La storia della giornalista ucraina morta nelle carceri russe. “Le hanno tolto anche gli organi”

Viktoriia Roshchyna documentava l’occupazione russa. E’ stata restituita cadavere un anno e mezzo dopo la sua cattura. Sul corpo segni di tortura e l’inquietante ipotesi: per nascondere la causa del decesso i russi le hanno tolto le viscere”

Apr 29, 2025 - 21:07
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La storia della giornalista ucraina morta nelle carceri russe. “Le hanno tolto anche gli organi”

Roma, 29 aprile 2025 – Il suo corpo, mummificato, era quasi irriconoscibile. Eppure i segni della tortura sono rimasti indelebili. Viktoriia Roshchyna, reporter per Ukrainska Pravda, è morta in una prigione russa. Nel luglio 2023 aveva raggiunto i territori occupati ad est per raccontare quello che stava succedendo in quelle zone. Dal 3 agosto dello stesso anno di lei non si è più saputo nulla. E’ ritornata cadavere in Ucraina solo nel febbraio 2025, restituita in occasione di uno scambio. Avrebbe compiuto 29 anni a ottobre. Ora un’indagine fa luce sulla sua storia. L’hanno realizzata le autorità ucraine; l’Ukrainska Pravda, il giornale della freelance, si fa carico di raccontarla, senza tralasciare i dettagli, anche quelli crudi. 

A lei è dedicato il 'Progetto Viktoriia', iniziativa internazionale lanciata da Forbidden Stories con il coinvolgimento di organi di stampa di tutto il mondo - tra cui Guardian, Washington Post, Le Monde, Der Spiegel - per indagare sulle circostanze della prigionia di Roshchyna e sui civili ucraini tenuti prigionieri in Russia.

La prima volta che la Russia ha ammesso di aver catturato Roshchyna, nella zona di Mariupol,  è stato il 4 maggio del 2024, 9 mesi dopo la sua scomparsa. Il 10 ottobre dello stesso anno Kiev ha confermato il decesso, che sarebbe avvenuto il 19 settembre 2024, quando la ragazza aveva 27 anni.

“Maschio non identificato” 

A ufficializzare la morte di Roshchyna sono state le autorità di Kiev, il 10 ottobre del 2024. Quando il corpo della giovane è stato restituito, il 14 febbraio scorso, era etichettato con un numero: 757. C’era scritto accanto “maschio non identificato”. 

I medici legali ucraini hanno però stabilito che si trattava di una donna. E un'indagine condotta dalla procura generale ha rivelato una corrispondenza del Dna del 99% con la giornalista.

Torturata con scosse elettriche

Yurii Bielousov, capo del Dipartimento della Guerra presso la Procura Generale ucraina, ha dichiarato che sul cadavere di Roshchyna sono stati rinvenuti numerosi segni di tortura e maltrattamenti: abrasioni e contusioni su diverse parti del corpo e una costola rotta. 

Gli esperti hanno anche rilevato possibili indizi di scosse elettriche. "Le lesioni sono state inflitte mentre era in vita. Pertanto, vi è un'alta probabilità che le siano state inflitte torture", ha dichiarato Bielousov.

"Asportati gli organi”

Secondo gli investigatori ucraini il corpo della giornalista era già stato aperto. Mancavano organi interni, tra cui il cervello, i bulbi oculari e parte della trachea. Secondo un anatomopatologo consultato da Ukrainska Pravda, i russi avrebbero voluto nascondere così le reali cause della morte: strangolamento o soffocamento.