La Giornata Parlamentare. Ieri il duello Meloni-Conte-Schlein, oggi al Senato il decreto cittadinanza 

Tensione alla Camera durante il Premier Question Time. Lite Meloni-Schlein Ieri pomeriggio si è tenuto il tanto atteso premier question time alla Camera e non è mancata la tensione tra Giorgia Meloni e le forze di opposizione, prima con Giuseppe Conte sul piano di riarmo e su Gaza e poi con Elly Schlein, con cui va in scena un duro botta e risposta sulla sanità. […] The post La Giornata Parlamentare. Ieri il duello Meloni-Conte-Schlein, oggi al Senato il decreto cittadinanza  appeared first on Key4biz.

Mag 15, 2025 - 10:46
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La Giornata Parlamentare. Ieri il duello Meloni-Conte-Schlein, oggi al Senato il decreto cittadinanza 

Tensione alla Camera durante il Premier Question Time. Lite Meloni-Schlein

Ieri pomeriggio si è tenuto il tanto atteso premier question time alla Camera e non è mancata la tensione tra Giorgia Meloni e le forze di opposizione, prima con Giuseppe Conte sul piano di riarmo e su Gaza e poi con Elly Schlein, con cui va in scena un duro botta e risposta sulla sanità. I toni si alzano, le accuse reciproche non si risparmiano, anche se a fare innervosire particolarmente la Premier sono le parole della segretaria del Pd. Il Transatlantico nell’attesa si riempie, più di cronisti che di deputati. In Aula, infatti, non c’è il pienone, anzi, di banchi vuoti se ne registrano anche nelle file della maggioranza, a partire dai due vicepremier: se Antonio Tajani è in missione in Turchia, Matteo Salvini, che in mattinata aveva convocato una conferenza stampa proprio alla Camera, viene avvistato nel pomeriggio al Foro Italico agli internazionali di tennis, più o meno mentre la premier sta intervenendo. Il dibattito comincia soft: la Meloni interpellata dal suo stesso partito annuncia che a Palazzo Chigi si insedierà un gruppo di lavoro sul disagio giovanile. Poi assicura attenzione alle minoranze linguistiche che chiedono più rappresentanza al Parlamento europeo. 

Poi tocca ad Angelo Bonelli, per Avs, chiedere conto della posizione del governo su Gaza e sulla proposta di Benjamin Netanyahu di entrare nella Striscia con la forza. Meloni per la prima volta prende esplicitamente le distanze sul punto “non abbiamo condiviso diverse scelte e non condividiamo le recenti proposte del Governo israeliano e non abbiamo mancato di dirlo ai nostri interlocutori” ma spiega che per l’esecutivo la via rimane il dialogo “con tutti”, “aperto, franco” e pure “critico” e proprio per questo Roma non ha “intenzione di richiamare” l’ambasciatore in Israele. Definisce anche la situazione a Gaza “sempre più drammatica e ingiustificabile” ma le sue parole non placano l’indignazione delle opposizioni che si alzano tutte in piedi quando Giuseppe Conte chiede di alzarsi per condannare “in silenzio questo sterminio”. Gli occhi sono tutti sulla Meloni che non si alza attirandosi urla di “vergogna” dai banchi delle minoranze. 

Il quesito del leader M5S era in realtà sul piano di riarmo Ue e la premier ha gioco facile nel ricordare a Conte di quando da presidente del Consiglio aveva “aumentato le spese per la difesa”. Ma forse, ironizza tagliente “era un altro Giuseppi”. La stessa verve la Meloni la mette anche nel controbattere alla Schlein che la accusa di volere una “sanità a misura di portafogli”, una vera “tassa Meloni”: il fondo sanitario, insiste la presidente del Consiglio, non ha mai avuto tanti fondi come oggi, “10 miliardi in più” del 2022, aumenti che “il Pd non si è mai sognato di fare”. Poi rivendica appunto di avere arginato il fenomeno dei “medici a gettone”, cui ribatte subito Schlein: “Non è mai stata in un ospedale, i medici a gettone ci sono ancora”. Meloni si è poi soffermata lungamente sui risultati dell’economia e alla lotta al green deal ideologico, anche grazie alla ritrovata sintonia con la Germania del Cancelliere Friederich Merz. 

Alla Camera il Governo ottiene la fiducia sul decreto Albania

Ieri l’aula della Camera ha approvato, con 192 voti a favore, 111 contrari e 4 astenuti, la fiducia posta dal Governo sul decreto sicurezza, provvedimento che modifica il protocollo firmato tra la premier Giorgia Meloni e l’omologo Edi Rama ormai un anno e mezzo fa. Il decreto estende la platea agli stranieri già in Italia colpiti da provvedimenti di trattenimento (non solo quindi per extracomunitari richiedenti asilo intercettati in acque internazionali). Il trasferimento in Albania sarà possibile senza che venga meno il trattenimento e senza che sia richiesta una nuova convalida. Domani la premier Giorgia Meloni sarà a Tirana al vertice della Comunità Politica Europea (EPC) e non è escluso che possa visitare le strutture di Schengjin e Gjader che per la premier sono un “modello innovativo” che raccoglie “sempre più consenso” in Europa, ma che sinora non hanno funzionato, con costi ingenti e polemiche quotidiane. 

D’altronde era stata la stessa premier a dicembre del 2024 ad affermare alla kermesse di FdI dal palco di Atreju: “I centri funzioneranno, funzioneranno. Dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del Governo italiano, funzioneranno”. In sede di esame degli emendamenti in commissione Affari costituzionali, sono state approvate alcune proposte presentate dalla relatrice Sara Kelany (Fdi) che vanno ulteriormente in questa direzione: se il migrante, trasferito nei centri in Albania, dovesse presentare domanda di protezione, cambiando quindi il suo status giuridico, non sarà riportato in Italia se vi siano “fondati motivi per ritenere che la domanda di protezione internazionale sia stata presentata al solo scopo di ritardare o impedire l’esecuzione del respingimento o dell’espulsione”; lo stesso in caso poi di mancata convalida del trattenimento in presenza di una domanda di asilo di cui si sospetta che sia stata presentata a scopo dilatorio. Tra le novità introdotte anche la proroga al 31 dicembre 2026 delle deroghe ad alcune disposizioni di legge per l’individuazione, l’acquisizione o l’ampliamento dei Cpr e la cessione a Tirana a titolo gratuito di “due motovedette della classe 400 Cavallari”. 

La maggioranza ha difeso l’operazione ritenendo i centri in Albania parte “fondamentale” dell’azione messa in piedi dal Governo “contro l’immigrazione illegale” e per incrementare i rimpatri nel solco del nuovo Patto europeo per la migrazione e l’asilo. Di “vero abisso del diritto, in violazione della Costituzione” ha parlato la deputata democratica Rachele Scarpa, annunciando il voto contrario del Pd. Dopo il via libera al provvedimento, atteso per domani mattina, il testo passerà all’esame del Senato per l’approvazione definitiva. 

Il decreto cittadinanza è al rush finale. Tensione nella maggioranza

Il decreto che riforma la cittadinanza sulla base dello ius sanguinis è alle battute finali. Ma alla vigilia del primo voto al Senato, la Lega sembra mettersi di traverso: il partito di Matteo Salvini garantisce comunque lealtà e oggi voterà il decreto in Aula, che è sollecitato soprattutto da FdI, ma i dubbi restano, condivisi con il Maie, il movimento degli italiani all’estero, generalmente schierato con la maggioranza e che stavolta è pronto a votare contro. Altro terreno scivoloso, nel centrodestra, è il decreto sicurezza da sempre sponsorizzato dalla Lega, osteggiato per mesi dalle opposizioni e con il peso delle riserve del Quirinale sulle norme più controverse. Sul decreto cittadinanza la crepa non è nuova, si era aperta a fine marzo, portando allo scontro aperto tra leghisti e azzurri. Intento della norma del Governo è mettere un freno al boom di richieste di cittadinanza bollato come “un mercato illegale”, secondo i più critici, fiorente soprattutto in Brasile. Il Carroccio è d’accordo, ma si distanzia sulla nascita in Italia come requisito per chiedere la cittadinanza. 

Per i leghisti, il rischio è che possa aprire la strada allo ius soli, favorendo anche le richieste degli stranieri in Italia. Nei giorni scorsi si è trovata un’intesa, facendo sparire quel punto dal testo, ma i mal di pancia però sono tornati, complice il pressing degli italiani all’estero e il loro battage contro il decreto. Ora pomo della discordia, nella maggioranza, è lo stop all’acquisizione della cittadinanza italiana per i figli di emigrati all’estero che, in base al decreto, è ammessa solo per chi ha ascendenti “esclusivamente” italiani e per due generazioni. Insomma, niente doppia cittadinanza che invece sarebbe la condizione della quasi totalità dei connazionali oltre confine. Un altro stop alla legge è venuto dal ministero dell’Economia guidato da Giancarlo Giorgetti su un emendamento di FdI: bocciato perché imponeva il certificato di conoscenza dell’italiano a quanti vogliano mantenere la cittadinanza, se nati e residenti all’estero con genitori o nonni con doppia cittadinanza. Secondo i rilievi della relazione tecnica, c’erano costi aggiuntivi per i controlli richiesti agli Uffici consolari, ma anche il rischio di “disparità difficilmente giustificabili” tra italiani fino all’ipotesi estrema di creare apolidi. Ad ogni modo il decreto è in aula del Senato e oggi verrà approvato in prima lettura per poi passare alla Camera per la sua approvazione definitiva.

Alla Camera

Dopo che ieri è stata votata la fiducia, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.00 per l’approvazione, in prima lettura, del decreto-legge per il contrasto dell’immigrazione irregolare

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, con la Giustizia, si confronterà sul decreto in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario. La Difesa ascolterà i rappresentanti dell’Associazione nazionale italiana atleti diabetici (ANIAD) nell’ambito della discussione della risoluzione in materia di accesso nei gruppi sportivi delle Forze armate di soggetti affetti da diabete mellito di tipo 1 che siano idonei all’esercizio delle attività sportive agonistiche. 

La Cultura dibatterà sulla pdl per l’istituzione della Giornata nazionale del formatore e sulla pdl sulla redazione della Mappa della memoria per la conoscenza dei campi di prigionia, di internamento e di concentramento in Italia e sulla promozione dei viaggi nella storia e nella memoria e sulla pdl per l’istituzione della Giornata nazionale della cittadinanza digitale. La Lavoro esaminerà le pdl per la riduzione dei termini per la liquidazione del trattamento di fine servizio dei dipendenti delle Amministrazioni pubbliche e la rivalutazione dei limiti d’importo per l’erogazione rateale del medesimo trattamento. La Affari Sociali esaminerà la pdl sul finanziamento, l’organizzazione e il funzionamento del SSN. 

Al Senato

Dopo che ieri ha approvato definitivamente il ddl, già approvato dalla Camera, per la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese, nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per le comunicazioni del Presidente Ignazio La Russa sul calendario dei lavori. A seguire esaminerà il decreto-legge sulla cittadinanza e come di consueto alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali dibatterà sul ddl relativo all’ordinamento giurisdizionale e alla Corte disciplinare e sul ddl in materia di approvazione di disegni di legge e omogeneità dei decreti-legge.

La Giustizia si confronterà sul ddl per il contrasto alla violenza sulle donne. A seguire, dibatterà sul ddl in materia di responsabilità dei revisori legali, sul ddl sulla responsabilità degli avvocati, sul ddl per la determinazione del valore dell’immobile espropriato, sui ddl in materia di attribuzione del cognome ai figli, sulla proposta d’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini, sul ddl sull’Albo dei grafologi, sui ddl relativi ai reati contro gli animali, sul ddl in materia di successioni, sul ddl in materia di oralità e contraddittorio nel giudizio penale di appello, sul ddl per il processo telematico e sui ddl relativi ai consulenti tecnici d’ufficio. Svolgerà, poi, delle audizioni sul ddl in materia di affidamento condiviso.

La Affari Esteri ascolterà i rappresentanti del Fondo globale per la lotta contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria (Global Fund). La Politiche dell’Ue ascolterà il professor Fausto Pocar sull’affare assegnato relativo al rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Ue. La Industria esaminerà il ddl, già approvato dalla Camera, sulla space economy, il decreto sull’assicurazione dai rischi da calamità naturali, i ddl sulla produzione e vendita del pane, il ddl sui tartufi, i ddl per la valorizzazione della transumanza e i ddl per la riduzione dello spreco alimentare.

La Affari Sociali dibatterà sul ddl sulla medicina di genere. Terrà delle audizioni sui ddl sul salario minimo, esaminerà il dlgs sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, il ddl sui permessi per lavoratori affetti da malattia oncologica, invalidante e cronica, il ddl per la tutela persone affette da patologie oculari cronico-degenerative, il ddl sulla sicurezza del lavoro e tutela vittime amianto e tumori professionali, i ddl per il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante, i ddl sulla salute mentale, i ddl per la tutela delle persone affette da epilessia, il ddl per le semplificazioni in materia di lavoro e legislazione sociale, i ddl per l’inserimento lavorativo persone con disturbi dello spettro autistico, i ddl relativi ai disturbi del comportamento alimentare e il ddl di delega sulle retribuzioni dei lavoratori.

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