La lista dei miei desideri: fare o non fare in una commedia romantica prevedibile – Recensione
La madre di Alex annuncia con dolore alla figlia che il cancro che già l’aveva colpita in passato è tornato e che questa volta non le lascerà scampo. Pochi mesi più tardi la donna muore e dopo il funerale Alex e i suoi due fratelli partecipano alla lettura del testamento. Proprio lì la ragazza scopre […]


La madre di Alex annuncia con dolore alla figlia che il cancro che già l’aveva colpita in passato è tornato e che questa volta non le lascerà scampo. Pochi mesi più tardi la donna muore e dopo il funerale Alex e i suoi due fratelli partecipano alla lettura del testamento. Proprio lì la ragazza scopre che l’azienda di famiglia è stata lasciata alla cognata e per lei non vi è niente di immediato: la sua eredità infatti verrà svelata soltanto un anno dopo e a determinate condizioni.
In La lista dei miei desideri la protagonista riceve dal giovane avvocato, suo coetaneo, Brad Ackerman – incaricato del luttuoso compito – un DVD nel quale è contenuto un filmato della defunta. Lì la madre scomparsa invita Alex a riprendere in mano le redini della propria vita e a svolgere una serie di selezionati compiti, al termine dei quali saranno “sbloccati” nuovi filmati e istruzioni. L’obiettivo è far sì che la ragazza ricominci a sognare e che esca da situazioni scomode che hanno messo in discussione il suo futuro.
La lista dei miei desideri, recensione: sogni da realizzare
Vi è un ché di moralmente preoccupante se a decidere per noi è un qualcuno che non c’è più, seppur sulla carta con le migliori intenzioni. Certo, il lavoro ballerino e la relazione instabile con un nerd menefreghista non erano proprio il massimo, ma l’imposizione che viene messa in faccia ad una protagonista che non può più controbattere giacché l’ordinante è passata “a miglior vita” risulta quanto meno forzata ed eticamente ambigua.
Siamo sempre e comunque davanti ad una commedia romantica, doveroso ricordarlo, e la sceneggiatura non ha fatto altro che riportare su schermo le pagine dell’omonimo romanzo best-seller di Lori Nelson Spielman, per cui le perplessità nascono già alla fonte, con tutti i pro e i contro del caso. Una ricetta che comunque sembra aver fatto colpo sugli abbonati di Netflix, tanto che il film è da diversi giorni stabile ai vertici della top 10 dei titoli più visti sulla piattaforma.
Una vita da inseguire
Sembra di assistere ad una delle tipiche produzioni Lifetime pensate per il mercato televisivo, ma con un budget più alto e disposizione e maestranze di livello superiore, a cominciare proprio dalla regia dell’esperto Adam Brooks e da quel cast che nel ruolo principale vede la luminosa Sofia Carson, attrice e cantante lanciata dal ruolo della figlia della Regina Cattiva nel film Disney Descendants (2015). Ma la storia non aggiunge nulla di effettivamente interessante, con un pizzico di melodramma a enfatizzare la banale missione della Nostra, che avrà modo nella sua ricerca di trovare l’amore vero dove – soltanto lei – meno se lo aspettava.
Il tutto si trascina per quasi due ore nei quali ha luogo un’evoluzione via via sempre più prevedibile, tra emozioni dolci-amare e un romanticismo schiavo delle logiche moderne, dove cambiare partner da un giorno all’altro non è un tabù e nessuno è più veramente geloso di nessuno, o quasi. E sempre nessuno, a parte Alex, ha un arco narrativo degno di nota: lei è assimilante alpha e omega, e tutti coloro che le girano intorno sono puramente accessori al suo, pur tardivo, percorso alla scoperta del proprio posto nel mondo.
Conclusioni finali
Può un evento doloroso come la morte della madre trasformarsi per l’amata figlia in un’occasione di riscatto? Sì se la defunta ha lasciato una rigida lista di “cose da fare” per poter mettere le mani sull’eredità che le spetta e la protagonista cercherà, corpo e anima, di realizzarla con tutte le sue forze per il suo stesso bene.
Su uno spunto improbabile ma non improponibile il racconto aveva alcune potenzialità, ma il romanzo alla base e questo reciproco adattamento per il pubblico di Netflix hanno optato per un resoconto forzato e prevedibile, avaro di sorprese e colpi di scena degni di tal nome che possano mettere a rischio almeno per un attimo La lista dei miei desideri del titolo, con l’amore e l’autodeterminazione a braccetto in un racconto schiavo di cliché.