Intervista: Luciano Lamanna e Luca T. Mai ci presentano DIVUS
Luciano Lamanna e Luca T. Mai ci presentano DIVUS, un nuovo progetto che fonde il calore del doom jazz alla potenza della musica elettronica. Leggi l’intervista e ascolta subito un brano in anteprima. Torna su Parkett a distanza di tempo Luciano Lamanna. Artista che abbiamo seguito attraverso le uscite e il grande impegno di Scuderia, […] L'articolo Intervista: Luciano Lamanna e Luca T. Mai ci presentano DIVUS sembra essere il primo su Parkett.

Luciano Lamanna e Luca T. Mai ci presentano DIVUS, un nuovo progetto che fonde il calore del doom jazz alla potenza della musica elettronica. Leggi l’intervista e ascolta subito un brano in anteprima.
Torna su Parkett a distanza di tempo Luciano Lamanna. Artista che abbiamo seguito attraverso le uscite e il grande impegno di Scuderia, label pionieristica che ha puntato sull’hardtechno molto prima che andasse di moda e che possiamo affermare, abbia dettato legge in Italia in questo contesto.
Oggi Luciano è affiancato da un altro grande artista. Parliamo di Luca T. Mai, sassofonista della band italiana di fama mondiale ZU, o meglio, storico gruppo di musica rock sperimentale con un’ampia produzione di album e un’intensissima attività live internazionale.
Dall’unione di questi due talenti nasce DIVUS, un progetto super che fonde l’anima calda e trascinatrice del doom jazz con la potenza travolgente della musica elettronica.
“Divus 3” invece è il nome del prossimo loro album in uscita il 2 maggio e sono pronti a presentarlo al mondo facendoci ascoltare in anteprima un brano estratto.
Per altre informazioni sull’uscita o sulla label Subsound Records, ti invitiamo a visitare il seguente link, in cui è possibile anche effettuare il pre ordine di “Divus3”. DIVUS 3 by DIVUS
INTERVISTA
1.Salve ragazzi, è un vero piacere avervi con noi per questa intervista. Partiamo subito di Divus: il progetto che segna un’evoluzione nel vostro sound, orientandovi verso territori più atmosferici e notturni. Cosa vi ha spinto a questa direzione? È stato un processo naturale o una scelta deliberata?
Luciano:
Ciao Carmela e grazie per averci invitato su Parkett!
Durante la mia carriera musicale, ho cercato di sperimentare il più possibile muovendomi tra diversi territori musicali i quali, nonostante le atmosfere o i generi apparentemente contrastanti, sono collegati tra di loro da un certo tipo di sound.
Divus è un progetto che nasce dall’unione di due musicisti che hanno deciso di avventurarsi in territori diversi rispetto ai loro progetti precedenti.
Io sono conosciuto principalmente come dj e produttore nel mondo della techno, mentre Luca ha una carriera decennale nella musica sperimentale e nel jazzcore con gli Zu.
Ci siamo trovati presso il mio studio durante delle session di registrazione ed abbiamo pensato che avremmo potuto arrangiare dei brani insieme dal sapore noir: immaginavo il sassofono di Luca come protagonista su tappeti di musica elettronica, droni, ritmi tribali e atmosfere distopiche.
Ammiro molto Luca e durante la stesura delle tracce che poi sono diventate il primo album di Divus mi è subito venuto in mente che avremmo potuto iniziare finalmente a comporre dei brani insieme.
Luca:
Con Luciano non c’è niente di prestabilito, ci vediamo in studio e come per magia esce musica che autonomamente prende direzioni inaspettate, e ogni volta ci sorprendiamo.
2.La vostra musica viene descritta come adatta a un film poliziesco fantascientifico ambientato in un sobborgo distopico. Quali immagini o atmosfere cinematografiche vi hanno ispirato durante la composizione dell’album?
Luciano:
Credo che la musica di Divus si presti bene alla colonna sonora di un film di fantascienza o di un film noir.
La soundtrack di Twin Peaks di Badalamenti o di Blade Runner di Vangelis sono sicuramente dei riferimenti, così come i film di Carpenter, Argento, Lang o Herzog.
Luca:
tuttavia è solo successivamente, durante l’ascolto delle incisioni, che affioravano atmosfere e immagini che poi accostavamo a film come Blade Runner o Il Pasto nudo di Cronenberg.
3.Nel vostro percorso avete esplorato generi molto diversi tra loro, dalla techno al jazzcore, dal metal all’ambient. C’è un filo conduttore che unisce tutto il vostro lavoro o ogni progetto è un viaggio a sé?
Luciano:
Credo che ogni progetto a cui ho partecipato sia legato da un filo conduttore: che si tratti di techno, metal, ambient o hip-hop, c’è sempre una costante propensione al lato oscuro, un’attitudine che puoi ritrovare in tutti i miei lavori nonostante si tratti di generi diversi e apparentemente non compatibili.
In particolare con Divus lasciamo parecchio spazio all’improvvisazione, senza darci limiti prestabiliti.
Luca:
Per me è un viaggio a se: con Luciano posso esplorare sonorità, atmosfere e soluzioni musicali che solitamente non fanno parte degli altri miei percorsi.
C’è da dire però che lo spirito che mi anima è lo stesso in tutte le mie esperienze musicali: la completa dedizione alla musica
4.Cosa significa per voi pubblicare questo album con Subsound Records? Quanto è importante oggi per un artista collaborare con etichette indipendenti?
Luciano:
Avevamo il disco pronto già da qualche anno ma aspettavamo l’occasione giusta per pubblicarlo ed è arrivata con Subsound!
Collaborare con etichette indipendenti è una prerogativa e Subsound Records è tra le label più importanti ed attive nel panorama della musica sperimentale in Italia: non potevamo che rivolgerci a loro.
Luca:
Subsound è una realtà unica in Italia e Davide Cantone, il boss della label, agisce con il giusto spirito e con dedizione alla musica, fornendo terreno fertile ad artisti italiani e stranieri.
5.Come si sviluppa il vostro processo creativo? Partite da improvvisazioni o c’è una costruzione più strutturata dietro ogni traccia di “Divus 3”?
Luciano:
Di solito partiamo da improvvisazioni con il synth modulare, aggiungendo successivamente ulteriori linee di sintetizzatore e cercando di lasciare il giusto spazio per il sassofono di Luca.
Una volta inciso il sax, arrangiamo ulteriormente i brani prima di finalizzarli.
Luca:
Luciano mi fa ascoltare dei provini che compone e una volta che li ha sistemati e ne è soddisfatto vado al suo studio e aggiungo il sax.
Poi arrangiamo insieme e quasi sempre il tutto è pronto dopo soli due o tre giorni di lavoro!
6.Entrambi avete carriere di respiro internazionale. Come il vostro background individuale ha influenzato il sound di questo disco?
Luciano:
Quando inizi a comporre un brano sei sempre influenzato dagli ascolti che hai fatto, dalla musica che hai amato di più, dalle emozioni che quel tale disco ti ha dato… anche a livello subconscio.
La musica è un linguaggio, non inventi le parole ma cerchi di utilizzarle nel modo giusto.
Anche nei casi più originali e strambi, il compositore è sempre influenzato dal suo background.
Riascoltando i brani di Divus mi vengono in mente influenze provenienti da molteplici generi musicali: puoi trovare un beat industrial breakcore in un brano ed un kick 909 house oriented in un altro, passando tra tappeti di rumore ed atmosfere sospese, con discese nei vortici del nero totale e risalite verso la luce.
Luca:
Devo dire che quando entro nello studio di Luciano e iniziamo a lavorare sulla nostra musica è sempre tutto nuovo. Quello che mi porto dietro è lo spirito, la dedizione ed aggiungo anche il dare il meglio di me per ottenere quel risultato che possa soddisfare entrambi.
7.Quale ruolo gioca il vinile nella vostra produzione? Pensate che il supporto fisico abbia ancora un valore speciale nell’epoca della musica digitale?
Luciano:
Per noi il supporto fisico viene prima del digitale. Pubblicare solo in digitale non avrebbe senso per il tipo di musica che proponiamo.
I nostri album necessitano di un ascolto nella loro interezza, tant’è che i titoli dei brani richiamano la loro posizione sui lati dei nostri vinili: per esempio A2 è il secondo brano del primo lato del primo LP di Divus, così come F1 è il primo brano del secondo lato del terzo LP, e cosi via.
Luca:
Il vinile gioca indubbiamente un ruolo importante tanto che per “Divus 3” abbiamo optato per un vinile molto particolare, fluorescente.
Come musicista avere in mano la copia fisica del proprio disco (ovvero il risultato finale di giorni di lavoro, di studio, di composizione, passati pensando ai brani e a come arrangiarli, dimenticandosi persino di dare da mangiare al gatto) è una soddisfazione.
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