La nuova competitività tra Ai, fintech e… stile

Le competenze trasversali, il pensiero critico, la creatività, la capacità di problem solving, sono centrali per il futuro dei laureati L'articolo La nuova competitività tra Ai, fintech e… stile proviene da Economy Magazine.

Mar 28, 2025 - 06:14
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La nuova competitività tra Ai, fintech e… stile

Per rispondere con celerità alle sfide innovative di questo nuovo mondo, servono grandi competenze e l’Università è il luogo della formazione, della ricerca ed è un fulcro di sviluppo del territorio. Questo è fondamentale per comprendere anche quale debba essere il ruolo dell’Ateneo che non deve solo far conoscere ma anche e soprattutto essere al passo con le richieste delle imprese nelle quali poi i ragazzi andranno a lavorare. Di questo ho parlato nel mio discorso di apertura dell’Anno Accademico 2024-2025 tenuto nell’aula magna della Università Carlo CattaneoLiuc di cui sono rettore dallo scorso primo novembre. Ci si interroga su come implementare le tecnologie esistenti, dall’intelligenza artificiale, alla realtà aumentata, e quelle che verranno per migliorare l’insegnamento e la ricerca. Il futuro dell’istruzione si basa su un equilibrio tra tradizione e innovazione, con un’attenzione crescente alla flessibilità e alla personalizzazione dell’apprendimento. La tecnologia va appresa e utilizzata nel rispetto dei valori umani. La responsabilità sociale delle Università è quanto mai di attualità nel promuovere una cultura di sostenibilità, intesa in senso ampio, e di coesione. Il modello di educazione deve uscire dalle gabbie disciplinari per preparare gli studenti a un mondo interconnesso e complesso. Le competenze trasversali, come il pensiero critico, la creatività, la capacità di problem solving, sono centrali per il futuro dei laureati, così come l’educazione alla cittadinanza globale. Abbiamo una grande sfida Paese per creare migliori condizioni di attrazione di competenze internazionali e dobbiamo trattenere le nostre e formarli perché possano trovare opportunità nel mondo ma dare loro ampie possibilità di collocarsi con ancor più soddisfazione in Italia. La squadra con cui vorrei realizzare tutto ciò è composita dai direttori Chiara Mauri, Tommaso Rossi, Massimiliano Serati, Alessandro Creazza; i delegati Alessandra Cillo, Paolo Crespi, Valentina Lazzarotti, Raffaella Manzini, Chiara Mauri, Eliana Minelli, Gloria Puliga, Aurelio Ravarini, Nicola Rondinone, Salvatore Sciascia. La Liuc è una Università internazionale, con 146 atenei partner nel mondo e 14 doppi titoli, con percorsi di laurea in italiano e in inglese per tutti i corsi: triennali e magistrali, Economia e Ingegneria. Possiamo potenziare ulteriormente questa caratteristica e, infatti, da quest’anno è iniziato il recruitment all’estero di studenti, per portare ancora più internazionalizzazione. Liuc Business School sta lanciando tre nuovi master universitari su fintech, made in Italy, intelligenza artificiale, che si affiancano allo storico master in private equity e a quelli sulla sanità. Stiamo progettando anche un doppio titolo magistrale in Economia e Ingegneria fruendo delle sinergie tra le due scuole e rispondendo ad una esigenza formativa sentita dalle imprese. Stiamo lavorando a un Dba, Doctorate in Business Administration. Puntiamo anche su veri e propri processi di open Innovation e di Technology Transfer e raduneremo i nostri centri istituzionali in un unico spazio, che sia punto di riferimento per il dialogo con le imprese. Immaginiamo un ambiente di open innovation dove studenti, ricercatori, alunni lavorano insieme e insieme alle imprese. La creatività e l’innovazione sono spesso alimentate da una serie di stimoli casuali e dall’interazione con un ambiente ricco di diversità e di esperienze, per facilitare soluzioni creative e nuovi approcci a problemi complessi. Questo è il Liuc Lab ed è parte fondante di Mill (Manufacturing, Innovation, Learning, Logistics) il luogo del sapere e del saper fare, progetto voluto da Confindustria Varese, che è già realtà. Intendiamo promuovere le startup e i processi di «restart», cioè la contaminazione di nuove competenze in realtà d’impresa consolidate. Stiamo disegnando modelli di Technology Transfer, mettendoci in rete con altri Atenei.  Viviamo un periodo segnato da contraddizioni, faziosità, belligeranza. Momenti difficoltosi la nostra civiltà li ha già affrontati e superati. Guardiamo avanti con l’ottimismo che deriva dal dialogo con i giovani. È una grande responsabilità ma abbiamo il compito di dare ai giovani gli strumenti per affrontare le incertezze e gestire la complessità e le discontinuità di questo mondo così che possano scrivere un futuro migliore.

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