Intervista alla Premiata Forneria Marconi sull’album “PFM Canta De André”
Intervista alla Premiata Forneria Marconi sull'album "PFM Canta De André", pubblicato in occasione dell'85° compleanno di Faber. L'articolo Intervista alla Premiata Forneria Marconi sull’album “PFM Canta De André” proviene da imusicfun.

Intervista alla Premiata Forneria Marconi sull’album “PFM Canta De André“, pubblicato in occasione dell’85° compleanno di Faber. Qui il link per l’acquisto di una copia fisica.
I brani sono stati registrati durante il tour 2023 e 2024 che ha celebrato i 45 anni (1978/1979) dall’iconico sodalizio tra la prog band e il cantautore genovese, un incontro che ha segnato profondamente la musica italiana e ha dato vita a una fusione unica tra il rock progressivo e la poesia della canzone d’autore.
Da una parte c’era la poesia di De André, intensa e raffinata, accompagnata fino a quel momento da arrangiamenti essenziali e minimali, come era consuetudine nel cantautorato dell’epoca. Dall’altra, la PFM, una delle band più innovative del panorama rock progressivo, l’unica prog band italiana arrivata a scalare le classifiche internazionali e a fare tour in tutto il mondo, pronta a trasformare quelle melodie in qualcosa di mai sentito prima.
I musicisti della PFM rielaborarono la struttura delle canzoni di De André con arrangiamenti audaci e visionari, cosa che continuano tutt’oggi a fare in tour.
Il risultato fu un capolavoro che segnò un prima e un dopo nel modo di concepire la musica dal vivo in Italia. Non si trattava più solo di eseguire le canzoni così come erano state incise, ma di dare loro una nuova vita, di reinventarle ogni sera, in ogni concerto.
Nell’album Franz Di Cioccio (lead vocal and drum) e Patrick Djivas (bass), con Lucio Fabbri (violin), Alessandro Scaglione (keyboard), Marco Sfogli (guitar) ed Eugenio Mori (drum).
Ospiti speciali Flavio Premoli (piano, minimoog, accordion and vocal), Michele Ascolese (acustic guitar) e Luca Zabbini (keyborad, guitar and vocal).
“PFM Canta De André Anniversary” sarà disponibile da venerdì 21 febbraio in digitale e doppio CD e dal28 febbraio in doppio vinile.
La tracklist di “PFM Canta De André Anniversary” ripercorre alcuni dei brani più celebri del repertorio di De André, reinterpretati con l’inconfondibile sound della PFM Premiata Forneria Marconi.
Tracklist doppio CD:
- Bocca di Rosa
- La guerra di Piero
- Andrea
- Un giudice
- Rimini
- Giugno ’73
- Universo e terra
- L’infanzia di Maria (includes La tentazione)
- La tentazione
- L’infanzia di Maria (II parte)
- Il sogno di Maria
- Maria nella bottega di un falegname
- Rumori di bottega
- Il testamento di Tito
CD 2
- Zirichitaggia
- La canzone di Marinella
- Volta la carta
- Amico fragile
- Il pescatore
- Celebration
- Impressioni di settembre (reprise)

Intervista alla Premiata Forneria Marconi sull’album “PFM Canta De André”
Stiamo celebrando un progetto eccezionale: PFM Canta De André, in occasione degli 85 anni di Faber. Cosa ha rappresentato per voi Fabrizio De André?
Fabrizio è stato un artista straordinario, un maestro nel raccontare storie attraverso la musica e i testi. Ogni parola che scriveva aveva un peso, un significato profondo, e riusciva a dipingere con le parole immagini vivide, spesso di grande impatto emotivo.
Quando lo abbiamo conosciuto meglio, abbiamo scoperto anche un grande ascoltatore di musica. Non si limitava a scrivere canzoni, ma era curioso, attento a ogni dettaglio musicale, aperto alla sperimentazione. Non era solo un cantautore nel senso tradizionale del termine, ma un vero autore, un poeta capace di dare voce agli ultimi, ai dimenticati, ai sentimenti più autentici dell’essere umano. Per noi è stato un incontro fondamentale, che ha lasciato un’impronta indelebile nel nostro percorso artistico.
E’ noto che la collaborazione con De André ha avuto un impatto anche sulla PFM.
Sì, profondamente. Fabrizio ci ha dato uno stimolo enorme a livello creativo. La sua attenzione ai testi, la cura con cui costruiva le sue storie, ci ha portato a riflettere sulla nostra scrittura. Dopo quell’esperienza, abbiamo sentito l’esigenza di dare ancora più spazio alle parole nelle nostre canzoni, di raccontare il nostro vissuto in modo più incisivo.
Lavorare con lui ci ha fatto capire che la musica può essere un veicolo per qualcosa di più grande: non è solo una questione di tecnica o di melodia, ma di comunicazione profonda con chi ascolta. Infatti, dopo quell’esperienza, abbiamo realizzato uno dei nostri dischi più importanti dal punto di vista testuale, proprio perché abbiamo assorbito la sua capacità di raccontare.
È stato uno scambio straordinario: noi abbiamo dato a lui il nostro linguaggio musicale, la nostra energia rock-progressive, e lui ci ha donato la sua poetica, la sua capacità di dare significato a ogni nota.
Il vostro incontro con De André è avvenuto in modo spontaneo. Lui, da perfezionista, si è completamente affidato alla PFM. Come lo spiegate?
È vero, Fabrizio era un perfezionista, ma il nostro incontro è stato speciale proprio perché è nato in modo naturale, senza forzature. Non c’erano strategie di marketing, imposizioni discografiche o compromessi commerciali. Ci siamo conosciuti parlando di musica, in modo informale, come fanno gli amici che condividono una passione comune.
Ricordiamo momenti bellissimi passati insieme, magari seduti in un prato a ridere, a raccontarci aneddoti, a scambiarci idee. Questa spontaneità ha creato un legame di fiducia. Lui ha sentito che la nostra collaborazione non era costruita a tavolino, ma era qualcosa di vero, nato dal piacere di fare musica insieme.
Faber ha percepito l’entusiasmo e la sincerità con cui gliel’abbiamo proposto, forse sentiva che era il momento giusto per tornare. Alla fine ha detto di sì, quasi per istinto. È stato un colpo di scena anche per noi, ma uno di quelli che cambiano la storia della musica.
La vostra collaborazione ha segnato un cambiamento nella musica italiana. In che modo?
Ha completamente rivoluzionato il rapporto tra gruppi musicali e cantautori. Fino a quel momento, in Italia, questi due mondi erano separati: da una parte c’erano i cantautori, che scrivevano testi importanti e facevano della parola il loro punto di forza, dall’altra le band, che invece puntavano di più sulla musica e sulla sperimentazione sonora.
Questi due universi si sono incontrati e hanno dimostrato che potevano coesistere. Dopo questo album, molti cantautori hanno iniziato a dare più attenzione agli arrangiamenti musicali, mentre molte band hanno cominciato a curare maggiormente i testi. È stato un punto di svolta che ha influenzato generazioni di artisti.
Nei vostri concerti traspare sempre un grande divertimento e voglia di sperimentare. Qual è il segreto della vostra credibilità sul palco dopo tanti anni?
Il segreto, se così vogliamo chiamarlo, è che facciamo sempre quello che ci emoziona. Ogni concerto è un’esperienza unica, perché suoniamo sempre con la stessa passione di quando abbiamo iniziato.
Non ci limitiamo a eseguire le canzoni in modo meccanico. Ogni volta ci lasciamo guidare dall’energia del momento, dall’atmosfera che si crea con il pubblico. Questo rende tutto più autentico e coinvolgente.
Abbiamo sempre creduto che la musica debba essere un’esperienza viva, non qualcosa di statico. Per questo non abbiamo mai smesso di osare, di sperimentare, di lasciarci sorprendere. Se una cosa ci piace, sappiamo che riusciremo a trasmetterla anche al pubblico.
A livello tecnico, come mantenete viva questa energia?
Una scelta fondamentale è stata quella di non usare computer. Può sembrare una decisione banale, ma fa una grande differenza.
Senza basi pre-registrate o sequenze fisse, ogni sera possiamo cambiare qualcosa: allungare un assolo, modificare il ritmo, improvvisare. Questo ci permette di vivere ogni concerto come un’esperienza nuova e di non cadere nella routine.
Molti artisti oggi suonano con il supporto del computer, che impone tempi rigidi e limita la libertà di interpretazione. Noi, invece, vogliamo che la nostra musica rimanga sempre fresca, viva. E dopo migliaia di concerti, questa libertà è ancora il nostro punto di forza.
Ai vostri concerti ci sono tantissimi giovani. A Sanremo 2025, Olly ha omaggiato De André con Goran Bregović, riprendendo anche il vostro arrangiamento de Il pescatore. Come spiegate l’attualità del messaggio di Faber?
Il messaggio di Fabrizio è senza tempo. Le sue canzoni parlano di temi universali: la libertà, l’ingiustizia, l’amore, la fragilità umana. Sono argomenti che restano sempre attuali, perché fanno parte della vita di tutti.
Un disco come PFM Canta De André potrebbe essere uscito ieri o tra un mese e avrebbe lo stesso impatto. È un album spontaneo, carico di qualità musicale e testuale, che non invecchia mai. Per questo continua a emozionare anche le nuove generazioni.
Chiunque voglia fare musica dovrebbe avere il coraggio di osare, di seguire la propria strada senza compromessi. E chi ama la musica vera, quella che nasce dal cuore, continuerà a trovare in Fabrizio De André una fonte di ispirazione inesauribile.
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