze e formazione necessarie first appeared on QualEnergia.it.

Di fronte all’urgenza della transizione ecologica e alla crescente pressione sull’uso sostenibile del suolo, l’agrivoltaico si sta affermando come una delle soluzioni più efficaci per integrare energia rinnovabile e produttività agricola.
Secondo i dati di Global Market Insight, il settore cresce a un ritmo del 5,6% annuo a livello globale, confermandosi un comparto in piena espansione.
L’Italia si distingue come uno dei Paesi europei leader nello sviluppo dell’agrivoltaico, grazie al sostegno di programmi di finanziamento e alle linee guida normative.
Il 1° aprile 2025 si è aperto ufficialmente il nuovo bando Agrivoltaico previsto dal Decreto Ministeriale 436/2023. L’iniziativa, sostenuta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), mette a disposizione 1,1 miliardi di euro per finanziare sistemi agrivoltaici innovativi di natura sperimentale, con l’obiettivo di installare 1,04 GW di nuova potenza rinnovabile e generare almeno 1.300 GWh/anno di energia pulita entro giugno 2026.
Nel 2024 il bando ha raccolto 643 domande per una capacità complessiva di 1,7 GW, a conferma del forte interesse del mercato italiano verso il settore. Il nuovo decreto punta a completare l’assegnazione dei fondi residui e ad accelerare il processo di transizione ecologica, rafforzando la sinergia tra innovazione energetica e tutela del territorio.
La diffusione del fotovoltaico nei terreni agricoli è per l’Italia una leva strategica per la transizione energetica: da un lato supporta la produzione agricola, dall’altro, consente di incrementare la quota di energia pulita per raggiungere gli obiettivi della decarbonizzazione, fissati dall’Ue nell’agenda 2030.
Inoltre, a differenza degli impianti fotovoltaici tradizionali, quelli agrivoltaici sono progettati per coesistere con le coltivazioni e le attività pastorali, migliorando la produttività del terreno, contribuendo alla riduzione dei consumi idrici e alla protezione delle colture dalle ondate di calore.
Il rilancio dell’agrivoltaico non solo rappresenta una scelta determinante in chiave ambientale ed energetica, ma si configura anche come un’importante opportunità per rafforzare l’economia agricola italiana. Mettendo al centro la filiera del Made in Italy, questa tecnologia contribuisce all’ottimizzazione della superficie agricola nazionale e valorizza le competenze locali.
Lavori nell’agrivoltaico
L’espansione del settore, inoltre, avrà un impatto positivo sull’occupazione green: secondo uno studio del Censis, sono previsti circa 150mila nuovi posti di lavoro a livello nazionale.
A confermare questa crescita, Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale qualificato, rileva che l’agrivoltaico sta alimentando una crescente domanda di nuove competenze, favorita dall’avanzamento tecnologico e dagli investimenti pubblici.
Secondo i dati dell’osservatorio di Hunters Group, le figure tecniche più ricercate sono:
- Progettista di impianti agrivoltaici
È responsabile della progettazione e realizzazione degli impianti. Il suo obiettivo è bilanciare l’efficienza energetica con la produttività agricola, ottimizzando l’uso del suolo e rispettando i vincoli ambientali. Le competenze richieste includono una formazione in ingegneria ambientale, energetica o in agronomia.
Tra le principali attività del progettista ci sono l’analisi di fattibilità (valutazione del terreno, della radiazione solare, e dei vincoli paesaggistici) e la gestione delle autorizzazioni e dei permessi necessari. La RAL (retribuzione annua lorda) media per questa figura si aggira tra i 35.000 e i 40.000 euro.
- Energy manager per il settore agricolo
Il suo compito è garantire un’integrazione efficiente tra la produzione di energia fotovoltaica e le attività agricole, con particolare attenzione alla sostenibilità e al ritorno economico. La sua formazione proviene da ingegneria energetica o gestionale.
Tra le principali attività dell’Energy Manager ci sono il monitoraggio e l’ottimizzazione energetica (ad esempio, autoconsumo e comunità energetiche), l’analisi tecnica ed economica degli impianti, la collaborazione con agronomi e progettisti, la redazione di diagnosi energetiche e la verifica della conformità normativa e ambientale. La RAL media per questa figura può variare dai 50.000 ai 70.000 euro.
- Tecnico di installazione e manutenzione
È responsabile dell’installazione, del collaudo e della manutenzione degli impianti agrivoltaici, assicurando che i sistemi fotovoltaici operino in modo sicuro ed efficiente all’interno delle strutture agricole. Questa figura è cruciale per garantire il corretto funzionamento degli impianti nel lungo periodo.
Le competenze richieste includono conoscenze in elettrotecnica, sistemi fotovoltaici, cablaggi elettrici e tecniche di manutenzione sia preventiva che correttiva. Le principali attività comprendono l’installazione e il collaudo degli impianti, la manutenzione ordinaria e straordinaria, la diagnosi e risoluzione di guasti, il controllo dell’efficienza dei componenti fotovoltaici e agricoli, e la verifica della conformità alle normative di sicurezza. La retribuzione annua lorda per questo ruolo varia tra i 28.000 e i 38.000 euro.
- Permitting
È una figura chiave che si occupa della gestione di tutte le pratiche amministrative e burocratiche necessarie per ottenere le autorizzazioni legate all’installazione degli impianti. Il suo ruolo è essenziale per assicurare che ogni progetto sia conforme alle normative ambientali, urbanistiche e paesaggistiche.
Tra le competenze richieste spiccano una profonda conoscenza delle normative locali, nazionali ed europee (autorizzazioni ambientali, permessi edilizi), la capacità di interfacciarsi con enti pubblici e privati e l’esperienza nella gestione documentale. Le sue attività principali includono: la gestione delle autorizzazioni (paesaggistiche, ambientali ed edilizie), la verifica della conformità normativa durante le fasi progettuali e realizzative, oltre al monitoraggio costante delle evoluzioni legislative che possono influenzare i progetti. La sua RAL può variare dai 45.000 ai 60.000 euro.
Accanto alle competenze tecniche ed energetiche, si sta affermando in modo significativo il ruolo dell’Agronomo, figura chiave per garantire la sostenibilità agricola e ambientale degli impianti agrivoltaici.
Il suo contributo è determinante nella valutazione delle condizioni agronomiche e ambientali, sia per ottenere le autorizzazioni necessarie (come la Valutazione di Impatto Ambientale – VIA), sia per assicurare la piena compatibilità tra l’impianto fotovoltaico e le pratiche agricole. L’agronomo mette a disposizione competenze specialistiche nella gestione del suolo, nella scelta delle colture compatibili e nell’analisi della biodiversità, contribuendo a progettazioni integrate che rispettano e valorizzano il territorio.
Proprio grazie all’espansione del settore, questa figura si sta affermando come un profilo strategico nel comparto del middle management, con un ruolo sempre più trasversale tra ambiente, energia e agricoltura.
Diffusione dell’agrivoltaico
La crescente importanza di figure come l’agronomo riflette anche la necessità di adattare ogni progetto agrivoltaico alle caratteristiche specifiche del territorio.
Non a caso, la diffusione di questa tecnologia in Italia sta seguendo esigenze territoriali ben precise, con alcune regioni che si stanno distinguendo per dinamismo e capacità di attrarre investimenti e professionalità specializzate.
Al primo posto troviamo la Lombardia, che si conferma un punto di riferimento per le attività di ricerca e sviluppo nel campo delle energie rinnovabili. Alla fine del 2024 ha raggiunto un accumulo di 4.990 MW, affermandosi come la regione più virtuosa nel fotovoltaico. Questa regione guida anche lo sviluppo del settore agrivoltaico, seguita da tutto il Nord Italia.
Parallelamente, anche il Sud sta registrando un aumento delle ricerche di figure specializzate, in particolare in Puglia, dove l’elevata disponibilità di risorse solari e la vocazione agricola del territorio stanno favorendo una rapida crescita degli impianti agrivoltaici.
L’aumento della domanda di esperti in tutto il Paese non è solo un indicatore della vivacità del settore, ma anche della necessità di affrontare con competenze mirate le sfide tecniche, ambientali e normative che questi progetti comportano. Con il continuo avanzamento delle tecnologie e una spinta decisa verso la sostenibilità, i professionisti dell’agrivoltaico saranno centrali per garantire una transizione energetica integrata con la produzione agricola, contribuendo a un modello di sviluppo efficiente.
In conclusione, l’agrivoltaico si conferma una leva strategica per integrare transizione energetica, sviluppo agricolo e rilancio economico.
In questo scenario, investire nella formazione e nella specializzazione delle competenze diventa la chiave per valorizzare una delle filiere più promettenti della nuova economia sostenibile.The post Lavorare nell’agrivoltaico: competenze e formazione necessarie first appeared on QualEnergia.it.