La Bce taglia i tassi come da attese. I commenti dei gestori
La Bce ha deciso per un taglio dei tassi d’interesse da 25 punti base, portando il tasso di riferimento sui depositi dal 2,50% al 2,25%. Ampiamente anticipata dagli economisti e dal mercato, questa mossa evidenzia un approccio proattivo da parte dell’istituto centrale, che, nonostante il clima di crescente incertezza economica, sembra intenzionata a prevenire la... Leggi tutto

La Bce ha deciso per un taglio dei tassi d’interesse da 25 punti base, portando il tasso di riferimento sui depositi dal 2,50% al 2,25%. Ampiamente anticipata dagli economisti e dal mercato, questa mossa evidenzia un approccio proattivo da parte dell’istituto centrale, che, nonostante il clima di crescente incertezza economica, sembra intenzionata a prevenire la stagnazione dell’economia e a stimolare la crescita dell’Eurozona.
“Sebbene la Bce non abbia presentato nuove previsioni, il testo evidenzia i rischi significativi per l’economia reale, pur riconoscendo che l’inflazione dei servizi ha già subito un rallentamento. E il riconoscimento del rallentamento dell’inflazione, pur evidenziando i rischi per l’attività reale, è un segnale forte da parte delle Bce dell’intenzione di ridurre i tassi di riferimento in modo significativo al di sotto del tasso neutro. L’omissione dell’accenno alla politica restrittiva in materia di tassi di riferimento va quindi interpretata in questo contesto”, ha commentato Tomasz Wieladek, Chief European Economist di T. Rowe Price.
“La dipendenza dai dati è più rilevante che mai, ma prevediamo che la Bce ridurrà ulteriormente il tasso d’interesse, portandolo al 2,00% a giugno e all’1,50% entro la fine dell’anno. Alla luce dell’ultima indagine sul credito bancario nell’Eurozona pubblicata di recente, che ha evidenziato un leggero inasprimento del credito alle imprese e un indebolimento della domanda di prestiti, la trasmissione della politica monetaria è compromessa e occorre un ulteriore allentamento della politica monetaria”, ha affermato Valentin Bissat, Senior Economist & Strategist di Mirabaud AM.
“In effetti, il “deterioramento” delle prospettive di crescita è a nostro avviso una preoccupazione giustificata, così come il fatto di operare in un contesto di elevata incertezza. La BCE è ora effettivamente pronta e flessibile in questo contesto. Pertanto, i rendimenti core dell’Europa possono e probabilmente continueranno a essere sostenuti da questi fattori, con una tendenza ad incrementarsi nel medio termine. Anche i Bund dovrebbero continuare a risultare attrattivi grazie al loro status di bene rifugio in un contesto di volatilità dei mercati”, ha commentato Peter Goves, Head of Developed Market Debt Sovereign Research di MFS IM.