La paradossale crisi delle uova negli Stati Uniti
Da settimane, una nuova crisi sta mettendo in ginocchio la società statunitense: quella delle uova. A causa di una influenza aviaria, che ha costretto gli allevatori a uccidere milioni di pulcini, polli e galline, il prodotto alimentare simbolo del Paese a stelle e strisce sta infatti scomparendo dagli scaffali di tutti i supermercati, costringendo le […] The post La paradossale crisi delle uova negli Stati Uniti appeared first on L'INDIPENDENTE.

Da settimane, una nuova crisi sta mettendo in ginocchio la società statunitense: quella delle uova. A causa di una influenza aviaria, che ha costretto gli allevatori a uccidere milioni di pulcini, polli e galline, il prodotto alimentare simbolo del Paese a stelle e strisce sta infatti scomparendo dagli scaffali di tutti i supermercati, costringendo le persone a prendere misure alternative. C’è chi, dal Texas, è partito alla volta del Messico per acquistare scorte del prezioso alimento dai vicini di casa. Altri, invece, hanno preferito un approccio meno ortodosso, acquistando prodotti contrabbandati dallo stesso Messico o rapinando camion e grossisti di carichi dal valore di decine di migliaia di dollari. A finire in mezzo a questa psicosi collettiva è stata anche la stessa amministrazione statunitense, che è arrivata a lanciare appelli al resto del mondo, tra cui al nostro Veneto, per riportare le uova nelle case dei cittadini americani.
La carenza di uova negli Stati Uniti sta andando avanti almeno dall’inizio dell’anno, tanto che c’è chi ormai parla esplicitamente di una vera e propria “crisi”. A causarla è stato lo scoppio di una grave epidemia di aviaria. L’influenza aviaria ha infatti effetti disastrosi per i produttori: se viene scoperto anche un solo caso di contaminazione, le norme sanitarie degli Stati Uniti prevedono l’uccisione di tutto il pollame che potrebbe essere entrato in contatto con l’animale infetto. L’agenzia di stampa Associated Press, citando fonti governative, scrive che, per limitare la diffusione dell’aviaria, a gennaio erano stati macellati più di 23 milioni di uccelli, mentre a dicembre ne erano stati abbattuti più di 18 milioni. In totale, dall’inizio dell’epidemia, sarebbero stati uccisi più di 166 milioni di animali.
L’assenza di uova nel mercato ha portato a un’impennata nei prezzi senza precedenti. Secondo le statistiche dell’Ufficio Statistico statunitense, il prezzo delle uova è in aumento da giugno dell’anno scorso. Nei primi due mesi del 2025, il prezzo delle uova ha già superato due record storici, attestandosi a 4,953 dollari a gennaio e a 5,897 dollari a febbraio, con un picco giornaliero di 8,03 dollari registrato il 24 febbraio. Da allora, il prezzo è tornato a calare e, secondo i primi dati, sarebbe sceso sotto i 3 dollari, ma secondo gli analisti è destinato ad aumentare di nuovo. Il consumo di uova negli Stati Uniti, infatti, è particolarmente elevato. Secondo i più recenti dati, gli statunitensi consumano in media circa 284,4 uova a testa ogni anno. Questo dato comprende tutti gli abitanti residenti negli Stati Uniti, e dunque anche chi non mangia le uova per ragioni di età, dieta o motivi di salute. Intervistata dall’emittente Fox News, inoltre, la segretaria all’Agricoltura, Brooke Rollins, ha rimarcato che generalmente durante la Pasqua la domanda di uova aumenta e che probabilmente, vista la scarsità di uova nel mercato, aumenterà anche il prezzo del prodotto.
Davanti alla crisi, i cittadini statunitensi hanno fatto ricorso alle misure più fantasiose per procacciarsi le uova. A inizio febbraio, la BBC raccontava di un furto avvenuto in Pennsylvania, dove i ladri hanno preso di mira un camion di un grossista, sottraendo oltre 100.000 uova per un valore complessivo di 40.000 dollari. In generale, sembra siano aumentati anche i furti nelle fattorie locali. Oltre ai furti, è aumentato notevolmente anche il contrabbando. Da ottobre dello scorso anno, i tentativi di introdurre uova illegalmente sono aumentati del 36%. Nello stesso periodo, i sequestri di uova e prodotti legati al pollame sono stati dieci volte superiori rispetto a quelli di fentanyl.
L’amministrazione USA, dal canto suo, ha svelato un piano di 1,5 miliardi di dollari per combattere l’aumento dei prezzi delle uova, di cui 500 milioni destinati a misure di biosicurezza, 400 milioni agli agricoltori colpiti dall’aviaria e 100 milioni alla ricerca medica e sui vaccini contro la malattia. Nella stessa intervista a Fox News, Rollins ha anche affermato che l’amministrazione stava negoziando per importare tra 70 e 100 milioni di uova dall’estero. La prima richiesta è arrivata alla Danish Egg Association, e si è poi estesa ad altri Paesi europei. A metà marzo, dalla Turchia, sono partite circa 15.000 tonnellate di uova. Tra i Paesi a cui Washington ha spedito una richiesta di aiuto c’è anche l’Italia. «Sono arrivate molte richieste agli imprenditori agricoli veneti, da Verona a Padova» ha detto Michele Barbetta, presidente del settore avicolo di Confagricoltura Veneto, «ma anche noi siamo al limite con la produzione e non possiamo garantire un approvvigionamento».
[di Dario Lucisano]
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